Cariche e caccia all'uomo per le vie di San Salvario. Polizia nervosa per difendere gli esecutori della "macelleria sociale".
Lo "spirito
costruttivo" che la ministra invoca all'interno si traduce all'esterno
in cariche selvagge della celere che inseguono studenti e borsisti per
piu' di 2 km, incuranti di spingere i manifestanti ad attraversare di
corsa vie cittadine ad alta densità di traffico.
I ministri
Profumo (Sviluppo Economico) e Fornero (Lavoro) incontrano in un
blindatissimo Teatro Nuovo in una non meglio precisata "conferenza
regionale sulla scuola" (La Stampa) alcuni operatori della scuola.
Peccato che si tratta - ma La Stampa non lo dice - di una conferenza
episcopale. Mentre la scuola pubblica va a pezzi, e il governo in carica
si mostra in perfetta continuità con quello precedente, i ministri
mostrano con chiarezza quali siano i loro interlocutori privilegiati.
Partecipando ad una conferenza episcopale, si ribadisce l'idea (tutta
politica) di una formazione e una cura delegata alla Chiesa e alle sue
appendici "sociali", smantellando il pubblico o dandolo in pasto al
privato o agli istituti paritari.
Merita un'adeguata sottolineatura questo passaggio della ministra:
«Spesso
nelle famiglie farsi una casa è considerata una priorità rispetto al
dare un adeguato capitale umano ai figli. Qualche volta risulta anche da
ricerche empiriche che magari anche per difficoltà finanziarie si
sacrifica l’educazione dei figli pur di arrivare prima alla casa. La
casa è un valore importante ma bisogna considerare le priorità. - ha
aggiunto - le case si possono lasciare ai figli ma conta di più una
struttura di conoscenza e flessibilita mentale, una adattabilità al
cambiamento che solo la formazione può dare»
Ecco spiegata
la politica della ministra torinese: mettere contro le famiglie e i
rispettivi figli; opporre sicurezza della casa a possibilità formativa,
far finta che siano aspetti contrapposti quando sono facce di uno stesso
problema. Lo vada a dire ai ragazzi della Verdi che è più importante la
formazione di un tetto, quando né uno né l'altra gli viene garantitto.
Oggi gridavano, studenti italiani e migranti, "We want scolarship
(vogliamo borse di studio)". Questi occupanti lottano per entrambe,
rifiutando la falsa alternativa tra studio nella miseria e casa senza
formazione. Vogliono, pretendono, di potersi formare vedendosi garantito
il diritto umano primario ad un'abitazione. Anche perché la formazione
che Elsa presuppone e quella di essere "capitale umano", cioè pura
forza-lavoro per il Capitale.
Per questo
-contro tutto questo- oggi centinaia di maestri/e precari/e,
professori/esse della secondaria, degli asili, cooperatori sociali e
studenti si sono ritrovati fin dal mattino di fronte al luogo
dell'incontro, bloccando la strada antistante. Gli occupanti della Verdi
15 s'impegnavano parallelamente a monitorare un'eventuale uscita
secondaria, da dove effettivamente è uscita la ministra dalle lacrime
facili. Due uova e partono, violentissime, le cariche che si
protrarranno per oltre 2 km. Studenti e borsisti resistono e partono con
un corteo selvaggio che attraversa le vie di San Salvario, tornando al
luogo del concentramento, ricompattandosi per poi rientrare alla Verdi
Occupata.
La sbirraglia,
sempre più nervosa di contestazione in contestazione, vorrebbe imporre
l'impossibilità di manifestare. Per studenti e borsisti si tratta di
dare un'indicazione precisa: la riproducibilità di pratiche
non-compatibili con chi sta distruggendo il futuro di tutti e tutte.
fonte: InfoAut
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