Da oggi proponiamo una nuova categoria del blog : “articoli e traduzioni”.
Nel corso della storia di questo movimento si sono prodotti
innumerevoli documenti, riviste, fanzine o newsletters, a loro volta
piene di articoli, interviste ed analisi. Molto di quanto fatto è stato
perso, molto altro viene recuperato e digitalizzato, nel tentativo di
dare nuova vita a quelle pubblicazioni, a non perderne l’importante
contributo e fondamentale testimonianza.
Uno sforzo particolarmente importante che pensiamo sia degno di nota: vi invitiamo a dare un’occhiata ai siti Conflict Gypsy o Animal Liberation Archive
che raccolgono numerosi e rari esempi (sia cartacei che video) di cosa
il movimento di liberazione animale ed ecologista radicale è stato in
passato.
Un movimento privo di memoria è destinato ad avere anche un breve
futuro, per questo abbiamo pensato, nel nostro piccolo, di proporre
alcuni articoli, interviste , reportage o quant’altro che riteniamo per
diverse ragioni significativi e meritevoli di essere riletti.
Non vogliamo porci limiti in questo tentativo di “ridiffusione” dei
contenuti, di conseguenza proveremo a proporre sia testi tratti da
vecchie riviste, quanto articoli tradotti pubblicati su siti stranieri
odierni, ma anche contributi tratti da alcune delle pubblicazioni che
hanno segnato la storia del movimento radicale in Italia, come “La
Nemesi ” o “ Terra Selvaggia”.
Il primo documento proposto è l’intervista tradotta di Rod Coronado a Melanie Arnold, pubblicata dalla rivista statunitense “No Compromise” nel suo numero 5
che riteniamo un testo dai numerosi spunti interessanti, in particolare
nel modo in cui Melanie argomenta la propria percezione di come diverse
lotte si fondano in una, più grande, lotta verso una società priva
egualitaria .
Sperando che questo piccolo nostro contributo possa servire a dare,
in un certo senso, continuità alle lotte, auguriamo a tutt* buona
lettura.
Le Fiamme della Vittoria: Una intervista con l’attivista dell’ALF Melanie Arnold
da No Compromise- numero 5
Di Rod Coronado
NC: Hey ciao Mel! Molti dei nostri lettori non
sono familiari con il movimento di liberazione animale inglese e le
campagne di grande successo dell’ALF, quindi ho pensato che sarebbe
interessante se tu potessi introdurle. Al momento stai scontando una
sentenza di tre anni e mezzo ,per imputazioni correlate ad incendi,
dovuta alla tua partecipazione a dei raid dell’ALF. Cosa puoi dirci del
tuo caso?
MA: Beh, la crisi della BSE ( Sindrome della ” Mucca
Pazza” ndr) ha colpito in Inghilterra come un martello da dieci
tonnellate. Non era stata fatto percepire al pubblico il livello di
pericolo che si sarebbe poi raggiunto, ed i media, come al solito,
stavano tenendo la bocca ben chiusa, solo rilasciando informazioni
frammentarie al fine di poter coinvolgere le persone gradualmente. Ma
noi sapevamo che cosa avevano in serbo. L’industria della carne stava
per essere colpita dove più nuoce ( nel portafoglio) dal suo stesso
gratuitamente avido karma, ed in anticipazione dei molti piccoli
mattatoi che stavano per fallire, abbiamo deciso di aiutare uno dei
centri di macellazione più grandi, che altrimenti rischiava di vacillare
solamente sull’orlo del tracollo, ad andare sicuramente oltre il limite
del fallimento.
Il mattatoio Ensors si trova in Gloucestershire, un obiettivo sicuro,
distante da case o da possibili habitat di animali selvatici. Lo
abbiamo controllato molte volte per monitorare i lavoratori che facevano
tardi, guardie di pattuglia, qualcuno che portava in giro il cane etc
solo per stabilire la tipica attività notturna attorno all’area che
intendevamo incendiare. Una volta certi del fatto che questa era una
azione ‘sicura’, siamo passati ad accedere all’edificio per fare nostre
altre informazioni necessarie prima di sparire nella notte– non
lasciando alcuna traccia della nostra presenza.
Due settimane più tardi avevamo comprato, costurito e preparato tutto
quello di cui avremmo avuto bisogno, ed il 10 di giugno 1995 siamo
tornati, solo due di noi. Siamo entrati nel complesso industriale, rotto
le finestre che davano sul lato di ogni furgone, camion frigo e
macchine, e poi ci siamo nascosti, per vedere se c’erano reazioni
causate dal rumore. Non ce ne furono. Abbiamo raccolto il nostro gruppo
di congegni incendiari e piazzato questo cocktail di nitrato di potassio
e saccarosio con un detonatore modificato, attraverso ogni finestra e
sulla carrozzeria di ogni veicolo.
