lunedì 14 maggio 2012

Il prefetto: «Chiederemo rinforzi»

Le parole di Francesco Musolino dopo il vertice convocato dopo l’attentato a Roberto Adinolfi, gambizzato a Genova lunedì scorsoGenova - Si è svolto dalle 11 alle 13 l’annunciato vertice sulla sicurezza in Prefettura convocato dal prefetto, Francesco Musolino, dopo l’attentato contro Roberto Adinolfi, Ad di Ansaldo Nucleare; oltre al questore di Genova, Massimo Mazza e al comandante provinciale dei carabinieri Marco Azzaro, presente anche il responsabile della sicurezza di Ansaldo-Finmeccanica, Paolo Campobasso.
Durante la riunione, convocata per definire i provvedimenti di tutela a dirigenti e stabilimenti considerati “sensibili”, Campobasso ha fornito una lista di dirigenti che operano a Genova. Nello stesso tempo, il dirigente ha reso noti i provvedimenti che la stessa Finmeccanica ha disposto per aumentare la sicurezza di dirigenti e aziende del gruppo.
Al termine dell’incontro, lo stesso Musolino ha detto: «Chiederemo rinforzi, anche per rafforzare le misure di tutela in vista delle elezioni». A chi gli chiedeva se questo significherà impiegare uomini dell’Esercito, Musolino ha risposto: «Vedremo, chiedete alla Cancellieri. Comunque, a Genova abbiamo già gli Alpini».
Musolino non ha escluso la tutela a «enti sensibili» come Equitalia, o a docenti dell’università di Genova che per la loro specializzazione potrebbero entrare nel mirino degli anarchici informali.
Ma il ministro dell’Interno Cancellieri questa mattina ha già fatto sapere che non ci sarà un incremento di uomini dell’Esercito in chiave antiterrorismo, sottolineando che «non ci saranno militari in più» e che verranno impiegati quelli che già ci sono, «con una razionalizzazione». In visita a Pavia, la Cancellieri (che a Genova è stata prefetto) ha detto che pensa di utilizzare «gli uomini che già ci sono», perché «l’Esercito è già usato». A una domanda specifica, poi, il ministro ha ribadito che «a meno che non dovessero succedere fatti particolari, come quelli che abbiamo visto, pensiamo di utilizzare gli uomini che abbiamo, con una razionalizzazione o un diverso utilizzo».
Sempre questa mattina, dopo essersi spostata ad Alessandria, la Cancellieri ha detto che «la Tav è la madre di tutte le preoccupazioni: lavoreremo anche per il Piemonte».

