sabato 30 luglio 2011
Bologna - Solidarietà a Billy, Costa e Silvia
E' agghiacciante la condanna inflitta a Billy, Costa e Silvia come lo è il trattamento a loro riservato da ben oltre un anno. Basti solo come esempio la modalità con cui sono stati sottratti dall'incontro con gli avvocati dopo il processo. Portati via in tutta fretta di nascosto addirittura sotto protezione di un elicottero militare!
O questi neomoderni repressori amano lo spettacolo tanto da mettere in scena performance grottesche da serie televisiva ogni qualvolta sia loro possibile o il sistema è talmente in crisi da temere, come il vampiro l'aglio, qualunque segno di contestazione. Ma una spiegazione non esclude l'altra, si compenetrano: siamo di fronte allo spettacolo di un sistema che si difende con mezzi spropositati ed eclatanti, come se agisse in una fiction, da chiunque lo attacchi con un minimo di serietà e conseguenza. E le spettacolari esagerazioni nelle sentenze o nelle inchieste contro gli anarchici sono all'ordine del giorno. Nessuno, nella cosiddetta società civile che tanto piace agli oppositori mai fuoriluogo, trova qualcosa da ridire sull'assoluta mancanza di misura che immancabilmente caratterizza gli innumerevoli provvedimenti o condanne contro chi disturba il potere, a parte chi ne è oggetto e i loro compagni e compagne. Non che ci sia da stupirsi, ma tacere sempre questa collusione perchè la diamo ormai per scontata forse lascia questi infidi individui troppo sereni.
Mentre i potenti avvelenano la terra e i suoi abitanti con nocività che colpiscono gli organismi, con modelli di comportamento spregevoli che inquinano le relazioni, con propagande spietate contro i diseredati che colonizzano le menti, chi si rivolta a tutta questa monnezza viene colpito con anni di galera e con trattamenti di terrore.
Ma i nostri compagni e le nostre compagne, in diversi modi sequestrati dagli stati, non sono soli perchè la nostra solidarietà è potente. Si alimenta di quella capacità di affetto e di determinazione alla lotta che sono la nostra vita.
Un abbraccio caldo e solidale da Bologna
http://www.informa-azione.info/bologna_solidariet%C3%A0_a_billy_costa_e_silvia
Il 19 luglio a Barcellona Tranquillo (Giuseppe Ruozzi)
Da tempo gli alti ufficiali dell'esercito macchinavano un vasto complotto contro la repubblica per instaurare una dittatura fascista e monarchica. Non si comprende perché il governo si sia lasciato sorprendere da questo colpo che poco mancò non lo polverizzasse. Certo è che il governo sapeva di questi maneggi più o meno segreti, ma o non volle o non seppe prendere i provvedimenti necessari. Faceva arrestare una quantità di fascisti di terza o di quarta categoria, ma non toccava i dirigenti.
La morte di Sotelo, deputato monarchico e fascista, fu la scintilla da cui i cospiratori presero pretesto a lanciare il colpo lungamente preparato.
Il governo aveva bensì operato qualche trasferimento negli alti quadri dell'esercito, ma da un lato non metteva i "sospetti" in grado di non nuocere, dall'altro li sostituiva con altri personaggi della medesima specie. Così gli uni e gli altri poterono continuare indisturbati il proprio lavoro di preparazione. A rivolta scoppiata, il governo non seppe far altro che consegnare qualche arma al fronte antifascista costituitosi all'ultimo momento. E tra quelle armi ve n'erano di antiquate.
Il sollevamento militare incominciò nel Marocco, ma anche nella Spagna propria da parecchi giorni si sentiva nell'aria, e i partiti sovversivi da varie notti vegliavano armati nelle sedi delle rispettive organizzazioni.
Così il risveglio della mattina del 19 luglio a colpi di cannone, allo strepitare delle mitragliatrici e al crepitio dei fucili, non sorprese veramente nessuno, sebbene producesse una certa emozione nel popolo non combattente e, chissà, forse, anche un po' d'allegria nella classe borghese che credette intravedere la prossima fine dell'agitazione operaia che si faceva ogni giorno più intransigente.
Le sirene delle officine chiamavano le forze proletarie alle armi. Barcellona aveva preso la fisionomia di una città in guerra. Non tram, non veicoli in circolazione. Tutti i negozi chiusi. Per le strade, soltanto gente armata. Dalle finestre e dai balconi, i curiosi, numerosissimi, seguivano dalle volute del fumo dei cannoni, dalle evoluzioni degli aeroplani che gettavano bombe sulle caserme in rivolta, le fasi della lotta. Sulle porte i capannelli si formavano per sparire al primo sparo di fascisti imboscati dietro le finestre. I più audaci si agglomeravano intorno ai piccoli gruppi di rivoluzionari armati di vecchi fucili e pistole. Appena arrivava un camioncino carico di armi, uomini, donne, ragazzi, gli davan l'assalto e si contendevano le armi. Le guardie d'assalto erano mescolate ai compagni della confederazione e della federazione anarchica.
I primi soldati agli ordini dei fascisti, che uscirono sulla strada, furono quelli della caserma Pedralba, che arrivarono quasi senza ostacoli fino alla Piazza Catalogna, il posto più eccentrico della città, dove sono raccolte tutte le ricchezze della borghesia. Lì si trova la centrale telefonica, e vicino le questure, la grande via Layetana che conduce al mare, alla caserma della Capitaneria, al nuovo distretto militare, alla grande caserma e arsenale di Atarazana, che invano gli anarchici e i sindacalisti avevano tentato di espugnare la sera dell'8 gennaio 1933.
Questa truppa doveva ricongiungersi con l'altra proveniente dalla caserma di artiglieria nel Parco. Ma la congiunzione non potette verificarsi per la pronta reazione popolare. Tuttavia, la soldataglia giunta in Piazza Catalogna aveva installato le mitragliatrici e i cannoni, e i primi prigionieri che fece, fucilò immediatamente, in gruppo, sulla piazza, a mo' d'esempio.
Contro questi soldati stavano schierati gruppi rivoluzionari d'ogni tendenza, mischiati alla guardia civile, guardie d'assalto, guardie di finanza, mozzi di squadra (polizia catalana) e guardie urbane in armi. I soldati, ch'erano stati ubriacati da tre giorni di vino e di liquori e di discorsi patriottici con cui si era fatto loro credere che dovevano combattere contro la marmaglia, insorta per abbattere la repubblica, quando si videro di fronte le forze regolari della repubblica lottanti insieme al popolo, compresero d'essere stati ingannati; la resistenza cominciò ad affievolirsi e le truppe finirono per non ubbidire più agli ordini dei capi, i quali dovettero scappare all'interno dell'Hotel Colombo, dove, dopo un tentativo di barricamento, furon fatti prigionieri.
Nello stesso tempo si assaltarono varie caserme, la caserma Aterazana, ove trovò morte gloriosa il compagno Francesco Ascaso, quella di Barcellonetta, del Parco e di S. Agostino. A Barcellonetta furono presi cinque cannoni.
In queste azioni tutti combatterono con valore, da quei dell'Esquerra ai socialisti, dai comunisti agli anarchici, dalle guardie d'assalto alle guardie civili. Certo è quasi sbalorditivo vedere al fuoco di battaglia combattere insieme poliziotti e anarchici, e circolare insieme su automobili recanti bandiere rosse e iscrizioni con le sei iniziali: C.N.T. e F.A.I., che ogni automobile doveva recare. E sentire le guardie d'assalto gridare «Evviva la CNT e la FAI» sembra una cosa dell'altro mondo. Ma le rivoluzioni sono così fatte. Un popolo in armi ritrova tutti i suoi figli.
La fraternizzazione fu completa. Sui fucili era la coccarda rossa e nera. La parola d'ordine era: CNT. I lasciapassare dovevano recare il suo bollo. Negli intervalli di tregua, tutti i combattenti fraternizzavano nei ristoranti comuni della Confederazione e del fronte popolare, giacché lo sciopero fu completo sino al venerdì seguente. Poliziotti e carabinieri tributavano i più caldi elogi ai combattenti anarchici, per il grande valore spiegato al fuoco, e brindavano assieme.
La soffocazione del movimento fascista a Barcellona è costata molto sangue proletario, ma il fascismo non è passato.
Lo scontro più arduo è stato quello di domenica e lunedì. Si combatteva dappertutto. I fascisti imboscati nei conventi, sui campanili delle chiese, mitragliavano chiunque giungesse a tiro, combattenti e non combattenti, e persino la croce rossa, per cui fu necessario ai rivoluzionari di sloggiarli a colpi di bombe. Le vittime furono numerose. Un ferito grave dovette restare lunghe ore a terra senza soccorso, perché le infermiere del vicino ospedale venivano prese di mira dalle finestre di un convento, e dovettero desistere dalla loro opera di soccorso.