In seguito siamo entrati nell’edificio del mattatoio ed abbiamo
iniziato a distruggere le cucine del piano superiore, l’area pranzo e
gli spogliatoi decidendo di ricoprire il posto intero di benzina,
piazzando poi micce di materiale infiammabile giù per le scale e nella
sala più grande del mattatoio. In seguito, abbiamo inondato i macchinari
nell’area circostante con un largo quantitativo di benzina e piazzato
20 congegni incendiari nell’apparato principale, accompagnati da borse
aggiuntive con miscela esplosiva ( e ragazzi se esplode!). Abbiamo poi
manualmente innescato alcuni fuochi ed acceso i congegni che avrebbero
scatenato l’inferno più tardi. Abbiamo acceso i congegni nei camion per
ultimi perchè ovviamente sarebbero stati più visibili ed avrebbero
richiamato l’attenzione mentre l’edificio, bruciando dall’interno senza
finestre, avrebbe appena iniziato ad incendiarsi.
Siamo poi scomparsi nella notte, mentre il primo dei camion esplodeva
alle nostre spalle. Tecnicamente, l’azione si è svolta in modo pulito.
Nessuno di noi era conosciuto in quell’area e per come l’avevamo
pianificata era altamente improbabile essere presi durante il lavoro. La
polizia e la Squadra esplosioni non avevano idea di chi fosse
responsabile e sono andati ‘a pesca’ nei rifugi per animali locali.
Sfortunatamente, l’attivista che era con me si trovava in uno di
questi per aiutare nella costruzione dei recinti e la polizia aveva
perquisito ed investigato tutti quanti. La polizia- non sapendo che
Michael fosse un liberatore di animali– non avrebbe mai perquisito il
suo cottage se la sua sfortunata decisione di lavorare quella mattina
non fosse avvenuta .
Michael confessò la sua colpa primariamente per difendere gli altri
due sospetti che erano totalmente innocenti ed avevano molti animali
sotto la loro responsabilità, uno dei quali era stato particolarmente
intimidito dalla polizia. Ma le crescenti prove circostanziali hanno
fatto precipitare la sua decisione in ogni caso.
Da fonti raccolte tra il vicinato la mia descrizione era stata
fornita, e la polizia mi conosceva abbastanza bene per identificare la
descrizione ed arrestarmi 3 giorni più tardi a casa mia in Northampton.
Sono stata interrogata a più riprese per molti giorni e notti durante i
quali la polizia aveva usato ogni tattica da manuale per incoraggiarmi a
parlare. Hanno mentito, mi hanno minacciata, mi hanno allettata, mi
hanno pregata , hanno flirtato ed hanno fallito. La polizia ha provato a
convincermi che Michael mi aveva incriminato riguardo la fabbricazione
degli esplosivi, e la mia risposta a questa prevedibile tattica aveva
spinto un ispettore ad urlarmi in faccia “ Non hai niente ridere,
Melanie”. Bugie, tutte quante.
Per quello che mi importava, o avevano abbastanza prove, nel qual
caso avrebbero potuto incriminarmi, oppure non potevano, nel qual caso
non li avrei aiutati a trovarle. Ci hanno incriminato in ogni caso
sotto la Sezione 2 dell’ ‘Explosive Act’ e ci hanno mandato in prigione
per aspettare il processo.
Sei mesi più tardi, sono stata arrestata ed incriminata ancora dal
distretto di Cheshire per l’attacco incendiario contro 36 autocisterne
di latte che ha causato oltre 2 milioni di sterline di danno ed era
accaduto due settimane prima dell’incidente di Ensors. Ancora una volta,
sono rimasta in silenzio ed ancora una volta ho ascoltato le stesse
vecchie minacce.
La sola cosa che gli ho dato è stata il mio sangue, piuttosto
letteralmente – un prelievo obbligatorio perchè non mi ero fatta mettere
sotto facilmente e fatto siringare a forza. Quindici mesi più tardi
siamo stati forzatamente condotti a processo e tutti e due ci siamo
dichiarati colpevoli e patteggiato una riduzione della pena.
Essere presi è già abbastanza brutto, ma abbiamo due obblighi per
recuperare quanto accaduto. Uno è di assicurarsi di non dire nulla ai
nostri interrogatori e due è di essere certi di tornare fuori a lottare
prima possibile. In ogni caso, ci aspettavamo un minimo di 6 anni
ciascuno – Michael ha ricevuto 5 anni ed io solo 3 anni e mezzo.
NC:
Quindi cosa ti ha portato al momento di svolta nel quale hai iniziato a
dubitare dell’efficacia della riforma legale ed hai iniziato a
partecipare ad attività illegali?
MA: Ho iniziato a fare campagne ‘politicamente’ in
nome degli animali dall’età di 13 anni e, per gli anni a seguire. Ho
scritto lettere senza fine, preso parte ad infiniti incontri e
manifestazioni, ed infine ho iniziato a pormi il problema sulla validità
dei miei tentativi– cosa esattamente stavo ottenendo? Avevo in mano dei
risultati? Potevo vederli? Vi era qualcosa di tangibile abbastanza da
sentirlo, da percepirlo? Ero stata ascoltata almeno un minimo?
