di Antonio Mazzeo
Come rafforzare l’alleanza politico-militare tra Italia e Stati
Uniti e nel contempo indebolire il fronte del No all’installazione del
MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze
armate Usa? Per il Dipartimento di Stato basta gemellare un liceo
siciliano con una high school d’oltreoceano e il gioco è fatto. Così, lo scorso 15 febbraio, il Public Affairs Office
del Consolato generale degli Stati Uniti di Napoli ha inviato una
lettera all’Associazione americana degli insegnanti d’italiano (AATI),
istituzione fondata in Canada nel 1924 per promuovere lo studio della
lingua e della letteratura italiana nei college e nelle università
nordamericane. Oggetto, lo sviluppo di un Sister School Program
a Niscemi, la cittadina in provincia di Caltanissetta dove sta per
essere installato uno dei quattro terminali terrestri del famigerato
MUOStro per le guerre stellari.
“Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America è interessato a
stabilire un’interessante opportunità di scambio educativo”, scrivono i
funzionari del Consolato di Napoli. “Noi saremmo particolarmente grati
di un vostro aiuto nell’identificazione di una scuola superiore
statunitense da gemellare con il Liceo scientifico Leonardo da Vinci di
Niscemi. Questo legame ha la possibilità di fornire una forte base per
la programmazione culturale ed educativa di cui beneficeranno
enormemente le due istituzioni oltre a migliorarne la reciproca
conoscenza. La cosa bella di questo programma è la sua flessibilità; voi
potete modellarlo per adattarlo alle necessità della vostra scuola. Il
vostro livello di comunicazione può andare dalla semplice spedizione di
lettere alla sponsorizzazione di scambi internazionali di studenti”.
Il consolato Usa espone con chiarezza i fini e gli obiettivi perseguiti dal Sister School Program.
“Si tratta di un’iniziativa individuale e diretta che è stata disegnata
dal Dipartimento di Stato per migliorare le odierne relazioni
USA-Italia riguardo a specifici sforzi militari e diplomatici”. In caso
di successo del programma, si aggiunge, “non solo ci saranno importanti
benefici dal punto di vista culturale ed accademico per ambo le parti,
ma da quello diplomatico, gli interessi statunitensi ed italiani saranno
favoriti grazie all’accresciuto contatto”. Le scuole dunque non solo
come fabbriche di consenso ma anche laboratorio per sviluppare sforzi e interessi politico-militari interalleati. All’ombra, magari, delle industrie di guerra e della armi.
Ad una partnership pro-MUOS tra scuole e studenti siculo-statunitensi
ci avevano pensato in verità anche l’ex ministro della difesa Ignazio
La Russa e il governatore dell’isola Raffaele Lombardo. Tra le effimere
compensazioni previste dal protocollo d’intesa Governo-Regione per gli
enti locali che saranno investiti dalle emissioni elettromagnetiche del
nuovo sistema satellitare, compaiono infatti “la promozione e
l’istituzione di summer schools in gemellaggio con centri
d’eccellenza americani” e “la costituzione di borse di studio per gli
studenti niscemesi per lo svolgimento di attività di studio/ricerca
presso gli Stati uniti d’America”. Adesso che le antenne del MUOS sono
pronte, dalle parole si è passati evidentemente ai fatti.
A Niscemi, però, del gemellaggio in itinere e delle sue conclamate
finalità diplomatico-militari sono all’oscuro proprio gli insegnanti e
gli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore “Leonardo Da Vinci”.
Solo il dirigente, prof. Fernando Cannizzo, ammette che nel liceo “è in
corso un’iniziativa, ancora allo stato embrionale, finalizzata a creare
scambi di natura culturale con studenti statunitensi, assolutamente non
collegata con la vicenda del MUOS”.