Perduta la pazienza, il popolo diede fuoco a tutti i conventi e a tutte le chiese. Si è salvata la cattedrale, ma il palazzo vescovile fu dato alle fiamme. Il fuoco di purificazione è durato parecchi giorni e continua, con gioia del popolo. I nove decimi almeno delle chiese e dei conventi di Barcellona non sono più che rovine.
Si calcola che i morti nostri siano circa cinquecento, i feriti qualche migliaio. Sono molti, ma sarebbero certo stati di più se i soldati stessi non si fossero in molti quartieri ribellati agli ordini dei loro ufficiali. In altri, combatterono di malavoglia e non s'impegnarono a fondo. Con tutto questo c'è voluto un grandissimo concentramento di forze antifascista per sloggiare il fascismo dai suoi focolari.
E ancora non è battuto dappertutto. Saragozza, Toledo, Siviglia e molti altri centri della Spagna ne sono ancora infestati. Da Barcellona partono migliaia di volontari contro i fascisti di Saragozza, e da Madrid pure, contro altri centri.
Alla vittoria dell'antifascismo a Barcellona ha contribuito enormemente il bombardamento aereo. Alla lotta della strada hanno contribuito eminentemente, e per numero e per valore, i seguaci della CNT e della FAI. L'iniziativa fu sempre di queste organizzazioni.
Molti ufficiali superiori e subalterni pagarono il fio del loro tradimento. Gli anarchici non volevano che questa cambiale restasse oltre in bianco. Troppi morti già avevano lasciato sul terreno, e nella rappresaglia i nemici erano stati atroci. E pietà non incontrarono neppure i preti e i frati, che dai loro conventi e dalle chiese mitragliavano il popolo. All'estero dicano quel che vogliono, ma furono proprio i monarchici, i fascisti e i preti, i primi ad attaccare ed è giusto che il popolo li abbia colpiti della sua vendetta.
Peccato che le caserme non abbiano subita la stessa sorte delle chiese, delle chiesuole e dei conventi, dei quali non resta molto più che le mura esterne pericolanti.
Ora la battaglia si concentra intorno a Saragozza, dove circa diecimila fascisti organizzati militarmente, colla popolazione chiamata alle armi si difendono accanitamente. Egualmente pericolosi sono gli altri centri di concentrazione fascista, ma il popolo sta reagendo dappertutto. Nuovi gruppi di difesa sorgono dappertutto, tutti sono concordi nella determinazione di non lasciarsi più disarmare.
Si saprà esigere questo? Certo il governo incomincia a mostrare il disagio in cui si trova di fronte ad un popolo in armi. A Madrid ha decretato il divieto di circolare armati su automobili, e l'obbligo pei cittadini armati di restare nelle caserme. Speriamo che quei lavoratori sappiano imporsi.
A Barcellona qualche cosa di simile accenna a spuntare. Io stesso ho visto le autorità disarmare due compagni che non avevano altro titolo che la tessera della CNT. Prima questo bastava per essere armati, adesso non basta più. Anche i compagni devono denunziare le proprie armi al sindacato. La volontà di non lasciarsi togliere le armi esiste ed è un buon segno. Si nota però che coloro che hanno il potere insistono perché la fraternizzazione delle forze di polizia con i rivoluzionari, specialmente anarchici e sindacalisti, abbia fine. Adesso i corpi che rappresentano l'autorità costituita viaggian separatamente. Si saluta ancora alla comunista col pugno in aria, ma è diventato estremamente raro che i membri dei corpi di polizia gridino: «Viva la FAI e la CNT». I colori rosso e nero sono scomparsi, e così anche le iniziali delle due organizzazioni prevalenti. La CNT ha reagito. Venerdì, nei posti di controllo, ho veduto dei gruppi di compagni verniciare di nuovo le ormai famose sei iniziali tanto in voga nei giorni del pericolo. Si nota pure che anche gli agenti di polizia incominciano a mal tollerare il controllo e i bolli della Confederazione. Però i confederalisti vi insistono.
Nel popolo l'ardore non è scemato. Speriamo che non si accontenti del nuovo programma del fronte popolare, che è poi su per giù quello approvato dal Congresso di Saragozza. Il fascismo resta sempre da sconfiggere, ma la sconfitta del fascismo non deve essere che l'inizio di un'era luminosta di libertà e di benessere.
Barcellona, 26 luglio 1936
[Adunata dei refrattari, anno XV, n. 33 del 22 agosto 1936]
$hile: ataque incendiario contra dos casetas de “Seguridad Ciudadana” en Santiago
Extraído desde: la pren$a burguesa
La noche de este jueves 28 dos casetas de Seguridad Ciudadana de la Municipalidad de Santiago fueron atacadas.
El primer ataque ocurrio cerca de las 22:00 horas, en la caseta de vigilancia ubicada en la intersección de las calles Erasmo Escala con Maipú, donde encapuchadxs lanzaron bombas molotov. El fuego causo daños parciales por fuera de la caseta. Además el guardia municipal que se encontraba en el lugar resulto con heridas leves al cortarse con la ventana de la caseta.
El segundo ataque ocurrio 20 minutos después, a pocos metros del primero, otra caseta de Seguridad Ciudadana en la intersección de las calles Martínez de Rosas con Maturana. Ahí, lxs encapuchadxs echaron al guardia municipal de la caseta donde luego habrían rociado bencina para luego lanzar bombas molotov al interior del puesto de vigilancia. Producto del fuego el lugar quedo completamente destruido.
Al lugar de los hechos llegaron agentes de “inteligencia policial” de Carabineros y PDI que realizaron pericias para intentar dar con lxs responsables de ambos ataques. A cargo de la investigación quedó el fiscal Humberto Vásquez quien realizo un llamado a través de la prensa para que la ciudadania colabore entregando información en especial grabaciones de videos para dar con lxs responsables.
También se hizo presente el alcalde de la Municipalidad de Santiago, el ultra-derechista Pablo Zalaquett, quien catalogo el hecho como un acto anarquista y que “a los responsables había que pudrirlos en la cárcel” como medida ejemplificadora contra quienes se atreven a subvertir la autoridad.
En el lugar de los ataques se encontraron panfletos reivindicativos que decian:
“ATAQUE POR VENGANZA
Repudiamos y vengamos el atropello de un compañero anónimo por parte de Seguridad Ciudadana en la marcha del 23 de junio.
Hemos presenciado como Seguridad Ciudadana, en complicidad con Carabineros, hostiga y persigue a vendedores ambulantes.
Estos funcionarios municipales se han transformado en la policía de Zalaquett, y si son policías los atacaremos como tales.
Ninguna agresión sin respuesta.”
Joven atropellado por funcionario de Seguridad Ciudadana
El día jueves 23 de junio se realizó en Santiago una gran manifestación por la educación, donde al termino se produjeron enfrentamientos entre encapuchadxs y carabineros, así como tambien cortes de calles con barricadas y sabotajes a locales comerciales, bancos, etc…
Es en el contexto de estas protestas, que un grupo de encapuchadxs se encontraba apedreando un bus del Transantiago en calle Dieciocho, cuando un guardia municipal a bordo de un vehículo de Seguridad Ciudadana intento frenar el ataque, siendo increpado por un joven que pateo el parachoque trasero del auto. Despues de esto el guardia municipal retrocedio rapidamente y atropello al joven que se encontraba de espalda, lanzandolo al suelo para luego huir del lugar.
No hay información de quien fue el joven atropellado ni como se encuentra despues del hecho. Entre los minutos 06:26 y 07:36 de este video (link) se puede ver cuando el joven es atropellado.
Ataques anteriores a Seguridad Ciudadana
La labor de los Guardias Municipales es claramente complementar las funciones de Carabineros y la PDI, pero sin tener las mismas facultades como portar armas de fuego o realizar detenciones. A pesar que son muchas las municipalidades que cuentan con estos guardias entrenados por empresas de seguridad privada, es en la comuna de santiago donde en varias oportunidades guardias municipales han golpeado y detenido a manifestantes, ladrones, comerciantes ambulantes, etc… es así como también en cada protesta o en acciones de pequeños grupos se han atacado casetas y vehículos de Seguridad Ciudadana incluso en algunos casos dando palizas a estos “policias” municipales en venganza por el rol que han tomado. Durante las protestas del 14 de julio un grupo de encapuchadxs ataco el cuartel general de Seguridad Ciudadana en calle Arturo Prat #134.
Como hecho aparte pero directamente relacionado, recordamos como en el 2009 en la conmemoracion del asesinato de Alex Lemun guardias privados golpearon y detubieron a compañerxs que participaban de la protesta. En esa ocacion fue publicado un interesante analisis respecto a rol de la guardia privada.