Dopo mesi di alternanti incubi ed insonnia, di agitazione e conflitto
con le mie emozioni, ho finalmente deciso che o Io avrei aiutato gli
animali, il che significava farlo in un modo che funzionasse, e farlo
per la vita oppure avrei messo fine al mio tormento e sarei passata
oltre. Ho scelto gli animali per la vita. Da quel punto di svolta è
arrivata la necessità di abbracciare l’azione diretta non violenta.
Era assolutamente chiaro per me che il governo non aveva alcuna
intenzione di dare via quello che non si poteva permettere di perdere e
che negoziare per centimetri extra, meno dolore, ed una forma di
sofferenza per un altra, stavamo accettando il compromesso, accettando
di essere deboli, accettando la sconfitta.
Se il sistema parlamentare funzionava, se i legislatori tenevano
conto della opinione della maggioranza, ci sarebbero stati stipendi equi
per le donne, il sistema sanitario sarebbe stato adeguatamente
finanziato, la caccia sarebbe stata vietata, le pellicce sarebbero state
messe fuori legge, i trasporti di animali aboliti e la vivisezione
cancellata dagli annali della storia..Semplicemente non succederà.
Perchè? Perchè lo sfruttamento degli animali è un grosso business e le
industrie alimentari, farmaceutiche e petrol-chimiche sulle quali la
borsa nazionale si fonda, sono le fondazioni – fisicamente, emotivamente
ed economicamente– dei più vasti abusi sociali che noi tutti soffriamo.
Nelle campagne di alto profilo, l’ALF aveva un ruolo da protagonista,
esattamente nel mezzo tra le torture ed i torturati; ci si dirigeva
verso la giugulare economica, causando agli sfruttatori più danni di
quanto denaro gli entrasse in tasca, forse facendoli oggetto della
stessa paura che loro godevano nel causare e, soprattutto– funzionava
I risultati erano validi, erano tangibili, e quando per la prima
volta ho stretto la piagnucolante sagoma di un ferito, ma salvo, essere
vivente, ho sentito il suo cuore battere contro il mio mentre correvo
insieme a lei verso la libertà, ho saputo che avrei potuto fare di più
io nella mia vita come attivista dell’ALF di quelle migliaia di persone
attraverso gli accettati canali legali.
NC: Qui negli States, Ricordo di aver sentito
delle liberazioni di animali e dei raid durante il giorno in
Inghilterra nei primi e metà anni 80, tutto ciò era incredibilmente
motivante. Nei tardi anni 80 l’ALF è servito a focalizzare maggiormente
l’attenzione sull’infliggere il massimo danno economico con azioni
incendiarie. Potresti dirci qualcosa sulle scelte tattiche dell’ALF
inglese ed il perchè le avete scelte?
MA: I raid della Animal Liberation League nei primi
anni 80 erano sicuramente efficaci nel loro tempo ed hanno contribuito a
generare quel tipo di simpatia ed interesse che hanno portato ad un
aumento nella adesione da parte di nuovi attivisti.
Questi massivi raid alla luce del giorno che coinvolgevano orde di
attivisti erano molto pubblicizzati e le rappresentazioni dei media di
guerrieri in passamontagna che irrompevano in strutture di ricerca
portandone fuori animali e documentazione , ci davano una sensazione di
forza.
Ma le tattiche devono essere fluide ed intercambiabili e coloro che
operano con efficacia contro una forma di abuso o una azienda potrebbero
non trovarsi totalmente a loro agio contro di un’ altra. E, così mentre
le campagne anti-pellicce prendevano lo slancio accanto ad altri
importanti problematiche, gradualmente sono divenute l’obiettivo
conquistabile n.1– come i trasporti di animali vivi oggi– e le cellule
dell’ALF ed i gruppi locali si sono impegnati in uno sforzo congiunto
contro questo disgustoso ‘commercio’.
L’incendio è sempre stata una risorsa importante, rende l’abuso di
animali non profittevole, è il punto di pressione ultimo. Il fuoco
rimuove l’apparato– edifici e veicoli da noi odiati– significa che non
possono essere usati ed i premi delle assicurazioni salgono alle stelle,
aggiungendo al resto anche questo peso finanziario.
Queste tattiche hanno funzionato eccezionalmente bene contro negozi
la cui linea di prodotti non fosse esclusivamente pelliccia; infatti
l’avvertimento era abbastanza forte per convincerli a rimuovere ogni
articolo offensivo, per poter portare avanti il loro commercio. ( La
stessa tattica potrebbe essere usata contro Università che effettuano
solo una piccola percentuale della ricerca totale utilizzando animali).
Dobbiamo isolarli e dividerli all’interno delle loro stesse comunità
lavorative.
