Questa mattina alle 10 e 30 abbiamo ricevuto una
chiamata da due reclusi del Cie che con voce concitata e spaventata ci
informavano di un feroce pestaggio in corso. La polizia era entrata
nelle celle della sezione maschile per fare delle perquisizioni sfociate
in violenza, in particolare da parte de “l’ispettore”, una figura che
ci era già stata segnalata in passato per essersi distinta nelle
aggressioni fisiche sui detenuti. I ragazzi ci hanno parlato di volti e
denti spaccati a calci e di un ferito per emorragia interna, trasportato
in ospedale. Altri quattro erano stati appena portati in questura.
Alcuni solidali si sono recati quindi sotto la questura per portare il loro sostegno, mentre altri si sono recati al Sant’Orsola per accertarsi delle condizioni del ferito. Si è saputo così che il ragazzo era già stato dimesso e che era stato arrestato insieme agli altri quattro.
Nel pomeriggio i reclusi ci hanno informato di un secondo pestaggio e della permanenza di tre camionette della polizia all’interno. Inoltre già dal pasto di mezzogiorno avevano iniziato uno sciopero della fame perché preoccupati della sorte dei loro compagni, con la richiesta che venissero liberati.
Successivamente qualcuno è passato fuori dalle mura per fare un saluto e per dire loro che quanto stava accadendo dentro aveva già fatto il giro della città, attraverso le radio locali e gli interventi sotto la questura.
Nell’ultimo mese le rivolte e le evasioni non sono mai cessate tanto che in 18 sono riusciti a riprendere la libertà. Per far fronte a questa situazione molti dei reclusi sono stati trasferiti in altri Cie (per esempio a Trapani) o deportati. In questo momento nella sezione maschile sono rimasti in 16 quando di solito il numero non è inferiore ai 60.
Alcuni solidali si sono recati quindi sotto la questura per portare il loro sostegno, mentre altri si sono recati al Sant’Orsola per accertarsi delle condizioni del ferito. Si è saputo così che il ragazzo era già stato dimesso e che era stato arrestato insieme agli altri quattro.
Nel pomeriggio i reclusi ci hanno informato di un secondo pestaggio e della permanenza di tre camionette della polizia all’interno. Inoltre già dal pasto di mezzogiorno avevano iniziato uno sciopero della fame perché preoccupati della sorte dei loro compagni, con la richiesta che venissero liberati.
Successivamente qualcuno è passato fuori dalle mura per fare un saluto e per dire loro che quanto stava accadendo dentro aveva già fatto il giro della città, attraverso le radio locali e gli interventi sotto la questura.
Nell’ultimo mese le rivolte e le evasioni non sono mai cessate tanto che in 18 sono riusciti a riprendere la libertà. Per far fronte a questa situazione molti dei reclusi sono stati trasferiti in altri Cie (per esempio a Trapani) o deportati. In questo momento nella sezione maschile sono rimasti in 16 quando di solito il numero non è inferiore ai 60.
Solidali con i reclusi nei Cie
macerie @ Maggio 14, 2012
Nessun commento:
Posta un commento