Más fotos, aquí.
http://www.emol.com/MundoGrafico/index.asp?G_ID=19127
Videos: 1 y 2
http://www.24horas.cl/videos.aspx?id=127091&tipo=27
http://tele13.13.cl/nacional/investigan-atentados-incendiarios-que-afectaron-2-casetas-de-seguridad-en-la-capital
http://accionanarquista.blogspot.com/2011/07/hile-ataque-incendiario-contra-dos.html#more
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Somos lo que hacemos para cambiar lo que somos
(“Para comenzar este texto quiero aclarar que en el, no pretendo decir la verdad, ni menos buscarla, sólo es una humilde opinión de un individuo equis que no es ni mejor, ni peor que tú”).Estos últimos meses tanto en Chile como en otros países del mundo, han crecido considerablemente las manifestaciones sociales, ya sea, en solidaridad con los presxs políticos, con los pueblos originarios, contra los Transgénicos, Hidroaysén, movimientos estudiantiles, entre muchos otros. Miles de personas en cada rincón del país han salido a la calle a gritar y a demostrar su rabia y descontento ante lo que estamos viviendo. Tod@s lo han manifestado de diversas formas, algun@s de forma pacífica, otr@s de forma violenta. A raíz de esto, se ha criticado cuál de esta es más, o menos aceptable y muchos han criticado la forma de actuar de ciertos grupos denominándolos “violentistas”. Considero que ambas formas de lucha son validas, respetables y legítimas.La violencia es totalmente legítima; refleja la rabia, los arrebatos, las penas, las impotencias y el odio, ante un sistema impuesto y represivo en donde ell@s; la autoridad, utilizan su violencia para aterrorizarnos día a día, haciéndonos creer que otra realidad no es posible, que no existe nada mejor, que es “natural” este estado de las cosas y que esta es la mejor vida a la cual podemos “acceder”, nos hacen pensar que debemos adaptarnos y resignarnos a vivir como ell@s quieren; haciendo, viendo, comiendo, usando, hablando y actuando como ell@s quieren que lo hagamos, y a su vez haciéndonos entender que no encajar, no está permitido. La violencia es legítima, porque ell@s han utilizado a su beneficio la fuerza a diestra y siniestra. Durante años han matado, torturado y asesinado a millares de obrerxs, mapuches y jóvenes por el único hecho de luchar y pensar distinto. Hoy la fuerza es soberana, esto queda al descubierto cuando el gobierno abusa del pueblo sin otra arma que la represión y la fuerza, por ende, a la fuerza no se la domina con razones: a la fuerza se la domina con la fuerza. El derecho de rebelión es imprescindible, es para todos y todas. La rebeldía es la vida: la sumisión es la muerte. Ninguna revolución se ha llevado a cabo sin la rebeldía de miles de idealistas, quienes creían en un mundo mejor para TODXS. Sin ella, los pueblos vivirían aún de rodillas ante los principios de un ser divino, aún seguiríamos más esclavos de lo que hoy somos. Los rebeldes han hecho avanzar a la humanidad a lo largo de toda la historia.Todo tipo de manifestación contra el sistema; protesta, desobediencia, acción directa, son validas. Todos los gritos son validos mientras se hagan en el nombre de la rebeldía, rebeldía a aceptar y acatar vivir tan predestinada y dominadamente. Ocupemos esta seudo “libertad” que tenemos para decir, pensar, hacer, gritar, sentir y soñar lo que queramos, este es nuestro único intento de romper nuestras cadenas, para ser libres; para ser al fin felices. Seamos lo que queramos ser sin permiso. Cada uno puede poner su grano, todos podemos luchar por lo que queramos. Cada lucha es un complemento, en la que tenemos que retroalimentar nuestras conciencias e ideas y no dividirnos más de lo que ya nos quieren hacer creer que estamos.
Sigamos saliendo a la calle sin permiso, no lo necesitamos. Todas las luchas son ramas de una misma raíz: el estado y el capital, ellos son los verdaderos culpables de todos nuestros males. Mientras comprendamos que nuestros males no se deben a insuperables fatalidades naturales, sino a causas humanas que nosotros mismos podemos destruir, cuando entendamos y nos hagamos conscientes de esto, nada podrá desviar nuestra atención. Aprendamos a luchar juntos, porque el enemigo es el mismo en todos los casos. Sin partidos, ni derecha, ni izquierda, sin colores, sin banderas, ni fronteras todos somos iguales, mientras logremos entender esto nadie podrá separarnos, llevemos el discurso a la acción, tratemos de ser consecuentes con nuestra ética y nuestros principios: con nosotr@s mismos.
La invitación está hecha, la hacemos tod@s, a cada instante. Bienvenidos sean todos y todas, hagámonos dueñ@s de nuestras propias vidas, que la rebelión penetre en todas las conciencias. Cuando el descontento crece y el malestar se hace insoportable la protesta estalla al fin, y se inflama el ambiente.
¡A la calle, ahora!
http://accionanarquista.blogspot.com/2011/07/somos-lo-que-hacemos-para-cambiar-lo.html#more
Val Susa, Italy - Night raids after demonstrators launch lead balls, bolts and stones against police
la stampa
29/07/2011 - The Digos has made a series of raids in the night in Turin, Susa Valley and the Canavese. At the centre of the investigation some members of the anarchist, autonomous and also the No Tav movement. One of them was accompanied to police headquarters for legal clarifications. The operation, coordinated by the deputy director of Digos Tartone Cecilia, came two hours after the end of the clashes in the Chiomonette site between about two hundred hooded demonstrators and law enforcement.
Of the seven raids that have already occurred, two were on the delegation of the judicial authorities for threatening behaviour, while five are the initiative of Digos looking for weapons and explosives in relation to the attacks made against the police in recent days. At the moment - the police announced - some slingshots, firecrackers and gas masks were discovered and seized.
The same 'equipment' used last night, when the extremists launched lead balls, bolts and stone against police. The resultt is six wounded, one in serious condition with a leg injury: three policemen, two pcarabinieri and a finance guard. The attacks were unleashed from two sides: the archaeological area, which in recent days has already suffered serious damage, and the area under the motorway viaduct Clarea. Calm returned around 3.30, but the A32 was closed for 5 hours.
The police report that "protractedvehement attacks." The protesters tried to attack a metal cable to the network in an attempt to eradicate it, but the rope was cut off by the police. During the night, protesters also set fire to the wooded area opposite the Archaeological Museum, which was promptly extinguished. For the duration of the unrest on the Avana road, in the area of Chiomonte power plant, a hundred inhabitants of the Susa Valley against the railway infrastructure, carried out a vigil of protest.
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Antenna 3
Last night a patrol of the Traffic Police, the ring road of the Val Susa near the exit of the A32 Turin-Bardonecchia, Turin arrested a 46 year old man, carrying 57 gas masks and 118 filters, a sporting sling and 96 balls of lead. The man who, according to police, belongs to the Committee for the popular struggle against the high-speed railway, has been charged with illegal possession of offensive objects. In the car in which he was traveling, the agents found a few boxes still packed with masks, worth about three thousand euros. According to the police station, in shops in Val Susa and around Turin, there has been an "extraordinary increase" in sales of construction material, such as helmets, padded gloves as well as gas masks in recent day.
http://sysiphus-angrynewsfromaroundtheworld.blogspot.com/2011/07/la-stampa-29072011-digos-has-made.html
venerdì 29 luglio 2011
La Paradoja de los Cristales Rotos
Es vergonzoso lo de las cárceles españolas, una especie de campos de concentración, donde los presos sufren torturas, malos tratos y desamparo. La política represora del sistema genera muchos problemas y muchas victimas
Las cárceles son el reflejo de la sociedad, la mayoría de los presos son víctimas del sistema y su política inútil, cada vez hay más delincuencia, más presos, más cárceles y por supuesto más carceleros y todo tipo de personas que trabajan en prisiones; las cárceles se han convertido en un negocio para las empresas privadas y en una enorme carga para el estado.
Las empresas con enchufe se forran haciendo negocio en las cárceles… desde la construcción, empresas de mantenimiento, servicios de agua, luz, limpieza teléfono, servicios de compra del economato, compras del exterior….
Es una carga para el estado por los gastos y presupuestos destinados a las cárceles que van en aumento cada año, los gastos son pagados de los impuestos de los ciudadanos y hasta resulta irónico pensar que estos gastos, incluidos los sueldos de los carceleros, se lo pagan las familias de los presos: la victima paga generosamente a su verdugo.
En las cárceles trabaja un ejército de personas, muchos de ellos son inútiles y aprovechados, que esperamos de los funcionarios públicos: una especie de burócratas con poca formación, aprovechados sin escrúpulos que pasan la mayoría del tiempo sin hacer nada, unos vagos con trabajo y sueldo fijo. El perfil del funcionario es claro, una persona con pocos estudios, poca profesionalidad, sin ningún tipo de control en el trabajo… el último escándalo de los funcionarios públicos salió a la luz mediante grabaciones en vídeo en la ciudad de justicia en Valencia, hace unos pocos meses,… los funcionarios entraban, fichaban y dos minutos después regresaban a sus casas o a otros quehaceres… por eso los funcionarios públicos son el cáncer de las sociedades….estamos hablando de más de 2 millones de funcionarios en España, esto genera unos gastos enormes y es parte de la crisis en cualquier país porque son gente no productiva por eso en todos los países que vienen padeciendo esta crisis , la primera medida que vienen tomando es reducir su número y sus sueldos…
Lo mismo pasa en las cárceles, muchos funcionarios, mucho personal, educadores, sicólogos, trabajadores sociales, enfermeras, médicos (de esto último suele escasear), juristas….mucha de esta gente sobra en las cárceles y cobran por la cara.
