sabato 14 aprile 2012

Perchè se il demianio si vende è per sempre. STOP land grabbing!


Il 17 aprile è la giornata internazionale delle lotte contadine, che ricorda il massacro di 19 contadini che lottavano per terra e giustizia in Brasile, nel 1996. Ogni anno si celebra questo giorno in tutto il mondo, a difesa dei contadini e delle contadine che lottano per i loro diritti.

http://viacampesina.org/slide/17april/index.html


Il land grabbing, conosciuto anche come “accaparramento di terre” è il modello di sviluppo basato sull’espropriazione e il controllo delle terre demaniali e di risorse comuni. Spesso realizzato con la connivenza di governi e autorità locali, l’accaparramento delle terre porta alla concentrazione delle risorse naturali nelle mani dei grandi investitori e delle imprese multinazionali che controllano piantagioni, risorse idroelettriche, minerarie, infrastrutture, attività turistiche, immobiliari e così via.

Le conseguenze del land grabbing hanno a che fare con gli equilibri su scala globale e si legano all’espulsione e l’allontanamento delle popolazioni locali, generalmente contadini e contadine , allala violazione dei diritti, all’aumento della povertà, alla divisione sociale e alla contaminazione dell’ambiente.

La svendita e la concentrazione della terra non riguarda solo situazioni lontane. Anche in Italia il demanio è messo in vendita e utilizzato per costruire nuove strade, svincoli, bretelle, capannoni, supermercati, villette a schiera. Fiumi, boschi,valli e terreni agricoli sono in questo modo sottratti a un uso comune per diventare proprietà private o beni ad uso esclusivo.

Oggi questo processo sta subendo un’accelerazione che comprende, ad esempio, le recenti leggi del governo Monti sulla privatizzazione del patrimonio demaniale. (per info: Art. 66 Dismissione di terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola in: Decreto Legge 24 gennaio 2012, n. 1 ). Secondo le nuove disposizioni, terreni agricoli e a vocazione agricola di proprietà dello Stato e degli Enti pubblici nazionali saranno individuati per essere poi venduti cura dell’Agenzia del demanio o mediante un’asta pubblica. I terreni venduti avranno una destinazione agricola per i primi venti anni. Trascorso questo tempo non ci sono tutele sulla destinazione di queste risorse per cui sul terreno acquistato si potrà fare anche dell’altro. Le Regioni, le Province e i Comuni potranno inoltre vendere, di loro iniziativa o su richiesta di eventuali soggetti interessati, beni appartenenti al demanio marittimo o idrico e anche terreni ricadenti all’interno di aree protette.


http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/EF2DD08F-1AB6-470A-891F-D52DE59842EA/0/20120124_DL_1.pdf


Occuparsi di queste terre per impedirne la s-vendita significa preservarne le caratteristiche di bene comune, riappropriarsene. Trasformare queste aree in campi, orti, giardini e parchi autogestiti apre la strada ad un modo differente di considerare il rapporto tra tutti e il territorio in cui viviamo.

Su queste terre è possibile costruire un pezzo di quel futuro che ha alla base una produzione locale, diretta, biologica del cibo, dove il controllo di questo bene primario non sia in mano all’industria agroalimentare, dove si instaurano nuovi rapporti tra le persone, si pratica la libertà di agire lontani dal mercato.
Perché se si vende il demanio è per sempre.

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