Il “Da Vinci” è una vera e propria spina nel fianco dei programmi di
militarizzazione del territorio niscemese. Nell’istituto si sono formati
molti dei giovani che animano le campagne di mobilitazione popolare
contro il nuovo sistema di guerra Usa. Lo scorso anno, mentre le forze
politiche locali capitolavano sotto l’offensiva pro-MUOS di Raffaele
Lombardo e del governo italiano, erano gli studenti dell’istituto a
mantenere viva l’attenzione contro i lavori d’installazione delle
antenne satellitari all’interno della riserva naturale “Sughereta” di
contrada Ulmo. Il 28 febbraio 2011, in particolare, essi si
autoconvocavano in assemblea, dando vita ad incontri di approfondimento,
seminari e proiezione di filmati e, il successivo 12 marzo, ad un
colorato corteo nelle vie cittadine. Le iniziative studentesche hanno
consentito di riaccendere le proteste contro il MUOStro in Sicilia.
Perché allora l’interesse al Sister School Program da parte
dei funzionari del Dipartimento di Stato e del Consolato generale Usa di
Napoli? Forse la risposta sta in un incidente di percorso,
l’organizzazione da parte del liceo “Da Vinci” di una “conferenza
scientifica” in cui furono fortemente ridimensionati gli impatti
ambientali e sulla salute umane delle onde elettromagnetiche del MUOS.
L’iniziativa fu duramente stigmatizzata dai no war. “Non ci risulta che
la Conferenza sia mai stata deliberata dal Collegio dei docenti né che
esso sia stato mai chiamato anche informalmente ad esprimersi sulla sua
organizzazione”, denunciò il Comitato No MUOS. “Ci sembra poi scorretto
che i volantini, consegnati solo ad una stretta elite di invitati, siano
stati stampati a colori all’interno ed a spese dell’istituto”. Ancora
più infelice la decisione di affidare le relazioni “scientifiche” a tre
docenti della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di
Catania, sin troppo “amica” delle forze armate statunitensi ed italiane.
Negli anni fiscali 2001, 2002 e 2005, il Dipartimento di ingegneria
elettrica, elettronica e dei sistemi (DIEES) dell’ateneo catanese ha
sottoscritto tre contratti con il Pentagono per complessivi 118.750
dollari per non meglio specificati progetti di “ricerca”. Sempre il
DIEES compare tra i partecipanti al Renewable Hydrogen R&D Projects Lab
(IDRILAB) per la realizzazione d’impianti di generazione da fonti
rinnovabili e produzione d’idrogeno, accanto ad Ecoenergy – LAGECO
Costruzioni di Catania, società chiamata ad eseguire proprio i lavori di
realizzazione delle piattaforme delle antenne del MUOS. La LAGECO vanta
tra i principali committenti lo stesso DIEES, la Marina militare Usa e
il 41° Stormo dell’Aeronautica militare italiana.
Nel novembre 2008, proprio il 41° Stormo Antisom di stanza nella
grande stazione aeronavale di Sigonella è stato onorato della visita di
una delegazione ufficiale della facoltà d’Ingegneria meccanica
dell’Università di Catania, composta dai professori Massimo Oliveri,
Gabriele Fatuzzo e Gaetano Sequenza. “Durante il colloquio con il
comandante della base di Sigonella, colonnello Antonio Di Fiore”, recita
il dispaccio emesso dall’Aeronautica militare, “i docenti hanno
inoltrato la richiesta di formalizzare un rapporto di collaborazione fra
le due istituzioni, con l’obiettivo precipuo di organizzare degli
stages di formazione per gli universitari presso le strutture della base
e con la possibilità nel contempo di riconoscere dei crediti ad
eventuali studenti militari”.
Negli ultimi due anni accademici, l’Università di Catania è pure riuscita a strappare 475.000 dollari allo SPAWAR - Space and Naval Warfare Systems Center Pacific,
il centro di ricerca spaziale della Marina di guerra statunitense, per
programmi top secret nel campo dell’elettronica e delle
telecomunicazioni. E allo SPAWAR, guarda caso, fa capo il miliardario programma di realizzazione della rete MUOS…
http://romperelerighe.noblogs.org/post/2012/04/24/il-da-vinci-gemellato-al-muostro-di-niscemi/#more-945
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