In altre parole, il potenziale e l’attuale uso dell’incendio era un
deterrente per loro e gli svantaggi economici di un tale attacco erano
di molto superiori al profitto che potevano fare vendendo pellicce. In
questo modo, era una tattica effettiva ed era improbabile che potesse
essere eguagliata da un’altra. Il rischio di essere catturati era basso,
era economico, d’effetto ed era un modo autonomo di condurre azioni
senza la necessità di conoscere o coinvolgere altri.
Per dirla francamente— chiunque poteva, e ha potuto, farlo!
NC: Quando ero in Uk, ho notato che molti
attivisti di azione diretta erano anche coinvolti in altre “differenti”
lotte politiche ed ecologiste. Alcuni erano hunt sabs o anti-fascisti ed
altri erano vegani ed anche attivi in progetti di comunità, coalizioni
di lavoratori e impegnati nei problemi delle donne. Tu sei una di coloro
che vede una somiglianza tra queste lotte, e se si, perchè?
MA: Si, sono qualcuno che si identifica volentieri
in una diversità di lotte ed attraverso gli anni mi sono mossa in alcune
di esse. Ma molte persone coinvolte in altre problematiche,
specialmente relazionate con le persone, spesso sono sprezzanti del
nostro lavoro con gli animali, fallendo completamente nel vedere la
connessione tra l’abuso degli animali e quello degli esseri umani, la
diretta relazione tra la sperimentazione animale e il crescere delle
malattie tra gli umani e la dipendenza sullo sfruttamento animale per
tutto: dal cibo, ai vestiti, lo sport, l’intrattenimento , il
divertimento e la cosiddetta “salute”.
Se accettiamo come norma la vendita all’ingrosso di creature
indifese, siamo arrivati ad accettare che una attitudine di superiorità,
a condizione che in qualche modo ci porti beneficio fisicamente o
psicologicamente, sia perfettamente OK; e quella attitudine sopravvive
anche nei confronti di persone appartenenti a “minoranze” razziali,
persone disabili, o donne per nominare alcune categorie. C’è una
correlazione. La società, come la conosciamo, ha deliberatamente
confezionato, modellato e preparato una struttura gerarchica piramidale,
nella quale noi, come tutta la gente comune, occupiamo lo strato più
basso. E siamo stati portati ad accettare che alcune istituzioni
esistono, come i governi, la polizia, la vivisezione etc e che senza
queste istituzioni, la “civilizzazione” si disintegrerebbe.
Assumiamo che tu sia stato allevato dalla nascita con persone che ti
dicevano che senza l’aiuto delle stampelle non potevi camminare.
Nonostante tu avessi due gambe perfettamente a posto, a quella età, non
conoscevi la differenza. E saresti cresciuto credendo che la tua
disabilità e la paura di cadere se ti fossero state tolte le stampelle.
Questo è quello su cui si basano i governi- il fatto che i “soggetti”
credono che non possono agire indipendentemente dal ,e nonostante, il
Governo.
Nello stesso modo siamo tutti stati programmati con certe
informazioni, rinforzate dalla ignoranza dei genitori, delle scuole, dei
media e da una vita di abitudini fisiche e morali. La più pericolosa di
queste è la accettazione. La gente accetta la carne come una parte
necessaria della loro dieta perchè l’hanno sempre mangiata continuano a
farlo.
Accettano professioni confezionate, lavori senza uscita, bassi
stipendi, orari lunghissimi, e la loro assenza di potere perchè un
crescente livello di disoccupazione rafforza la loro gratitudine ed il
loro servilismo. E, nei loro frenetici tentativi di arrampicarsi nella
gerarchia sociale, sono anche disposti ad accettare il credo e
perpetuare la convinzione che in qualche modo loro sono “meglio” del
loro equivalente donna, nero o gay.
La gara per arrivare in cima alla pila incoraggia e rinforza i
concetti di base razionalistici e pregiudizievoli e crea divisioni tra
quelle stesse persone per cui le autorità dimostrano cosi’ tanta
noncuranza. Questo viene testimoniato dal fallimento del sistema
sanitario ed educativo, dal fatto che non vi siano alloggi adeguati, che
i posti di lavoro siano sempre più insalubri, dalla crescente
disoccupazione ed un generale sentimento di sconfitta, inadeguatezza e
povertà– tutte le caratteristiche per un grosso aumento della
criminalità.
Gli animali inevitabilmente pagano il prezzo più alto, e in una
impresa in corsa motivata solo a fare soldi e risparmiare soldi, gli
animali sono usati e gettati via in numeri così alti ,a livelli così
elevati, che non solo è considerato “normale”, ma viene accettato senza
farsi domande.
Quello che abbiamo quindi, è un sistema di regole, una organizzazione
di convinzioni ed un modo di pensare e comportarsi comunemente
accettato che incoraggia e perpetua la disunione tra sessi, razze e
specie, e che esiste, ed esiste solamente, perchè noi accettiamo che
esista.