Se puede ahorrar mucho dinero al estado aplicando una política penitenciaria útil y eficaz, basada en la flexibilidad del sistema judicial comprensivo, con la prevención, la reinserción social, la educación y la integración social, aplicando medidas alternativas a las penas de prisión, así se evita el colapso en las cárceles, no construir más cárceles y cerrar muchas de ellas.
Con una política penitenciaria eficaz se puede reducir el número de presos a la mitad, lo mismo que el personal en las cárceles.
El sistema judicial con su inflexibilidad, falta de razonamiento, ha colapsado al sistema penitenciario. Se puede decir que estos dos sistemas son cómplices de esta política inhumana y represora, que prefiere generar más presos para dar más trabajos a mucho inútiles, corruptos y aprovechados.
Hablando en cifras; desde el año 200 el número de presos en España ha aumentado un 65%, lo que la sitúa a la cabeza en la tasa de presos por cada 10000 habitantes. En 2009 había en las cárceles españolas 76090 presos, el doble de los que había en 1990, de ellos el 22% eran preventivos. Según datos del Consejo de Europa publicados en 2005, el tiempo de estancia en prisión en España se duplicó desde 1996 (9,7 meses) hasta 2004 (16,7 meses) y todo esto a pesar de que España se sitúa en una tasa de criminalidad comparada de 45,1 delitos y faltas por cada 1000 habitantes, una de las más bajas de Europa y por debajo de la media europea (69,1), situándose en 2009 al mismo nivel que en el año 2000. En resumen, en 10 años la criminalidad ha permanecido estable en cotas muy reducidas, su percepción por la población es muy baja y sin embargo en 20 años se ha duplicado la población penitenciaria (78000 presos en 2011).
Mantener a un preso en España cuesta de media 54,79 euros al día. El presupuesto destinado a las cárceles ha pasado de 689 millones de euros (2000) a 1250 millones (2010). Las medidas alternativas a la prisión salen muchísimo más barato, tan solo cuestan 3 euros por persona al día.
El 75% de los presos son reincidentes y multireincidentes, el 25% son extranjeros. El sistema no tiene intención alguna en reinsertar y en reeducar a los presos, con una simple mirada a las cárceles se puede observar que la mayoría de los presos son indigentes, sin ningún tipo de ingresos económicos, sin trabajo, sin actividades ni nada. La falta de trabajo y de ocupación provoca problemas y conflictos y violencia. El 30% de los presos sufren enfermedades mentales y necesitan tratamiento psiquiátrico especializado y deben ingresar en centros adecuados para su tratamiento. Estos presos están totalmente abandonados en los patios de la cárcel. Cada vez hay más enfermos mentales entre la población reclusa.
El preso es considerado un indeseable por parte del sistema, los presos no tienen ningún valor y son despreciados. Han aumentado el número de muertes sospechosas entre los presos, las muertes por sobredosis, los suicidios, la falta de atención médica, por la negligencia de los carceleros.
Los responsables de la política penitenciaria, como la S.G.I.P., las cúpulas de las cárceles, el personal que trabaja en las prisiones… todos son cómplices y responsables por la política destructiva que ejercen. Los responsables disfrutan de impunidad total, nadie les controla, ni cuestiona ni vigila. No rinden cuentas a nadie, por eso siguen con su actuación perversa. Nadie hace nada para cambiar y mejorar la situación precaria de los presos.
Para el sistema, cuantos más presos hay mejor, eso les garantiza el trabajo, el sueldo, el chollo, el trapicheo. De eso viven estos miserables de alma, mente y cuerpo.
Una política penitenciaria eficaz, más flexible, comprensiva y humana, con un programa de inserción social significaría la reinserción e integración de los presos en la sociedad y esos significa una reducción importante de presos lo cual conlleva menos trabajo para el sistema y pondría fin al chollo y al aprovechamiento y eso significa una reducción importante de los funcionarios y demás personal. Esto no interesa, el sistema nunca permitirá eso porque vive de las desgracias de los demás, es la política de la economía agregada porque hay mucho dinero en juego y muchos intereses económicos.
Todo esto me recuerda la historia de la paradoja de los cristales rotos que ocurrió en Bayona (Francia) en 1839. Un gamberro lanza una piedra contra una panadería y rompe una ventana. El panadero sale enfadado y se pone a llorar porque va a tener que pagar un nuevo cristal. Los viandantes se reúnen en su alrededor y al principio se solidarizan con su desgracia. De repente, uno de ellos explica que la desgracia no es tal ya que el dinero que el panadero va a gastar representará un ingreso para los cristalero (quienes al fin y al cabo viven de los cristales rotos), estos gastarán ese dinero en la carnicería en beneficio de los carniceros, que a su vez van a gastar ese dinero en el teatro en beneficio de los actores que a su vez lo gastaran en beneficio de los sastres y así sucesivamente hasta suponer un enorme efecto positivo sobre la economía agregada (lo que se llama el efecto multiplicador). Tras concluir que la gamberrada era buena para la sociedad, los viandantes abandonaron al panadero a su suerte.
El sistema se basa en esa política perversa, un sistema podrido, corrupto e inhumano que tratas a las personas como mercancía y que engaña y manipula la realidad pintando todo de colores maravillosos, cada vez que hablan de las cárceles enseñan las cosas bonitas y ocultan las malas. Utilizan el método Potemkin. Potemkin era un príncipe ruso, se ocupaba en preparar a los campesinos de las riberas del Volga para el paso de la comitiva naval de la gran zarina Catalina, zarina de todas las rusias. Sus criados se adelantaban para montar decorados de cartón piedra que, desde los navíos, parecían blancos y alegres poblados en cuyas orillas sonrientes familias con ropajes buenos aclamaban a su soberana, fuera de vista sus miserias, lejos del corazón.
Es el síndrome de Potemkin el que sufre el sistema, enseñando la buena cara y ocultando y pintando bien las cosas malas, las miserias de las cárceles.
Hoy más que nunca los presos necesitan apoyo y ayuda de la sociedad porque están desamparados, indefensos y desesperados; son maltratados, castigados con una política penitenciaria perversa. La única esperanza que tiene los presos son los aires nuevos que soplan en la sociedad indignada que quiere cambiar el sistema podrido y hacer justicia dando a cada persona lo que le pertenece con mucha dignidad. Por eso espero que el movimiento de los indignados tome en consideración el sufrimiento de la población reclusa y que reivindiquen los derechos de los presos pidiendo un cambio profundo de la política penitenciaria. Los presos hoy en día merecen respeto, trato humano y mucha solidaridad.
El movimiento de los indignados ha despertado mucha esperanza entre la población reclusa y desean mucho éxito al movimiento. Y los presos también están indignados con el sistema, nadie cree en los políticos ni en el sistema, ni en la democracia ni en la justicia.
La familia de inútiles, aprovechados sigue en el poder…dentro de unos meses va a ser sustituida por otra pandilla peor todavía y el país sigue en caída libre con una grave crisis económica, política y de valores. El pueblo paga el precio muy caro de los errores de estos mangantes políticos que nunca rinden cuentas a nadie. Los que deben ser juzgados, castigados y despojados de sus bienes y los que deben pagar por sus errores son los responsables y sus cómplices.
Cuando se empiecen a pedir cuentas y a juzgar a estos aprovechados entonces podemos tener esperanza e un futuro mejor.
Mohamed Achraf
Puerto 3
julio 2011
http://boletintokata.wordpress.com/2011/07/29/la-paradoja-de-los-cristales-rotos/#more-4073
Pooled satellite data for maritime surveillance on the horizon
Oceans cover much of our planet and they are difficult to keep under surveillance, with the trafficking of people, unlicensed fishing and piracy adding to the problem. Satellites, however, can help keep the seas safe.
Satellite imagery can be used to locate and track vessels, monitor beaches and ports, and detect unlicensed fishing and illicit oil discharges. In addition, spaceborne receivers pick up identification messages transmitted by all large vessels.
However, not all maritime authorities can access information from satellites at present.
To begin a discussion on how different countries could access satellite-based maritime surveillance, ESA recently hosted a workshop at its centre for Earth observation in Italy.
Some countries already use satellites for surveillance. For example, Collecte Localisation Satellites, CLS, monitors illegal fishing around the Kergulan Islands in the Indian Ocean for the French Navy. The European Maritime Safety Agency operates a satellite-based oil pollution monitoring system in European waters.
Both services are based on the Radarsat-2 and Envisat satellites.