Gli anarchici e libertari si dissociano dalla Fai
Gli anarchici e libertari di Genova rispondono agli Informali del Fai/Fri che li chiamano in causa nella rivendicazione all’attentato all’Ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, definendoli affetti da «cittadinismo che puzza di morte».
«È immorale - scrivono i libertari genovesi su un noto blog anarchico - farsi fare la morale su come un anarchico dovrebbe agire per essere “degno” di questo nome». «Da una parte la questura che, da anni, preme per arrestarci e, dall’altra, la neoavanguardia federata che ci spia, pronta a misurare quanto tempo passiamo in “salotto”, cosa facciamo la sera e quanto sia radicale ciò che facciamo quando scendiamo in strada. Noi a Genova in questi anni siamo scesi in strada e abbiamo partecipato a lotte sociali, organizzando manifestazioni e contestazioni, abbiamo occupato e agito non perché riteniamo che sia un percorso graduale che porta alla “lotta armata” ma perché questo è il nostro modo di fare. Ci dispiace se non combacia con l’idea dei “celoduristi dell’anarchia”».
Il comunicato chiude affermando che «questa è l’idea che abbiamo di insurrezione e di rivoluzione. Se la società futura che “gli sparatori” hanno in mente è quella di chi guarda l’altro dall’alto in basso allora non combattiamo dalla stessa parte della barricata».
Lavoratori e istituzioni in piazza
Intanto,
contro il terrorismo si schiera tutto il mondo del lavoro: oggi i dipendenti dell’Ansaldo di Campi (e delle altre aziende liguri del gruppo Finmeccanica) si sono fermati per 2 ore al termine di ogni turno, con presìdi sino alle 11. Fuori dello stabilimento anche la figlia di Guido Rossa, Sabina, e l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha parlato di una minaccia «da non sottovalutare», perché «oggi ci sono nuovi obiettivi, ma i metodi ricordano quelli dei tragici anni delle Br». Di più: secondo Epifani, in città per un convegno organizzato da Fillea-Cgil, «non è possibile che da 9 anni la Federazione Anarchica Informale mandi bombe, plichi postali, colpisca persone e non si sia venuti a capo di nulla».
Di diverso parere, invece, Franco Grondona, segretario provinciale della Fiom-Cgil, che ha detto al Secolo XIX che «non siamo agli anni di piombo»:
Di tenore simile le parole dell’attuale segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel capoluogo ligure per partecipare al convegno Fillea al Teatro della Gioventù: «Ci troviamo di fronte a un fenomeno terroristico nuovo, che non ha le stesse caratteristiche degli anni di piombo. Ma non dev’esserci sottovalutazione». Secondo la Camusso, comunque, «il movimento dei lavoratori deve alzare la guardia, non concedere nessuna attenuante, perché nella storia il terrorismo ha danneggiato solamente i lavoratori, le loro conquiste e la democrazia».
Le parole di Susanna Camusso questa mattina:
Secondo il segretario della Cgil, «le tensioni sociali sono figlie delle difficoltà economiche, del lavoro che non c’è, dell’iniqua distribuzione del reddito. È il terrorismo a non essere figlio del disagio sociale, semmai il terrorismo strumentalizza il disagio sociale, e non ha nessuna giustificazione. I lavoratori Ansaldo e Finmeccanica giustamente hanno scioperato in modo unitario per dire no al ritorno del terrorismo».
La Camusso ha detto la sua anche sulla possibile risposta dello Stato: «Penso che il ministro Cancellieri con il terrorismo riproponga una strada che abbiamo già visto, l’Esercito. Capisco la sua preoccupazione, credo però che la vera necessità del paese sia avere un’intelligence che funzioni. Serve una capacità di indagine rispetto al fenomeno terroristico, il vero problema del paese è ricostruire una capacità di indagine e prevenzione, non l’Esercito».
Della “reazione” dei lavoratori Ansaldo ha parlato anche il segretario ligure della Uilm, Antonio Apa: «In questo difficile momento di crisi economica, una minoranza velleitaria di esaltati che si armano per colpire persone semplici, quadri intermedi dello Stato e delle amministrazioni, vanno al più presto individuati e assicurati alla giustizia. L’Ansaldo è un pezzo dell’economia del paese, lo abbiamo dimostrato con lo sciopero odierno. Rispetto a questa degenerazione del quadro sociale, sindacato e lavoratori saranno uniti contro ogni forma di estremismo».
Giovedì Genova sarà in piazza
Giovedì, intanto, ci sarà una manifestazione in piazza De Ferrari: per ora «bisogna ringraziare i lavoratori del gruppo Ansaldo-Finmeccanica che oggi sono in sciopero per dire “no” al terrorismo - ha detto ancora Epifani questa mattina - Ma giovedì sarà tutta la Genova democratica a manifestare contro la violenza. Ancora una volta da Genova parte una risposta forte al terrorismo. Ognuno deve fare la sua parte per sradicare questo fenomeno: l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno in Italia è che ci sia questo clima di violenza. Il volantino della Fai sembrerebbe parlare dall’esterno del mondo del lavoro, ma c’è il rischio di idee di emulazione, perciò il terrorismo va sradicato prima possibile».
Si amplia il fronte delle indagini
Ma per le prossime ore è fissato anche un altro incontro, per approfondire un fronte d’indagine contiguo alle piste che si stanno consolidando in questi giorni: la Digos ha chiesto un colloquio al rettore dell’Università, Giacomo Deferrari, entro l’inizio della settimana, per parlare di temi «inerenti» all’agguato ad Adinolfi, gambizzato lunedì scorso.

Il primo punto in agenda è lo screening d’un certo numero di docenti ritenuti dalla polizia potenzialmente «a rischio», per i temi trattati nei loro corsi. E però non v’è dubbio che il vertice all’interno dell’ateneo rappresenti un passaggio importante, che può essere letto alla luce di diversi elementi emersi nelle ultime ore. E che stanno spingendo gli inquirenti a cercare un collegamento fra anarchici greci, seguaci dell’ecoterrorismo italiani e loro potenziale “contatti” - recenti o passati - fra studenti e militanti residenti all’ombra della Lanterna.
L’obiettivo è dare un nome ai componenti della cellula “Olga” (aderente alla cosiddetta “Federazione anarchica informale”) che hanno rivendicato l’agguato d’una settimana fa e vivono con ogni probabilità nel capoluogo ligure.

--estratto dal giornale borghese secolo xix di Genova
 
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/05/14/APo1bdVC-chiederemo_prefetto_rinforzi.shtml#axzz1ur9oVEVe

(ci sono anche video)








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