Dobbiamo cambiare l’intera percezione delle persone del mondo attorno
a loro, incoraggiare il pensiero libero, la libertà di parola,
l’auto-determinazione, l’eguaglianza e l’autonomia nell’azione. Dobbiamo
connetterci con le altre organizzazioni di base per condividere
solidarietà e supporto, idee e tattiche, e dissolvere quei confini tra
noi che sono stati creati dall’uomo stesso.
Classe lavoratrice, liberazione animale, anarchismo, femminismo,
ecologismo, resistenza indigena etc tutte le lotte sono una e la stessa
perchè il nemico è comune a noi tutti, e solo la nostra unità
indivisibile può essere forte abbastanza per sconfiggerlo.
Più uomini prenderanno controllo ed agiranno responsabilmente per le
loro vite, più l’equilibrio della psiche umana sarà ristabilito, la sua
spiritualità riparata e la natura e il suo regno saranno rispettati come
un diverso, ed allo stesso tempo eguale, compagno nella grande fabbrica
della vita sulla Terra.
NC: Quindi diresti che qui in America dovremmo
sforzarci per costruire solidarietà con altre lotte contro l’oppressione
sia essa animale, della terra o umana?
MA: L’equilibrio ecologico e spirituale del pianeta e
dei suoi abitanti dipende da questo. Certamente, la connessione tra gli
animali e l’ambiente è indistinguibile, dato che uno non può esistere
senza l’altro. La natura e l’evoluzione hanno perfezionato gli
ecosistemi che meglio supportavano la vita sulla Terra e l’interferenza
dell’uomo ed il furto da lui perpetrato hanno distrutto milioni di anni
di minuzioso aggiustamento, questo non solo devasta l’habitat degli
animali, ma anche quello delle popolazioni indigene del mondo, decimando
le risorse di ossigeno e le potenti cure presenti nelle loro profonde e
rigogliose foreste.
Ogni bastone posto tra le ruote della natura , ha continuato e sempre
continuerà, a rivoltarsi contro la razza umana in modi non misurabili.
Se l’impegno comincia nel proprio giardino, dovremmo forse iniziare a
guardare davvero a casa nostra– non inteso come l’edificio di mattoni
nel quale ci barrichiamo– ma il pianeta sul quale davvero viviamo
NC: Qui in America il governo federale ha
creato davvero una atmosfera di repressione contro chiunque combatta il
loro potere al di fuori del sistema legale. In Uk voi avete l’Animal
Rights National Index (ARNI) di Scotland Yard e l’ M15 che ha a lungo
paragonato l’ALF a gruppi come l’ IRA. Hai qualcosa da dire a quegli
attivisti che hanno timore di partecipare ad azioni dell’ALF in quanto
potrebbero essere etichettati come “terroristi domestici”? E pensi che
gli attivisti in UK vivano nella paura di quello che i loro ideali
potrebbero costare loro?
MA: Il livello di intervento nelle nostre attività
da parte della polizia e dell’M15 è solo indicativo del fatto che
rappresentiamo una reale minaccia. Questo dunque, sembra suggerire che
siamo stati efficaci in campi che sono stati ancora solo parzialmente da
noi compresi.
La nostra risposta inevitabile al loro modo di monitorarci è quella
di andare ancora più a fondo, circondati dalla segretezza, e di operare
di conseguenza. L’aumento dell’attivismo ecologista ha portato a una
diluizione della attività di polizia concentrato al 100% contro “noi”,
il che ci concede una più ampia libertà di azione, ma in larga parte,
quegli attivisti pronti a evadere la legge in nome di una legge morale
più alta, lo stanno ancora facendo nonostante le minacce di sentenze di
carcerazione più lunghe e l’aumento di informatori il cui mestiere è
portarci verso la prigione. Abbiamo capito che nessuno potrebbe mai
definire alcun metodo di punizione per un attivista che sia comparabile a
quello che viene inflitto agli animali che rappresentiamo.
Nessuna lotta è mai stata vinta senza sacrificio personale e posso
dire, dalla mia parte, che sceglierei l’opzione della prigione molte e
molte volte ancora piuttosto che convivere con la colpa, la codardia e
l’egoismo insite nella inattività.
Gli attivisti inglesi semplicemente prendono più precauzioni
oggigiorno. Pochi presenziano in manifestazione o agli incontri. Nessuno
parlerebbe di qualcosa di rilievo in auto, in casa o per telefono e
generalmente si tengono al di fuori dei riflettori e si tengono stretti
ai compagni di fiducia.
Specialmente i nuovi attivisti possono cavarsela con questi metodi,
semplicemente in virtù del fatto che molti di loro sono sconosciuti alla
polizia quindi la sorveglianza è poco probabile ed anche che altri
cospirino alle loro spalle.
Molto raramente gli attivisti sono stati presi “durante il lavoro” e
coloro che lo sono stati erano in ogni caso sotto sorveglianza. Non c’è
nulla di cui avere paura. Non sottostimare mai il tuo credo o il potere
che hai dentro di te per conquistare la tua incertezza ed entrare nel
mondo gratificante dell’attivismo per la Terra.