Nevertheless, there is a clear need for wider use of satellites. One possibility being tested in several countries is to combine satellite-based vessel detection with identification information.
“By fusing satellite imagery with standard Automatic Identification System (AIS) information from both terrestrial and space systems, we could get a more detailed picture of what vessels are doing,” says Guy Thomas from the US Coast Guard.
“This would allow us to react earlier where we see something suspicious.”
“The Collaboration in Space for International Global Maritime Awareness workshop participants included the US, Irish, Italian, French and Japanese Coast Guards, Australian Customs, Italian, US and Canadian Navies, EMSA, Frontex and NATO”
Although satellites already provide useful information, the improved capability from satellites under development was also highlighted at the workshop.
In the near future, ESA’s Sentinel-1, Canada’s Radarsat constellation, Japan’s ALOS-2, Germany’s TerraSAR-X and Italy’s Cosmo Skymed follow-on missions all offer improved maritime surveillance.
There is also a growing list of satellites carrying AIS receivers, such as the US Orbcomm network and Canada’s Exact Earth microsatellites. By 2013, these companies will have at least 25 AIS receivers in space.
While satellites can contribute to monitoring the oceans for illegal activity, no single country can afford to set up a system for maritime surveillance on a global scale.
An approach that fosters international collaboration to exchange and access satellite information is needed.
Captain Leopoldo Manna, from the Italian Coast Guard, summarised, “There are situations, such as piracy, illegal fisheries and trafficking in open waters where conventional techniques cannot guarantee adequate coverage.
“In such situations, satellites can often provide useful information to help optimise the deployment of conventional assets.
“The workshop represents the start of a process by which different organisations worldwide engaged in maritime safety and security can agree on how to ensure systematic access to satellite-based surveillance.”
The horizon may still be a distant one for a fully integrated global system, but this first gathering has laid the foundation for collaboration towards a harmonised system for marine authorities to access satellite data.
Source: http://www.esa.int/esaEO/SEM1FU9TVPG_index_0.html
Rise in violence by animal rights extremists
by Daniel Mason
The European Union should combat the increased violence of animal rights extremists by renewing a dialogue so that their views can be aired in a democratic way, a conference of law enforcement agencies has concluded.
Fifty-eight experts from the EU agencies Europol and Eurojust, meeting in The Hague last week, recommended that EU member states cooperate more closely to tackle the violence, which increasingly includes the use of improvised explosive devices and improvised incendiary devices.
Forensic evidence reveals similarities in the methods and devices used by campaigners in different countries – indicating that operations are organised on an international level. The conference heard that more than ever, single issue activists, for example targeting the fur or pharmaceutical industries, are working together, including with anarchist groups, to achieve maximum impact. Methods include threatening phone calls and emails, the intimidation of families of targets by attacking their property, and releasing animals from captivity.
Rob Wainwright, Director of Europol, said in a statement: “We are concerned by the increasing levels of violence used by animal rights extremists and their tendency to collaborate with other extremists in society. Europol is committed to helping law enforcement authorities in the EU and partners in industry to prevent the further spread of this activity. The conference at Europol’s new headquarters was an important milestone in these efforts.”
In its recommendations the conference said that a new dialogue on animal welfare, to give protesters a forum for their opinions, should be led by the EU, more technical information should be shared internationally and a common strategy should be developed with the corporate security community. It was also emphasised that the peaceful defence of animal welfare is legitimate and fully supported by the EU.
Source: http://www.publicserviceeurope.com/article/632/call-for-dialogue-as-animal-rights-violence-rises#comment
Netherlands Grants Asylum to Khimki Suspect
An activist wanted in Russia over an attack on Khimki City Hall by anti-fascist and anarchist groups has been granted refugee asylum in the Netherlands.
Denis Solopov, a member of the Antifa anti-fascist group, flew to the Netherlands on Thursday, he told the organization Anti-Fascist Action of Ukraine.
Russian authorities placed Solopov on an international wanted list following the Khimki attack last July. He was detained in March in Kiev near the office of the Ukrainian migration service when he came to request asylum, Novaya Gazeta reported last month.
Solopov spent five months in a Ukrainian pretrial detention prison, but was released after receiving asylum in a “third, safe country,” a regional spokesman for the United Nations High Commissioner for Refugees, Maxim Butkevich, told Interfax. The asylum request was granted after the UN watchdog gave Solopov refugee status, Butkevich added.
Russian officials, who sought Solopov’s extradition, have not commented on the development. A mob attacked the City Hall building last July to protest an $8 billion highway through Khimki’s forest.
Only two people have gone on trial over the attack, including Solopov’s brother Maxim, who received a two-year suspended sentence in June, while the other defendant was acquitted.
http://www.themoscowtimes.com/news/article/netherlands-grants-asylum-to-khimki-suspect/441298.html
http://signalfire.org/
Argentine eviction ends with 3 dead, 30 wounded
Argentine officials say three people have been killed and 30 wounded during a clash that erupted when police evicted about 700 squatters from an agricultural company’s property.
Thursday’s violence in Jujuy province involved unemployed and homeless families squatting on land owned by Ledesma. The company is a leading producer of sugar, paper and fruit juice.
Hospital director Roberto Maizel says one police officer and two squatters died. He says 11 other officers suffered gunshot wounds.
Maizel says the squatters were organized by a group that advocates for Argentina’s jobless and landless. Activists responded to the eviction by breaking windows and painting graffiti on the provincial government’s offices in Buenos Aires.
http://www.taiwannews.com.tw/etn/news_content.php?id=1666008
New blockades in the Elliot State Forest Need Your Help
“This is Cascadia Forest Defenders with an urgent call out for support on the Treesit and road blockade currently protecting Native forests in the Elliott State Forest. We have a stronghold that is holding but nearly lost 2 sitters at another site this morning, when a rogue, still un-identified bulldozer plowed through the slash piles and anchors which were attached to the road and were holding there platform in the trees, these brave individuals fortunately had good training and survived the incident.
from the Earth First! Journal Newswire
“This is Cascadia Forest Defenders with an urgent call out for support on the Treesit and road blockade currently protecting Native forests in the Elliott State Forest. We have a stronghold that is holding but nearly lost 2 sitters at another site this morning, when a rogue, still un-identified bulldozer plowed through the slash piles and anchors which were attached to the road and were holding there platform in the trees, these brave individuals fortunately had good training and survived the incident.
If you are trained and experienced in forest defense, we need your help. If you are able, Join us in the Elliott, we need you on the roads and in the trees, contact us if you can help out.
If you are not in the area, We would love to see some solidarity actions! If you are in a position to to do so, take action to let the Oregon Department of Forestry (ODF) and the State Land Board know that their behavior in our state forests is unacceptable and must stop now!
Please send this message along, spread the word, Make some noise, and RISE UP against ODF and their heinous ways!”
Find out more from the Cascadia Forest Defenders.
http://www.forestdefensenow.com/
Longest Walk 4 Return to Alcatraz 2012
Photo copyright Ilka Hartmann
Press statement
The Longest Walk 4: Return to Alcatraz is being initiated by those on the original, The Longest Walk in 1978. It will begin on July 15th, 2012 in Washington D.C. and travel to Alcatraz on December 22, 2012. The purpose of this Walk will be to reaffirm the heart of Traditional Tribal Sovereignty rooted in Ceremony and land based spiritual relationships. We call on all Indigenous Peoples to come and support this Walk.
We have gone to Washington D.C. many times to seek justice, the protection of treaty rights, and the continuing existence of our Peoples and Ways of Life. They have had their opportunity. The time has come to reclaim for ourselves the prayers that have gone east and bring them back full circle to Alcatraz, the symbol of the modern assertion of what has been called the Red Power Movement. We Walk to educate our own Peoples on what Tribal Sovereignty means from an Indigenous Peoples way of life. We Walk to affirm to the world that we still continue as free and sovereign Peoples as we define it. We Walk to remind those of our Peoples engaged in dealing with the nation-states that tribal sovereignty is not defined by non-Indigenous laws, rules and regulations; nor by economic development, good governance, and corporate structures. These elements may be pragmatic, but they do not define us. We Walk with the spirits of our ancestors for the present and for the future generations so that we as Peoples do not forget what makes us Indigenous.
We also Walk to remind all peoples that Leonard Peltier and his continuing incarceration is symbolic of the continuing incarceration of all Indigenous Peoples in the policies and political structures of the colonial nation-states. The time has come for the release of Leonard Peltier based on principles of reconciliation. It seems strange and one sided that nation-states seek forgiveness for horrendous crimes against our Peoples such as massacres, land confiscations, the theft of our children to abusive boarding schools and such, yet can’t find a way to release a person who has served over 30 years in prison, for what happened during a time of conflict. Leonard Peltier should be freed on this principle of reconciliation regardless of what one may think in terms of justice, innocence or guilt.
