di Antonio Mazzeo
Scuole italiane sempre più armate e militarizzate. Incontri e
lezioni in classe con generali ed ammiragli, gemellaggi con i college
per i figli dei militari Usa, attività didattiche sponsorizzate da forze
armate e Finmeccanica, visite guidate a caserme e basi navali.
L’educazione alla guerra è ormai una delle materie più gettonate dai
licei, ma nessuno avrebbe mai immaginato che una delle basi radar ad
alto impatto elettromagnetico, oggetto degli appetiti della camorra,
sarebbe divenuta la meta delle gite primaverili di centinaia di studenti
campani.
A Giugliano (Napoli), grazie ad un accordo tra il sindaco Giovanni
Pianese, l’assessora alla pubblica istruzione Angela Rispo ed il
comandante del 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare (GRAM) Sergio
Cannas, i cancelli della stazione radar di Licola verranno aperti per
tutto aprile agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado del
comune. “La convenzione – spiega il sindaco – prevede la realizzazione
di una visita guidata gratuita per i ragazzi frequentanti l’ultimo anno
presso la struttura che, sebbene poco nota, costituisce un’eccellenza
nell’organizzazione della Difesa Aerea Nazionale”.
Complessivamente saranno circa 250 i ragazzi di Giugliano che
raggiungeranno la base con bus messi a disposizione dai militari.
L’accordo Comune-Aeronautica definisce nei particolari il programma
delle visite: un briefing iniziale, un question time e il tour
alle sale operative e al sistema radar. Infine, a mezzogiorno, un coffee
break “offerto dal Comandante del 22° GRAM presso il Circolo Ufficiali
del Reparto ed a seguire il saluto del Comandante per poi rientrare
nella sede scolastica”. Di sicuro una giornata che non sarà facile
dimenticare.
Base di rilevante importanza strategica quella di Licola, immancabile
protagonista delle operazioni di guerra nei Balcani e più recentemente
dei bombardamenti in Libia. Il 22° GRAM è un CRP – Control Reporting Post
sotto il comando della Nato e concorre alla sorveglianza e alla
“difesa” dello spazio aereo nazionale, alla conduzione di “azioni
tattiche” e alla “diffusione delle informazioni sulla situazione aerea
agli altri enti della catena di Comando e Controllo”.
Le operazioni di Licola sono garantite da una rete di sensori radar
integrati con quelli degli altri paesi appartenenti all’Alleanza
atlantica e facenti capo al Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico
(Ferrara) e, per la parte in volo, dai caccia “Eurofighter” del 4°
Stormo di Grosseto, dal 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari), nonché
dagli F-16 in forza al 37° Stormo di Trapani-Birgi. Secondo il Ministero
della difesa, il 22° GRAM “esercita inoltre le funzioni di controllo tattico,
comune a tutti i Gruppi radar dell’Aeronautica militare, dei sistemi
d’arma assegnati e che si espletano, sostanzialmente, con il controllo
dei velivoli in allerta Nato e delle missioni addestrative e con il
contrasto alla minaccia aerea terroristica”.
La base radar è sorta nel dicembre 1955, quando l’Aeronautica decise di trasferire a Licola il Control and Reporting Post
per la gestione del traffico aereo civile e militare del centro Italia,
prima ospitato nell’aeroporto di Capodichino. Dal luglio 1972 il sito
fu trasformato in Master Direction Center alle dipendenze
operative del 3° S.O.C. di Martina Franca (Taranto). Nel 1983 ebbe
inizio la fase di transizione dalla vecchia configurazione
fonetico-manuale a quella semi-automatizzata NADGE (Nato Air Defence Ground Environment),
il sistema di comando e controllo della difesa aerea che copre
integralmente il territorio europeo della Nato, dalla Norvegia alla
Turchia. Nella base, in particolare, fu installato un radar 2D del
modello “Argos 10” della Selenia, oggetto di inchieste da parte di
alcune Procure per le emissioni di pericolose onde elettromagnetiche ben
aldilà dei limiti consentiti dalle normative.
Successivamente Licola passò dalla configurazione NADGE/CRC a quella definitiva di CRC/FNS (Full Naegis Site),
acquisendo la capacità di scambiare informazioni con i velivoli radar
“Awacs”, schierati dalla Nato in alcune basi europee, tra cui Trapani.
Nel 1995 il sito fu oggetto di ulteriore ammodernamento con
l’installazione del Radar Integration System (RIS) che consente
di coordinare e gestire congiuntamente le operazioni di otto testate
radar dislocate sull’intero territorio nazionale. Le apparecchiature
furono ulteriormente potenziate: l’Argos 10 fu sostituito dal radar 3D
“multimissione e a lunga portata” AN/FPS-117 della Lockheed-Martin,
anch’esso ritenuto da tecnici indipendenti e ambientalisti come
pericolosa fonte di inquinamento elettromagnetico. Quest’ultimo sistema
sta per essere sostituito dal Fixed Air Defence Radar (FADR) RAT31-DL
prodotto da Selex Sistemi Integrati, azienda del gruppo Finmeccanica.
Il nuovo programma radar interessa Licola e altri undici siti radar
italiani e comporterà una spesa di 260 milioni di euro circa. Per
l’azienda produttrice, il RAT31-DL avrà “eccellenti capacità di
scoprire e tracciare i segnali radio a bassa frequenza di aerei e
missili balistici”, supportando diverse funzioni d’intelligence e guerra
elettronica in ambito alleato. Il Fixed Air Defence Radar appartiene
all’ultima generazione dei sistemi 3D a lungo raggio: con una portata
sino a 500 km di distanza e 30 km in altezza, opera in una frequenza
compresa tra 1,2 e 1,4 GHz (L-band) e con una potenza media irradiante
di 2,5 kW. Ignoti, ovviamente, gli impatti che ne deriveranno
sull’ambiente e la salute della popolazione residente nei pressi della
base radar AMI.
Se “poco nota” in ambito militare, l’installazione di Licola è ben
conosciuta tra i cronisti e gli inquirenti impegnanti sul fronte
anti-camorra. Nel dicembre 2011, un’inchiesta della magistratura
napoletana ha accertato che alcune ditte di riferimento del clan dei
Casalesi avevano gestito in subappalto (tra il 2003 e il 2004) alcune
delle opere di potenziamento infrastrutturale del 22° GRAM, ottenendo in
particolare la fornitura di cemento e calcestruzzo. Secondo l’accusa,
le imprese avrebbero impiegato “materiali qualitativamente e
quantitativamente diversi e inferiori rispetto alle previsioni del
capitolato”. Tra gli indagati, il boss Pasquale Zagaria e un colonnello
dell’Aeronautica militare, direttore dei lavori per conto della Difesa.
Quest’ultimo avrebbe ricevuto compensi non dovuti da una ditta
d’impiantistica nella titolarità di Immacolata Capone, la donna ai
vertici del clan Moccia di Afragola, uccisa in un agguato camorristico
il 17 marzo 2004. Difficilmente qualcuno ricorderà l’episodio nei
briefing con gli studenti di Giugliano, aggiungendo magari che Licola è
al centro dei misteri e dei depistaggi sull’abbattimento del DC9 Itavia,
la notte del 27 giugno 1980, ad Ustica…
http://romperelerighe.noblogs.org/post/2012/04/24/studenti-in-gita-alla-base-nato-che-arricchi-la-camorra/#more-947
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento