sabato 21 aprile 2012

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La influencia de Stirner

Si Nietzsche plagió, o no, a Stirner ha sido objeto ya de mucha discusión. Como dato curioso, el año de la primera edición de El único y su propiedad, 1844, es el del nacimiento de Nietzsche. Parece ser que un amigo de Nietzsche, Overbek, estaba convencido de que se encontraba seducido por el individualismo estirneriano; Charles Andler llegaría a decir, a propósito de esta controversia: "La frente de Nietzsche se iluminaba al pronunciarse el nombre de este libro". También parece que el autor de El ocaso de los ídolos diría a un discípulo suyo, sobre la obra de Stirner, que "es lo más audaz y lo más lógico que ha habido desde Hobbes". Parece aceptable creer que Nietzsche leyó y sintió admiración por la obra de Stirner, aunque al parecer Andler va más allá y habla de una influencia muy fuerte e incluso de plagio. En un prefacio a una edición de El único... en español, Miguel Giménez Igualada habla de influencia silenciosa sobre Nietzsche, aunque no total, y se atreve casi a afirmar que Así habló Zaratustra se escribió pensando en Stirner. Otros autores, en el polo opuesto, han negado tal influencia e incluso los han considerado pensadores antagónicos, algo que es igualmente excesivo.

Como no hay pruebas palpable de dicha influencia, solo pueden hacerse conjeturas o aceptar el testimonio del amigo de Nietzsche Overbek. Parece que solo a partir de Humano, demasiado humano Nietzsche da importancia a los valores individuales. Como puntos en común entre ambos autores, se encuentra la crítica a la moral como egoísmo inconsciente, el rechazo al imperativo categórico kantiano, la crítica a la religión, a todo lo sobrenatural y al dualismo cuerpo/alma. Otra analogía entre Stirner y Nietzsche se encuentra en el método utilizado para señalar los falsos valores, usando la genealogía y la desmitificación, aunque acaben dando respuestas diferentes. En efecto, el superhombre nietzscheano presenta rasgos elitistas y selectivos, mientras que el yo de Stirner, autosuficiente, reconoce esa particularidad en cada individuo. Es lógico que el pensamiento aristocrático, que presenta Nietzsche a menudo junto a otros rasgos liberadores muy interesantes, causan un rechazo mayor que el solipsismo moral de un Stirner, pese a todo más reivindicable desde el punto de vista libertario.

El antes mencionado Giménez Igualada, profundo admirador de la obra de Stirner, llegaría a señalar a Sócrates, Platón y Aristóteles como precursores del monoteísmo, y por lo tanto enterradores de "todo cuanto al individuo pertenece". Tal y como lo ve este autor, Stirner vendría a ser heredero de ciertos filósofos presocráticos, los cuales trataron de poner el mundo al servicio del hombre, para lo cual se eleva hasta el cielo para observar los numerosos fantasmas, como Dios, que ha creado el ser humano. La asociación que propone Stirner es de individuos autónomos, verdaderos anarquistas para Giménez Igualada, ya que no aceptan ninguna fuerza exterior que les gobierne y no renuncian a imponer su voluntad a nadie. Solo entre estos individuos con conciencia de ser únicos puede haber entendimiento y comprensión, y solo entre ellos puede disfrutarse de la verdadera libertad. Tal y como lo expone Giménez Igualada, la visión estirneriana no contradice la sociedad libertaria, sino que la confirma. Esta asociación entre egoístas no niega tampoco el trabajo, sino únicamente el trabajo para provecho ajeno; Stirner invita a trabajar para provecho de uno mismo, a ser consciente de la más hermosa propiedad, que es uno mismo, y desde ese punto de vista se aceptará la asociación entre iguales y existirá todo un camino para recorrer juntos. El nihilismo de Stirner no es simplemente negativo, aunque no deje títere con cabeza entre lo instituido y lo doctrinario, ya que anuncia una nueva y poderosa moral que nace de la asociación entre hombres libres. La nada reivindicada por Stirner no es en absoluto estéril, es una nada que convierte al individuo en creador de su propio destino.

Todos los pensadores anarquistas, incluso alguno que parecen estar en las antípodas, como es el caso de Kropotkin, tienen algo en común con Stirner: la confianza en la evolución, la búsqueda de la satisfacción, de la felicidad, de una vida plena. Es verdad que los padres del anarquismo, creadores de poderosas filosofías sociales, no están a priori en la línea de Stirner, aunque es cierto que las ideas libertarias siempre han colocado al individuo como valor supremo. Para Bakunin, la sociedad es previa al individuo y la libertad de uno mismo solo se confirma con la libertad del resto de individuos; para Stirner, solo el individuo plenamente consciente de su particularidad puede generar una asociación entre iguales. No solo no son visiones antagónicas, sino que pueden observarse como complementarias, una tensión permanente por parte del individuo para reivindicar su faceta más creativa frente a las convenciones y la hipocresía social. 
 
 
http://reflexionesdesdeanarres.blogspot.com/2012/04/la-influencia-de-stirner.html