As this Walk is about the spiritual foundations ofour sovereignty as talked about in The Longest Walk Manifesto of 1978, we also ask for elders and spiritual leaders to come and lend support and advice where possible. To this end we are also going to have a Spiritual Gathering at Cahokia Mounds in September, 2012.
For more information please contact Jimbo Simmons
jimbo.simmons@yahoo.com
Organizers said further info will be forthcoming and those wanting to help out and that fundraising will need to be sanctioned by reps from the Working Group.
http://www.bsnorrell.blogspot.com/
CONTINUANDO CON EL PROCESO DE RECONSTRUCCIÓN DE LA NACION MAPUCHE !!!
Athens: Skaramaga anarchist squat evicted
14:11 the cops took away the computers from the squat’s laboratory 15:02 the cops moved against the people who were gathered outside of the building of Athens Polytechnical university (in order to make them get inside) There’s also a calling at 18:00 for a conversation about the squat’s eviction in order to inform the people,as well as for an open assembly 15:36
The people re-occupied the squat and they are now in.This is confirmed by communication with the squatters who are now inside the building.
More and more people are getting gathered and finally there’s a calling for an open assembly at the building of the SQUAT and not in the Athens Polytechnical(Patission & Skaramaga str) at 18:00
SOLIDARITY IS OUR WEAPON
Skaramanga anarchist squat in Athens evicted, breaking news
This morning (29.07) the Skaramanga squat in Athens was evicted by heavy police forces, following the legal action by the building’s owners. One person who entered the building to be present at the eviction proceedings has been arrested. Another seventy people who tried to approach the building were pushed back by heavy police forces.
More info as it comes.
http://actforfreedomnow.wordpress.com/2011/07/29/athens-skaramaga-anarchist-squat-evicted/
Fuck the State of the Nation Address Demo (Philippines)
Monday. July 25
About 40 anarchists wearing masks and mostly dressed in black vandalized and disrupted the area of Commonwealth Avenue where the State of the Nation Address was held. Anarchists individuals, without leaders and with clear mind and visions, were small in numbers in comparison with around 8,000 authoritarian left who recruited some people to march for pay or food while being granted by the state with permit zone to revolt, wishing for their demands and for the revolution in collaboration with corporate media and state institutions who fuck up the lives of millions of people in the archipelago. They are everyday reflected in the unprecedented growth of poverty, ecological destruction, homelessness, unemployment, hunger and other miserable conditions most of the inhabitants of the country endure.
The deployment of massive numbers of police forces and riot cops with batons and shields was fair enough for the authoritarian left to set things as it was always use to be. Every time is another rallying cry of pacifism, persuading and influencing the masses to another form of government to live by, wishing it will happen one day. Of course, they could not get in closely to the Hall of Congress at the back of Sandiganbayan (office of the Ombudsman), where the ruling president (Benigno Aquino III) will proudly address his 1 year of accomplishment of lies and deceit. The so-called revolutionary tactics of the authoritarian left is widely known in front of the TV screen which is for them ok. The state and the left knew each other well. Each of them is a ruling and authoritarian form. There are a bunch of leftist politicians building their nests in congressional bodies making laws and profit at the expense of the obedient citizen.
12 pm: Anarchist demo began. Reclaiming the streets. The normal flow of traffic was severely disturbed. It was an unexpected moment for most of the authorities who were there on that day. As they put more attention on the other side of the road — the permitted zone — to control the motion of thousands of anti-SONA leftist protestors via radios and walking surveillance, the authorities were completely shocked and froze to the ground seeing anarchists mobilizing from a different direction, counter-flowing the march of the permitted zone, walking down the other side of the road. For legal matters it is definitely illegal to mobilize there. A few comrades with bicycle were also on the demo controlling the traffic so demonstrators would not get hit by aggressive cars.
Police authorities don’t know what to do. They were just standing up, confused and traumatized, although they were many. They see anarchists mobilizing on that day like watching TV, as traumatic and desensitized as most people who care to watch the screen and the news.
The bad thing is that it is inherent, normal, and accepted that the authorities kill people in front of our very eyes. For someone who could actually see such atrocity, this leaves people in a traumatized state and fear. In a sudden moment on that day police appeared to be anyone, but noone special. Police are just mere repressors, a tool of the state.
Screams and chant of anger were raised by anarchist dissidents ”Aparato ng Estado Wasakin, Durugin, Gawing Pagkain” (State apparatus, Smash, Destroy, turn it into food). “Fuck police brutality, Fuck police oppression” where every police line in the service of command could actually hear it. Main banner said “Walang pagbabago sa patuloy na reporma. Anarkistang rebolusyon ang solusyon. Wasakin ang hirarkiya. Depensahan ang kalikasan. Tapusin ang kahirapan.” (“There is no change in continuous reform. Anarchist revolution is the solution. Destroy hierarchy. Defend ecology. End poverty.”). It was loud. No megaphone only screams and drums and brave passion. A few young street kids eventually attended the demo, having fun, kind of like amazed when they saw the action amidst traffic following behind the protestors walking. The community, passersby, and neighborhood around Commonwealth area began to seriously read the banner having a very close look. Leaflets of detailed statement (Tagalog) made by anarchists (against SONA) were handed out to folks around. It is always new, imaginative tactics for anarchist to fight against the political death machine, in the local level, against every SONA, WTO, JPEPA, ASEAN, APEC and other capitalist trade agreements ruining the world and its inhabitants with annihilation and destruction. SONA, few years ago the national flag was burned.
Now, paint bombs were thrown at buses visibly labeled with corporate advertising. Roads of the permit zone were also smashed with paints. The Circle A symbol adorned some parts of the roads. Street walls and traffic signboards were covered with graffiti and stickers mainly directed against the state and capitalist oppression. Few vendors selling mami noodles along the area reacted by saying that the said action was beautiful and fun and momentarily gave a share of noodles for free to one of the anarchists. Firecrackers were used when the group stopped along the UCPB bank and protested there. At this time, anarchists were already in the permitted zone after crossing the road protesting among thousands of leftist marching. Still the vandalism continues. Various media that came from the marching leftist political bloc, AKBAYAN party list (rejectionist) stopped for while and covered the anarchist banner message. A middle finger from one of the masked protestors was pointed to one of the media who wanted to cover them with a close angle. Leaflets were still handed out to mostly young students who were with the leftist march. They are mostly recruited. When young students saw masked protestors in front of the bank, they were also kind of curious and interested leaving the rank and file march a bit delayed.
It was war from our hearts.
It was spontaneity.
No arrests.
http://actforfreedomnow.wordpress.com/2011/07/29/fuck-the-state-of-the-nation-address-demo-philippines/
North Rhine-Westphalia, Germany: Solidarity action for the comrades in Greece
The banners read: ‘Environmental protection from the Base’ and ‘Solidarity with the struggles in Greece’
via en.contrainfo.espiv.net
This year Anarchistischer Funke (Anarchist Spark) and Schwarze Katze (Black Cat) put up a stand together at the Friedensfestival (Peace Festival) in Iserlohn, that is held as a counter-event to the local Schützenfest —a ‘marksmen’s festival’ which includes a target shooting competition. With two banners, we made the most significant problems perceived carefully by the visitors.
Especially in Germany, the environmental protection is currently experiencing a new strength via the anti-nuclear power movement and the protests against the Stuttgart-21 project. With our banner ‘Environmental protection from the Base (from below)’ we wanted to make people aware that they should become active themselves, rather than trust any politicians.
The second banner concerned our comrades in Greece who have been fighting for months against the tough austerity measures imposed by the government and the Troika. Since most people in Germany are totally blinded by the mass media’s distorted representations about the situation in Greece, we communicated Contra Info to which we have often linked, so that people can make their own opinion about the struggles in Greece.
The subject of Greece produced interesting discussions with our stand’s visitors. We realized once again that most people don’t know what has really happened in this country, and let themselves get carried away from hatred incited by the mass media. After the discussions though, people were more understanding regarding the protests in Greece.
In addition, there was plenty of informative material on many other topics, and even homemade vegan hazelnut cookies which tasted very good to all people.
Also, a compilation (Zitatbox) of anarchist quotations was well appreciated, and many noticed how much anarchist ideas can meet their own ideals.
anarchistischer Funke
http://actforfreedomnow.wordpress.com/2011/07/29/north-rhine-westphalia-germany-solidarity-action-for-the-comrades-in-greece/
29 luglio, perquisizioni a Torino e Valsusa
Dopo un’altra notte movimentata in Valsusa, la Digos di Torino avrebbe compiuto 7 perquisizioni a Torino, in Valsusa e nel Canavese.
Impossibile riportare le veline della questura, attendiamo comunicati da parte dei compagni sottoposti alla rappresaglia.
fonte di regime!, 29.07.11
http://culmine.noblogs.org/
Carta del compañero Marco Camenisch por el juicio contra Silvia, Costa y Billy
Queridxs compañerxs, queridxs amigxs
La mobilización para el juicio del 18 al 22 de julio en Bellinzona es también un momento importante para mí, de implicación y participación en nuestra lucha y una vez más, les envío, con orgullo, mi más cordial saludo solidario y complicidad!
