"C'è chi nasce sbirro, io sono nato ladro".
Il 28 aprile del 1980 Renato Vallanzasca mette a segno una delle tante evasioni di cui è costellata la sua carriera.
Vallanzasca,
nato a Milano nel 1950, inizia già da ragazzino con piccoli furti e
taccheggi, arrivando in breve a costruirsi un nome nei quartieri
milanesi.
La prima interruzione alla sua ascesa di carriera avviene
il 28 febbraio del 1972; all'arresto segue la detenzione nel carcere di
San Vittore, da cui però viene trasferito per i continui disordini e
incitamenti alle rivolte carcerarie di cui si rende protagonista: il suo
atteggiamento di insubordinazione arriva a fargli contare trasferimenti
da 36 penitenziari diversi.
Nel 1976 la prima evasione, a cui
seguono una serie di nuove rapine ed azioni fino al secondo arresto,
avvenuto il 15 febbraio del 1977.
Dopo tre anni di detenzione
(nuovamente a San Vittore), Vallanzasca arriva a progettare la fuga del
28 aprile: durante l'ora d'aria compaiono tre pistole introdotte
misteriosamente nel carcere; un gruppo di detenuti, tra cui Vallanzasca,
prende in ostaggio il brigadiere Romano Saccoccio e si fa strada fino
all'uscita del penitenziario.
All'esterno si scatena una lunga
sparatoria per le vie di Milano al termine della quale Vallanzasca,
ferito, viene ricatturato assieme ad altri nove compagni di fuga.
Il
gruppo di evasori era composto, oltre che dal "bel Renè", anche da
Corrado Alunni (esponente di Prima Linea), Emanuele Attimonelli (leader
dei NAP), dal boss della Comasina, dal suo vice Antonio Colia e da altri
dodici detenuti.
Solo cinque dei fuggiaschi riescono a far perdere le loro tracce.
Negli
anni successivi l'elenco di rapine, rivolte e risse carcerarie compiute
da Vallanzasca continua ad allungarsi, alimentando così il fascino
creatosi attorno alla sua figura (ancora oggi Renato Vallanzasca
continua a ricevere ogni settimana decine di lettere da parte di
ammiratrici).
All'oggi è condannato complessivamente a quattro
ergastoli e 260 anni di reclusione ma dal 2010 usufruisce del beneficio
del lavoro esterno.
"Sono nato per fare il delinquente, il resto
sono balle. Non sono una vittima della società. Non mi reputo tale. Sono
un ragazzo che poteva avere la possibilità di studiare. Anche se non
ero di una famiglia benestante, non ci mancavano i mezzi, eravamo in una
condizione agiata. Ma fin da piccolo mi piaceva rubare i soldatini".
http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/1295-28-febbraio-1980-vallanzasca-evade-da-san-vittore
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