L'influenza di Stirner

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da Capi Vidal

Se Nietzsche avesse plagiato o meno Stirner, quest'ultimo è stato oggetto di molte discussioni. Come curiosità, l'anno della prima edizione de "L'unico e la sua proprietà", il 1844, è la data di nascita di Nietzsche. Sembra che un amico di Nietzsche, Overbek, era convinto che egli era stato sedotto dall'individualismo stirneriano;  Charles Andler dice, a proposito di questa conrtroversia:
"La fronte di Nietzsche si illuminava quanto si pronunciava il nome di questo libro."
Sembra anche che l'autore del Crepuscolo degli idoli raccontava a un allievo, riguardo all'opera di Stirner, che "è il più audace e più logico che abbia mai verificato dopo le opere di Hobbes". Sembra accettabile credere che Nietzsche avesse letto, oltre a sentire l'ammirazione per l'opera di Stirner, anche se apparentemente Andler andava oltre e parlava di una influenza molto forte e anche di plagio. In una prefazione di un'edizione dell'Unico... in spagnolo, Miguel Giménez Igualada parlò dell'influenza silenziosa su Nietzsche, ma non completa, ed ebbe quasi il coraggio di dire che "Così parlò Zarathustra" fosse stato scritto pensando a Stirner. Altri autori, d'altra parte, hanno negato tale influenza, e persino pensatori antagonisti hanno considerato che ciò era eccessivo.

Poiché non vi è alcuna prova tangibile di questa influenza si può solo ipotizzare o accettare la testimonianza di un amico di Nietzsche, Overbek. Pare che a partire dall'opera "Umano, troppo umano", Nietzsche dia importanza ai valori individuali. Come un terreno comune tra i due autori, si incontra la critica alla morale come egoismo inconscio, il rifiuto dell'imperativo categorico kantiano, la critica della religione, il soprannaturale e il dualismo corpo anima. Un'altra analogia tra Stirner e Nietzsche è il metodo utilizzato per segnare i falsi valori, utilizzando genealogia e demistificazione, ma finendo per dare risposte diverse. Infatti, l'oltreuomo nietzschiano ha caratteristiche elitarie e selettive, mentre l'ego di Stirner, autosufficiente, riconosce questa unicità in ogni individuo. E' logico che il pensiero aristocratico, che presenta Nietzsche insieme ad altre interessanti caratteristiche liberatorie molto interessanti, causano un rifiuto maggiore del solipsismo morale di un Stirner, ma che tuttavia è più recuperabile dal punto di vista libertario.

Il suddetto Gimenez Igualada, profondo ammiratore di Stirner, ricorda Socrate, Platone e Aristotele come messaggeri del monoteismo, e quindi interratori di "tutto ciò che l'individuo appartiene." Come vede questo autore, Stirner sarebbe diventato erede di alcuni filosofi presocratici, i quali hanno tentato di mettere il mondo al servizio dell'uomo, per il quale si eleva al cielo per osservare i molti fantasmi, come Dio, che ha creato esseri umani. L'associazione che propone Stirner è di individui autonomi, veramente anarchici per Gimenez Igualada, ma che non accettano qualsiasi forza esterna di governare e non impongono la propria volontà a nessuno. Solo tra gli individui con coscienza di essere unico, vi può essere l'intendersi e la comprensione, e solo fra di essi si può godere la vera libertà. Come Giménez Igualada espone, la visione stirneriana non è in contraddizione con la società libertaria, ma la conferma. Questa associazione tra egoisti non nega il lavoro, ma afferma solo il lavoro per il bene degli altri; Stirner invita a lavorare per il bene di se stessi, a essere a conoscenza della proprietà che è in voi stessi, e da quel punto di vista si accetta il partenariato tra pari e ci sarà tutta una strada da percorrere insieme. Il nichilismo di Stirner non è semplicemente negativo, ma non lascia che la testa diventi un pupazzo della dottrina stabilite; e annuncia una morale nuova e potente nata dall'associazione tra uomini liberi. Il "niente rivendicato" da Stirner non è affatto sterile, è un nulla che rende l'individuo creatore del proprio destino.

Tutti i pensatori anarchici, tra cui alcuni che sembrano essere in disaccordo, come Kropotkin, hanno qualcosa in comune con Stirner: la fiducia nell'evoluzione, la ricerca della soddisfazione, della felicità, della vita appagante. E' vero che i padri dell'anarchismo, creatori di potenti filosofie sociali non sono a priori in linea con Stirner, ma è vero che le idee libertarie hanno sempre posto l'individuo come valore supremo. Per Bakunin, la società è precedente alla libertà individuale e alla libertà di sè stesso solo se viene confermata la libertà degli altri individui; per Stirner, solo l'individuo consapevole della sua peculiarità è in grado di generare un'associazione paritetica. Non solo non sono visioni in competizione, ma possono essere viste come complementari, una tensione costante da parte dell'interessato nel reclamare il suo volto più creativo di fronte alle convenzioni e all'ipocrisia.
(tradotto da NexusCo)



http://ienaridensnexus.blogspot.com/2012/04/linfluenza-di-stirner.html

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