Por enésima vez estamos en un juicio, y no es coincidencia que esta vez, quizás más que otras, tengan espuma en la boca, y esto es una referencia explícita al significado del nombre del tal Walter* que precedió ante el tribunal, cuyo apellido “Wüthrich” en italiano significa “espuma en la boca - por la rabia”. Entre él y toda la estructura inquisidora del terrorismo mediatico y Estatal de las multinacionales imperialistas, por lo que “hacer todo lo posible para negar el chiste del “democrático Estado de derecho” mediante la aplicación del llamado” derecho penal de emergencia, derechos especiales contra el enemigo político interno y externo, sometidos a un juicio con hechos secretos, que con los llamados derechos del acusado y de defensa reduce a una hoja de higuera la posibilidad de ser excluidos del procedimiento. La lógica de aniquilación, de represalia contra lxs prisionerxs de guerra tratadxs como rehenes, es la lógica del sistema!
Si ahora parece que siempre estamos, y también en este momento, reducidos y reducidas a la defensiva, solo reaccionando con nuestras fuerzas muy débiles, en realidad no es así. El mismo delirio, la misma histeria de represión y represalias por “nuestro” policía Walter y sus compadres nacionales e internacionales es en gran parte el resultado de nuestra capacidad de movilización, de solidaridad, de continuidad y de crecimiento global. Demostrando que en el fondo no funciona el divide y vencerás, que no funciona el terror y las mentiras que el sistema debe utilizar continuamente para seguir explotando y dominando, para continuar con su loca carrera hacia el abismo de la destrucción global.
No estamos en defensa, no reaccionamos, sino más bien somos capaces de contraatacar y esta movilización es, de hecho, el contraataque, más allá de sus “éxitos” cuantitativos y el nivel de acción que se puede o no activar de inmediato!
Somos guerreros y guerreras, y como tal inmunes a la base del dividir y gobernar, y por encima de todas las mentiras y calumnias y especialmente al terror represivo del Estado y los medios de comunicación de las multinacionales imperialistas, por el excesivo y brutal terror y dominación sobre cuerpos y mentes.
Somos irreductibles y capaces de contraatacar porque los guerreros y guerreras de palabra y acción, con la fuerza del amor y la rabia en el corazón, fuerza irreductible que no es por alguna alquimia ideológica, cómo les gustaría y deben hacer creer, sino porque se basa en la fuerza de la razón, la evidencia de la realidad y la verdad de las cosas.
El enemigo de la humanidad y la Tierra, esta escoria dominante de la mafia del átomo y sin embargo la oligárquia y como sus guardias como “nuestro” Walter inquisidor con la espuma en la boca, esta escoria imbecil, cobarde, altamente peligrosa e irresponsable que por unos pocos dólares destruye y pone en riesgo el destino del planeta, tiene sólo la razón de la fuerza que siempre trata de pasar sobre el bien común, mientras que bajo los ojos de todxs y de cada unx, siendo cada vez más evidente que no es más que la estupida codicia por dinero y poder,
brutal paranoia de explotación y dominación.
Nosotros guerreros y guerreras en vez, de débiles, de imperfectos y defectuosos…, tenemos toda la fuerza de la razón de nuestro parte, que caminamos con honestidad, limpiamente con la cabeza en alto, con un corazón lleno de amor por toda la vida, por el auténtico “bien común”, es decir, para el presente y futuro de libertad y justicia para todos los seres vivos y para la Tierra.
Esto es lo que arma nuestros corazones, nuestras mentes, nuestras manos con el irreducible coraje y la voluntad de resistir y de atacar cada locura del poder, de explotación, de dominación, de destrucción… Hasta su aniquilación definitiva!
Es por eso que nos llaman terroristas, y por eso nos tienen miedo y quieren reprimir con espuma en la boca!
Es por eso que los perdedores siempre seran ellos!
Un abrazo, uno fuerte, con gran amor y respeto para usted, para Billy, Costa y Silvia, para quienes luchan… para quienes resisten y existen, para quienes forman parte de nuestro mundo de guerreros y guerreras!
Marco
Cárcel de Lenzburg,
13.07.2011
Nota de traducción:
* Fiscal que lleva la investigación contra lxs compas.
http://materialanarquista.blogspot.com/2011/07/carta-del-companero-marco-camenisch-por.html#more
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Liberado Rafaél Uzcátegui y demás compas antimilitaristas en Suecia
En la mañana del miércoles 27 nos llega la grata noticia de que han sido liberados Rafael Uzcátegui, Javier Gárate y demás compas que fueron detenidos ayer en la acción antimilitarista realizada en Suecia.
Seguimos a la espera de información, especialmente en relación a si el gobierno sueco tomará otras medidas represivas contra activistas cuyo "crimen" es ejercer su derecho a la protesta no violenta contra la barbarie militarista.
Procuraremos hacer circular de inmediato por aquí lo que nos vaya llegando sobre este tema, respecto al cual agradecemos tantas expresiones de solidaridad con l@s detenid@s y de protesta ante el Estado sueco que se han manifestado en las pasadas horas.
¡Aquí y allá, ahora y siempre contra el militarismo!
La Noticia
11 ciudadanos habín sido detenidos por la policía de la ciudad de Lulea mientras participaba en una acción internacional contra la guerra y la preparación de ella, llamada War Starts Here. La acción fue pública y publicitada, pacífica y noviolenta y de ello hay registro en la prensa local e internacional.
Siendo detenido junto a ciudadanos suecos y otros extranjeros, hasta el momento no habían sido puestos en libertad, como tampoco ninguno de los otros extranjeros, al contrario de las personas suecas detenidas, a las cuales no se les trasladó a ninguna comisaría siendo puestas en libertad en el mismo lugar donde fueron retenidas por la policía. Esto constituye una caso de fragrante discriminación, aparte de una injustificada extensión de su detención en comparación con el trato dado a los ciudadanos suecos bajo las mismas circunstancias.
Además la policía había requisado elementos propios de su profesión que servían al registro de la acción pacífica en la que participaba, con amenaza de no devolver dichos elementos (cámaras y teléfonos). Esta situación se agrava con la negativa de la policía a permitir visitar a los detenidos para tomar constancia de su estado de salud, ánimo y alimentación.
http://periodicoellibertario.blogspot.com/2011/07/liberados-antimilitaristas-en-suecia.html
Mapuche se querellan contra René Urban por amenazas de muerte
Este miércoles en Collipulli, dirigentes Mapuche de Temucuicui presentaron una querella por amenazas de muerte en contra el agricultor René Urban. Los hechos habrían ocurrido el fin de semana pasado. Los dirigentes Mapuche acusan que René Urban amenazó a la madre del vocero de la comunidad de Temucuicui, Mijael Carbone.
Por Radio Bio-Bio
Ante esto se interpuso una querella en el Tribunal de Garantía de Collipulli para que se investigue el hecho.
Además, presentaron una denuncia en la Fiscalía Militar por el actuar de Carabineros, que a juicio de los comuneros Mapuche es de excesiva violencia.
http://www.biobiochile.cl/2011/07/27/dirigentes-mapuche-presentan-querella-por-amenazas-de-muerte-en-contra-rene-urban.shtml
Comuneros Mapuche denuncian heridos a bala por allanamientos policiales
Luego de que la comunidad tradicional de Temucuicui comenzara un proceso de reivindicación territorial, los comuneros sufrieron una serie de allanamientos por parte de Fuerzas Especiales, donde se han registrado agresiones incluso a menores de edad.
Por Cristian Pacheco / Radio Uchile
Jorge Calfuqueo, lonko del Budi y miembro de la alianza territorial, afirmó que a raíz de los enfrentamientos uno de sus hermanos está hoy en el hospital de Victoria con una fuerte pérdida de sangre, otro que está con riesgo de perder su ojo derecho por el disparo de un balín de goma y además fue seriamente herido un niño.
El lonko se refirió al poder del agricultor, René Urban, quien hoy controla lo que serían sus tierras ancestrales y el por qué el Estado chileno sigue haciendo oídos sordos de esta situación. “Lo que pasa es que el latifundista René Urban tiene resguardo policial permanente en sus tierras, hay una garita policial. Entonces esa situación sumada a la muralla comunicacional, a los medios no les interesa el tema mapuche y resguardan el poder de los más fuertes. René Urban tiene a los medios, las forestales y la policía, y esas condiciones van a primar por sobre la miseria en que se encuentra nuestra gente”, sostuvo.
Jorge Calfuqueo afirmó que ahora lo único que pretende el GOPE detener a uno de sus líderes para luego hacer un montaje en su contra, una técnica que ya es habitual por parte del Estado para combatir la lucha social del pueblo Mapuche.