NC: Qui negli States, sono il primo membro
dell’ALF che ha scontato tempo in prigione, credi che la cattura di
attivisti ALF porti a una diminuzione di azioni ALF? Perchè?
MA: Non vi è alcuna prova che suggerisca che le azioni ALF siano in
diminuzione ed al momento ci sono 12 ‘guerrieri’ imprigionati in UK.
Penso che l’attitudine generale tra le nostre sorelle e fratelli liberi
sia quella che più attivisti sono dentro, più coloro fuori agiranno
dalla nostra parte e questo significa anche incoraggiare gli altri ad
agire.
Il livello di supporto dimostrato per gli attivisti Keith Mann e Dave
Callendar con i loro 11 e 10 anni rispettivamente, come visto alla
Corte di appello e alle manifestazioni per la Giustizia etc, dimostra
semplicemente quanto alla gente importi; e l’indignazione per le
sentenze ridicolosamente alte inflitte ai prigionieri ha portato le
persone ad essere più coinvolte in questa nostra lotta.
L’ALF è onnicomprensivo e mai a riposo. Il fatto che un ragazzino di
16 anni possa decidere di rompere il vetro di un ufficio di ricerca sul
cancro una notte e un anziano gentiluomo di 65 anni possa decidere di
prendere alcune delle galline di batteria del suo vicino, tutto sotto il
nome ALF e senza necessariamente che ciò sia sui titoli dei giornali,
significa che il lavoro essenziale sta andando avanti. Forse non
sentiamo sempre quello che succede, ma succede e la polizia è pienamente
e dolorosamente conscia di questo fatto.
NC: E’ vero che la maggior parte delle
pelliccerie ed adesso anche molti macellai hanno serrande in acciaio
sulle loro finestre a causa del timore dei ripetuti attacchi da parte
dei liberatori di animali?
MA:Si, è vero che un elevato numero di macellai e tutte le
pelliccerie rimaste hanno barre di ferro sulle finestre dopo numerosi
attacchi alle loro vetrate in tutta la nazione, specialmente tramite il
lancio di biglie da una fionda da un veicolo che passa lentamente.
Oltre alle spese che questo già implica, è risaputo che attivisti
abbiano usato strumenti potenti e persino attacchi con arieti montati su
veicoli per danneggiare queste attività.
Nessuna delle loro misure di sicurezza è invincibile, con un po’ di
iniziativa possiamo controbattere i loro meschini tentativi di
nascondersi da noi e, piuttosto letteralmente, farli pagare!
NC: Puoi dirci qualcosa di una delle azioni più
soddisfacenti alle quali tu hai partecipato e come ti ha aiutato a
rafforzare la tua fiducia nella azione diretta?
MA: Non tanto una azione quanto una campagna. Ed è stata quella
contro le esportazioni di animali vivi all’aeroporto di Coventry che
abbiamo fermato dopo appena qualche mese di campagna intensiva.
Cosa era davvero positivo in questo caso era la combinazione di
persone provenienti da diversi percorsi determinate a mettere la
condizione dei vitelli sopra a tutto il resto. Quello che davvero ci ha
portato tutti insieme in azione era vedere fisicamente la lunga coda di
trasportatori di animali lentamente passare di fronte a noi con i
vitelli, piccoli giovani vitelli dolorosamente visibili attraverso le
sbarre.. Giuro che riuscivano a guardarmi direttamente in mezzo alla
folla, fissarmi come per accusarmi direttamente. Questo mi spezzava il
cuore.
Ma abbiamo combattuto e dato tutto, Jill Phipps ha
dato persino la sua vita sul bordo di asfalto al di fuori dei cancelli,
un camion pieno di pesanti vitelli su di lei. Abbiamo risposto con
l’attacco, di giorno eravamo di sorveglianza, facevamo interviste con le
radio, parlando ai passanti che ci raggiungevano per darci cibo o
vestiti caldi; abbiamo fatto diventare vegan alcune persone, abbiamo
sabotato i camion, li abbiamo fermati in ogni modo.
Di notte, entravamo nell’aeroporto per sabotarne la proprietà, le
recinzioni di sicurezza, le luci per l’atterraggio, accendevamo fuochi
lungo le aiuole e fondamentalmente costavamo loro un gran mucchio di
soldi. Siamo tutti stati arrestati e denunciati ad un certo punto ed
obbligati a stare ad almeno un miglio distanti dall’aeroporto, ma siamo
ritornati di notte e, in una occasione, ho fisicamente lottato con due
guardie che mi hanno presa mentre stavo passando la recinzione, con una
scia di distruzione dietro di me.
Abbiamo messo una compagnia di sicurezza contro l’altra, ognuna di
esse operava all’aeroporto ed abbiamo avuto informazioni su quello che
accadeva dietro le scene. La gente ha rotto il cordone di polizia per
incatenarsi alle ruote degli aeroplani ed i piani erano di portar a
termine sempre più sabotaggi. Questo ha fatto infuriare la polizia al di
là del limite ed avevano persino un informatore nel nostro campo di
protesta che mi ha fatto arrestare quando l’ho scoperto.
