sabato 21 aprile 2012

Bologna - Chi sono i terroristi?

riceviamo e diffondiamo:

CHI SONO I TERRORISTI?

Lunedì 16 aprile, mentre quattro compagni viaggiavano in autostrada nella macchina di proprietà di uno di loro e' improvvisamente esploso il manicotto del radiatore. La macchina stava andando ai 120 km/h e si trovava in corsia di sorpasso, e i compagni hanno dovuto subito accostare in corsia d'emergenza mentre una grossa nube di vapore copriva la visuale. Sia l'autista del carro attrezzi sia il meccanico che hanno visto il tubo hanno affermato di non aver mai visto una cosa del genere, essendo il tubo in buone condizioni se non per un largo e netto taglio verticale. Il meccanico ha detto che il tubo non sembrava esploso, ma che piuttosto sembrava essere stato tagliato. Un terzo meccanico ha poi confermato ulteriormente.
La macchina nei giorni precedenti era stata parcheggiata nei pressi della nuova occupazione NO TAV a Bologna.

Il venerdì precedente avevamo occupato uno spazio in via Libia a Bologna. L'occupazione di uno posto dell'amministrazione pubblica in risposta agli espropri dei terreni dei contadini valsusini effettuati dallo Stato. L'occupazione di uno stabile abbandonato in risposta alla devastazione che la speculazione urbanistica e la farsa del progresso portano avanti quotidianamente sui nostri territori. L'occupazione di una palazzina vuota in risposta alla necessità di un tetto sotto cui ritrovarsi.
La presenza poliziesca è stata da subito notevole nei dintorni dello spazio liberato No TAV. Devono controllare quelli che chiamano terroristi, gli spaventosi anarchici, perché sconvolgono l'ordine e infrangono la legge, occupando uno stabile che non è di loro proprietà.
Nel frattempo il comune e la provincia si incontrano a discutere, decidere che si deve sgomberare, procedere in modo che l'ordine ritorni al suo posto, ai proprietari le loro proprietà, a ciascuno la propria gabbia in cui rientrare. In difesa della sicurezza, la loro e quella di tutti, dicono.
Mercoledì 18 c'è stato lo sgombero, con oltre 60 agenti delle forze dell'ordine, con vigili del fuoco, pronto intervento, celere e un considerevole numero di digos. Non ci è sfuggito il ghigno sotto i baffi di qualcuno dei suddetti, mentre si faceva allusione al sabotaggio: esattamente come i bambini quando non riescono a mentire.

È chiaro l'atto intimidatorio cui siamo di fronte. Questa è la sicurezza su cui si appoggiano per difendere la loro legalità. Minacce, persecuzioni, controllo assiduo contro tutti quelli che portano avanti lotte contro i loro schemi, al di fuori delle loro leggi, come quelli che hanno deciso di far rivivere un posto abbandonato dal comune: una palazzina lasciata alla polvere, dalle lunghe attese della burocrazia, dove gli spazi divengono anni di ombre disseminate nel cantiere permanente della città. Questo spazio è stato invece riaperto, riempito di vita e possibilità, restituito a chiunque voglia partecipare e organizzarsi in maniera orizzontale. Ma ciò per loro è considerato illegale e va combattuto con tutti i mezzi necessari.

Non è un episodio nuovo di come sono soliti agire, per come abbiamo imparato a conoscerli, tanto a Bologna quanto in Val Susa. Camper incendiati, vetri infranti e gomme bucate alle macchine, minacce e mani in faccia, manganelli e gas tossici, Hamid Ben Hassen ammazzato da un carabiniere la sera di Pasqua a Ravenna, per citare solo il più recente.
In questi giorni di aprile in cui si commemora la resistenza antifascista, non possiamo dimenticare che il fascismo agì in principio proprio con le squadracce del potere, che potevano procedere indisturbate e ammazzare gli individui scomodi, grazie soprattutto al silenzio dei più.
Sgomberandoci con l'utilizzo delle forze dell'ordine il Comune come la Provincia si rendono complici di metodi e pratiche fascisti.
Sta a noi liberare i nostri quartieri dalla minaccia terrorista che lo Stato e le forze dell'ordine esercitano tramite l'uso della violenza, per reprimere o eliminare chi alza la testa contro la devastazione delle proprie terre e lo sfruttamento delle proprie vite.

Chiamano noi terroristi, ma in nome della sicurezza attentano ogni giorno alle nostre vite.

OCCUPANTI NO TAV VIA LIBIA 67 - BOLOGNA



http://www.informa-azione.info/bologna_chi_sono_i_terroristi

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