A esto se suma una serie de tácticas psicológicas para aterrorizar, como son estos violentos allanamientos o el caso del helicóptero de la policía que se detuvo sobre la casa del werkén Mijael Carbone Queipul a menos de 30 metros de altura, acciones que han denunciado de forma permanente sin obtener mayores resultados.
http://radio.uchile.cl/noticias/116290/
Temucuicui: Heridos de bala, allanamientos violentos y montajes contra los Mapuche
En los últimos días, la policia militar chilena ha baleado a jóvenes y niños Mapuche, existiendo muchos heridos sin asistencia adecuada. Una de las vìctimas se encuentra grave en el Hospital de Victoria. Los demás lesionados y lastimados han debido buscar medicina natural y cuidarse por sus propios medios para evitar ser detenidos por orden del estado chileno. Mientras, los medios chilenos censuran, guardan silencio y distorsionan los hechos para justificar la brutal represión.
Por Alianza Territorial Mapuche
NUEVAMENTE UN NIÑO BALEADO Y ALLANAMIENTO EN LOF IGNACIO QUEIPUL DE TEMUCUICUI
Mientras, la clase política se apresta a llegar a un nuevo acuerdo amplio para administrar el conflicto social resguardando sus intereses
Meli Xixan Mapu, 26 julio de 2011
Solicitamos a la gente sensible del mundo, a los periodistas que tienen conciencia social, ayudarnos a romper el bloqueo de todos los medios de comunicación oficiales (aun los de los llamados independientes) y difundir los siguientes hechos que ocurren en el Territorio Mapuche de Temucuicui
1.- En los ultimos cuatro dias hemos sufrido el baleo de la policia militar de nuestros jóvenes y niños, existiendo al minuto cinco heridos, algunos en ambos ojos, siendo uno de ellos menor de edad. Una de las vìctimas, con una herida con salida de proyectil en una pierna, se encuentra grave en el Hospital de Victoria. Los demás heridos han debido buscar medicina natural y cuidarse por sus propios medios para evitar ser detenidos por orden del estado chileno. Mientras, los medios chilenos no han querido informar de estos sucesos, distorsionando nuestros comunicados hechos personalmente y via teléfono.
2.- Al mismo tiempo se ha realizado un allanamiento a la casas de la comunidad sin detenidos, aunque pensamos que esto podrìa preparar montajes a través de implementos que la policia puede introducir para incriminarnos.
3.- Se efectùan tácticas psicológicas para aterrorizar, lo que logran especialmente con niños, como es el caso del helicóptero de la policia que a treinta metros de altura se detiene sobre la casa del werken Mijael Carbone Queipul, o los mismos allanamientos que siempre implican un gran contingente fuertemente armado recorriendo los espacios de la reducción.
4.- Al mismo tiempo se han activado una serie de querellas que prentenden inculpar a la comunidad Ignacio Queipul Millanao de Temucuicui y sus representantes respecto de diversos hechos, sin existir pruebas más que la permanente expresión del derecho Mapuche respecto de nuestro territorio ancestral. Suponemos que estos procesos judiciales intentarán encarcelarnos, en un vano intento por detener nuestra justa reivindicación.
5.- Debe aclararse a todos que la usurpación a nuestra tierra es de no más de 130 años por manos del estado chileno que la entregó a los colonos. No somos nosotros los usurpadores. Somos los afectados por este delito que hoy es protegido por el gobierno de Piñera mediante un gasto diario de al menos cl$3.000.000 (unos 7 mil dòlares), que es el costo mínimo de mantener cientos de policias equipados, con vehículos de todo tipo y un helicóptero para cuidar a un particular que se niega a entregar lo que sabe no le pertenece. Basta saber que una hora de helicóptero cuesta 600 mil pesos chilenos, por lo que podemos darnos cuenta que no es por problema de precio que el gobierno no resuelve la necesidad de recuperación de las tierras, sino simplemente porque usa una lógica de contención solo entendible en un contexto de la nueva guerra hacia la Nación Mapuche.
6.- Mientras estos graves hechos ocurren, los medios venden todo tipo de show para que no se den cuenta que la clase política se apresta a llegar a un nuevo acuerdo amplio para administrar el conflicto social resguardando sus intereses. Escuchamos a seres como el Senador Espina y otros politicos locales alabando supuestos dialogos vacíos que nunca conducirán a soluciones y condenando de paso toda acción de legítima resistencia ante la usurpación y la destrucción del planeta por parte del modelo de muerte que llaman desarrollo.
A prepararse para la conmemoración del 2º año del cobarde asesinato a nuestro hermano Jaime Mendoza Collio y del baleo a 8 peñí en el mismo lugar. ( 12 de agosto ).
Marichiwew¡¡¡¡
Juan Catrillanca Antin - Gizol Logko
Juan Carlos Curinao Rucan - Logko
Jorge Calfuqueo Lefio - Logko
Mijael Calbone Queipul - Werken
Javier Meliman - Werken
Más informacion:
http://alianzaterritorialmapuche.blogspot.com
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Fin de semana sangriento: Nuevos atentados policiales contra Mapuche
la_romana.jpgSon distintos los territorios Mapuche que mantienen movilizaciones de base o asentamientos territorial al interior de predios ocupados por latifundistas y forestales en la “Región de la Araucania”, cuyos resultados –como siempre- han sido extremadamente graves para la gente Mapuche, según han informado los dirigentes, especialmente desde la “Comuna de Ercilla”, en Territorio Wenteche en las últimas horas.
Fin de semana sangriento: Nuevos atentados policiales contra Mapuche
Tal como los líderes de la Alianza Territorial Mapuche lo han venido informando mediante comunicados y hechos, son distintos los territorios que mantienen movilizaciones de base o asentamientos territorial al interior de predios ocupados por latifundistas y forestales en la “Región de la Araucania”, cuyos resultados –como siempre- han sido extremadamente graves para la gente mapuche, según han informado los dirigentes, especialmente desde la “Comuna de Ercilla”, en territorio wenteche en las últimas horas.
Por Alianza Territorial Mapuche
Carabineros de Chile, nombre con el que se conoce la institución militarizada chilena encargada de custodiar los Fundos de los latifundistas en el sur, nuevamente ha levantado montajes con supuestos heridos bajo disparos mapuche desde el lof Temucuicui, ante lo cual el Gizol Lokgo Juan Catrillanca se ha preguntado “¿de donde voy a sacas yo un arma de fuego para dispararle a la policía?, ellos siempre han inventado este tipo de cosas, …no no no¡¡¡ esos son inventos, son montajes que le hacen al mapuche y especialmente a sus dirigentes para después encausarlo en su justicia”. Destacando que los medios de comunicación no entregan la versión mapuche de los hechos por orden y pago directo del gobierno.
La gravedad de los hecho ocurridos en los últimos tres días dice relación con los medios represivos y el tipo de armamento utilizados por las fuerzas policiales, cuyos fusiles aterrorizan especialmente a los niños. Quienes, según los dirigentes visten de civil o uniformados, y que el sábado pasado dispararon contra el “facilitador intercultural” del consultorio de Ercilla identificado como Marcelo Villanueva que caminaba junto a la nieta del Gizol Logko, el cual se encuentra grave internado hospital de la ciudad de Victoria. En esa mismo sentido, el werken del lof Mijael Carbone relató, “en el día de ayer lunes 25 han perseguido por más de tres horas por entre las montañas de nuestra comunidad a un hermano, el que junto a otros peñi están con serias lesiones en el rostro y sus ojos. Por eso convocamos de manera urgente a los medios de comunicación y órganos de derechos humanos y amigos para que concurran al interior de Temucuicui y sean testigos de lo que estamos denunciando, porque se requiere tomar los resguardos antes que otro mapuche muera asesinado aquí”, indicó el joven vocero mapuche. Quien además denunció que el gobierno, junto con brindar protección a los predios de Urban, estaría contratando a sus parientes en distintas reparticiones públicas “lo que sería gravísimo para el sentido común y ante la opinión pública” concluyó el werken.
Se hace hincapié en la gravedad de los hechos y la necesidad de informar, así como también en la denuncia de la parcialidad de medios de comunicaciones que bajo el gobierno empresarial carece de una mínima independencia informativa, fundamental en un sistema democrático que al pueblo mapuche aún no llega, han enfatizado los dirigentes, especialmente cuando se silencian ciertas manifestaciones o movilizaciones sociales como hoy ocurre con muchas comunidades Mapuche.
Finalmente, los líderes del territorio de Temucuicui, para el día de mañana miércoles 27 de julio, junto con presentar una querella contra René Urban en horas de la mañana, a las 11 horas han convocado a una rueda de prensa al interior de la comunidad con la finalidad de entregar antecedentes de los hechos denunciados y reafirmar la legitimidad de sus proceso de movilización; para cuyos efectos, comunicarse con el Gozol Logko Juan Catrillanca al fono móvil Nº 95516827.
Meli Wixan Mapu, 26 de julio de 2011
Más informacion: http://alianzaterritorialmapuche.blogspot.com
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