Quella volta, la polizia mi ha trascinata via e mi hanno messa da
sola in un furgone dove potevo vedere i vitelli caricati sull’aeroporto-
usavano storditori elettrici, erano calciati di continuo, tutti
venivano presi e lanciati all’interno. La polizia aveva giurato di
rompermi ambodue le gambe una volta in cui mi avrebbero portato in
cella. Stava funzionando!
In combinazione con l’esorbitante costo che la sicurezza e la
pressione della polizia avevano sull’aeroporto, stavamo anche
personalmente bersagliando il direttore di Phoenix Aviation,
responsabile dei voli. Aveva assunto guardie del corpo per sorvegliare
la sua casa ed installato sensori e faretti nel suo giardino; ha persino
sparato ad uno di noi. Questo non gli ha impedito che le sue finestre
fossero spaccate, la sua jeep anche e di essere afflitto dal tormento
psicologico di non sapere cosa sarebbe successo dopo.
Abbiamo scoperto i suoi affari, i suoi commerci con trafficanti di
armi, il suo passato criminale, il suo presente criminale. Le sue
guardie del corpo vennero alle nostre tende lasciando vitelli appena
macellati gocciolare sangue sui nostri striscioni e noi abbiamo poi
fatto scoppiare una rivolta nel suo villaggio, facendo davvero un gran
casino. Egli è diventato un uomo distrutto, finanziariamente rovinato,
un disastro nervoso con un matrimonio a pezzi, mentre scrivo, è ancora
coinvolto in numerose denunce per assalto ai danni di attivisti.
Le esportazioni di animali vivi all’aeroporto di Coventry finirono.
Gli ultimi protestanti erano rimasti in piedi raccolti nella pioggia,
attorno ai fiori, messi dove Jill era stata investita. Non ci sarebbero
stati più camion. E come stavano per andarsene, lì nel mezzo della
strada, silenziosamente contemplante, si era fermata una bellissima
femmina di volpe. Spuntata fuori dal nulla, era apparsa e sparita nel
tramonto che stava svanendo. Ci aveva studiati tutti con attenzione ed
andandosene dall’aeroporto passò vicino agli amici raggruppati a lutto
attraverso i campi circostanti. Jill, una attiva sabotatrice di caccia,
senza dubbio si è unita a lei. La battaglia era stata vinta.
NC: Quale livello di importanza che dai media
viene accordato al movimento di liberazione animale inglese e in che
modo questo influenza l’attivismo in Inghilterra?
MA: Durante gli anni, il continuo arrestare ed imprigionare gli
attivisti impegnati nell’ufficio stampa inglese o le “spokepersons” ha
portato molte cellule di attivisti semplicemente a non fare delle
proprie azioni una questione di pubblicità. Questo, in combinazione con
l’attività di controllo dei media da parte del governo che ha
caratterizzato molte delle nostre attività ha fatto in modo che le
operazioni proseguissero con poca o nessuna pubblicità.
La cosa importante era che gli sfruttatori sapessero che eravamo
occupati ed il perchè, e tra gli aguzzini le voci circolavano comunque,
che il pubblico lo sapesse o no aveva poche conseguenze, e le notizie
filtravano comunque attraverso il movimento di liberazione animale e
quello ambientalista e la loro stampa in ogni caso e questo generava la
nostra pubblicità. Generalmente, i media nazionali sono sempre stati
miseramente rappresentativi e ci hanno sempre criticato e, di
conseguenza presentandoci in modo negativo e demotivante.
NC: Mel, in quali modi attivisti in America
possono imparare dai loro corrispondenti inglesi e cosa possiamo fare
per incoraggiare un maggiore coinvolgimento e supporto nell’azione
diretta?
MA:Una delle cose che vale la pena menzionare è l’importanza della
solidarietà e del supporto degli uni per gli altri. Un network di
supporto per i prigionieri forte è indispensabile per la morale di un
movimento di azione diretta e la sua stessa esistenza incoraggia e
pubblicizza l’azione stessa.
Il minimo che un potenziale/attuale attivista deve sapere è che nel
caso di una sua cattura gli/le sarà riconosciuto supporto morale e
finanziario. La gente sarà molto riluttante ad agire sapendo che tutto
quello che otterrebbero è un calcio nei denti per il loro coraggio.
Nella mia opinione, l’azione genera l’azione. Più una cellula è
efficace, più diventerà sicura di sé e più agirà. Abbiamo bisogno che il
“momentum” continui ad andare avanti—come sembra le cose stiano andando
avanti in Nord America– anche grazie alla distribuzione di
pubblicazioni come “No Compromise” che continua a mantenere vive le
informazioni sull’ALF e dimostra semplicemente quanto stia ancora
accadendo e come ognuno abbia da giocare la propria parte perchè questo
accada.
