martedì 10 aprile 2012

LA SQUALLIDA PROSPETTIVA DEL COLLABORAZIONISMO


Ci chiamano alla ragionevolezza e alla riflessione. Ci invitano a non essere i cattivi ragazzi di sempre, a capire come stanno le cose. Ci invitano alla collaborazione.
Da un lato (quello del potere) le braccia sono aperte, anche se il prezzo iniziale della contrattazione è ancora esorbitante. Dall’altro (quello dell’ex contropotere immaginario) le braccia sono non meno aperte e non si cerca nemmeno di farsi fare uno sconto.
L’urganza biologica viene fatta crediamo nelle nostre idee e nella nostra capacità di trasformare la realtà, non perché crediamo in quello che siamo che non pensiamo possibile una modificazione. Non siamo gli adoratori imbecilli di un mod4ello considerato come verità. Ma non siamo nemmeno i collaborazionisti che fondano la propria convinzione su una critica negli uffici del ministero dell’interno.
Collaborando ci si consegna in blocco al nemico, non si propone un’alternativa per dislocare la lotta altrove. Non ci sarà mai un “altrove” per i collaboratori. Essi porteranno sempre con sé il proprio passato, imballato nella merda del loro presente.

(estratto da E Noi Saremo Sempre pronto A Impadronirci Un’altra Volta del Cielo – Alfredo M. Bonanno, Edizioni Anarchismo, prima edizione in volume ottobre 1984, tratto da “Anarchismo” n. 42, marzo 1984)

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