NC: Mel, hai visto molti dei tuoi amici
imprigionati per azione diretta, alcuni sono stati picchiati ed altri
che hanno perso la loro vita in difesa di coloro che non possono
difendersi. Cosa ti fa andare avanti? Cosa ti da lo spirito per
continuare a combattere contro la violenza e la tortura che da sempre
persiste nelle nostre relazioni con gli animali?
MA: Lo devo ai milioni di animali e ai milioni di persone che sono
morte come risultato dell’abuso sistematico di esseri senzienti. Lo devo
ai milioni di animali e persone che continueranno a morire come
risultato di quell’abuso, e lo devo agli amici che non sono più qui.
Quando sono stato coinvolta in questa lotta, ho promesso che sarebbe
stata una lotta sino alla fine e lo pensavo davvero. Quando sono stata
imprigionata ho rinnovato quel patto, avendo sentito, direttamente,
come ci si sente ad essere portati via da coloro che amiamo, isolata da
tutto ciò di cui mi importa e trattata come inferiore ed inutile.
In una prigione ho passato 8 mesi in una cella della grandezza di 6
piedi per 6 piedi ( 2m 142 cm per 2m 142cm) – un incubo per ogni
claustrofobo – e mi ha colpita come un treno il sentire come quegli
animali nelle gabbie devono sentirsi, sia che stiano aspettando di
essere sottoposti ad esperimenti, aspettando di essere comprati, o
aspettando di morire, senza assolutamente conoscere alcuna data di
rilascio, cosa di cui i prigionieri hanno il beneficio. Il prospetto
psicologico di una vita dietro le sbarre, lasciando da parte qualsiasi
sofferenza fisica che possa implicare per loro, era, in modo molto
ridotto, trasmesso a me attraverso le mie personali esperienze e questo
ha rafforzato la mia risoluzione nella lotta come mai prima.
Non soltanto ho percepito il tormento del loro mondo, ma sono andata
oltre una delle delle più solide barriere umane—quella della paura. E’
la paura di quello che potrebbe accadere che ci preclude di fare ciò che
è giusto. Io avevo quella paura, come chiunque. La paura dell’ignoto è
molto potente, ma ho dovuto ascoltare la mia coscienza – avevo visto
troppo per tornare indietro. Sono arrivata al peggio che potevano
impormi ed ho posso dire onestamente “era soltanto questo?” Senza
saperlo, i poteri hanno cancellato il mio ultimo legame con il loro
mondo ed ora sono davvero libera e padrona di me stessa.
NC: C’è ancora qualcosa che vorresti condividere con i lettori di NC sul futuro, speranza, vittorie e così via?
MA: “la Vittoria” è uno stato mentale. Ogni volta
che salviamo un animale e preserviamo la sua vita – quella è una
vittoria. Vittorie reali accadono ad ogni nostra azione.
Se pensiamo tutti a quanto spaventoso il problema sia nella sua
totalità, a quanto sembri opprimente e a quanto i nostri sforzi sembrino
privi di senso rispetto ad un male così grande, allora avremo senza
dubbio fallito in ogni aspetto.
Siamo nati come individui e moriamo come individui, e da qualche
parte durante questo percorso ci troviamo spersi, un po’ insicuri,
leggermente dipendenti dagli altri ed iniziamo a seguire ciecamente la
massa o un ideale, usando le stesse vecchie e logore tattiche perchè gli
altri lo fanno, soddisfatti con la consapevolezza che gli “altri” si
prendono cura delle “cose difficili”. Perdiamo la percezione della
nostra unica abilità di pensare, sentire ed agire; di prendere
iniziativa, di dare il via alle campagne e di vedere attraverso le
nostre idee. Non è necessario un gran numero di persone e nemmeno
tecniche segrete. Non dovrebbe essere permesso che solo alcuni di noi si
prendano tutto il rischio, anche se saremmo disposti a farlo.
Non esistiamo nel vuoto e neanche tu. Uniamoci e sentiamo in noi
stessi il potere che si agita dentro di noi; utilizziamo quella energia
ed iniziamo a lanciare frecce infiammate in direzione dei nostri
obiettivi. Frecce che illuminino la via per gli altri. Per ogni volta
che agiamo con purezza e compassione, ogni volta che tendiamo una mano
di aiuto ad una vita attorno a noi, vinciamo in modi troppo sottili per
essere notati, ma troppo importanti per essere ignorati. Diamo un calcio
alle nostre stampelle ed iniziamo a volare!
NC: Mel, da parte di No Compromise, vorrei
ringraziarti non solo per questa intervista, ma per il tuo sacrificio
disinteressato per il popolo animale. Sono sicuro che ti vedremo presto
di ritorno tra le trincee.
http://liberazioneanimalegenova.noblogs.org/post/2012/05/01/le-fiamme-della-vittoria-rod-coronado-intervista-melanie-arnold/
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