Il dottor
Gianni De Gennaro è stato nominato sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, nonché capo dell’Autorità delegata per la sicurezza della
Repubblica. Un doppio ruolo inedito, rilevantissimo e che premia un
personaggio del quale è impossibile dimenticare, nelle tappe di una
lunga carriera, il ruolo avuto durante il G8 di Genova del 2001.
Il dottor De
Gennaro era il capo della polizia quando fu compiuta «una violazione dei
diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia più
recente» (parole di Amnesty International). A lui fu inviata, dal dottor
Pippo Micalizio, inviato a Genova per un’ispezione interna sul blitz
alla scuola Diaz, un rapporto che consigliava di prendere provvedimenti
disciplinari per i dirigenti più importanti che parteciparono
all’operazione; provvedimenti che non furono presi.
Era il capo
della polizia quando venivano rinviati a giudizio quegli stessi
dirigenti, poi assolti in primo grado, e nel frattempo passati a ruoli
gerarchicamente ancora più importanti. Era invece capo del Dipartimento
che coordina i servizi segreti quando quei dirigenti sono stati
condannati in appello, senza dimettersi né essere sospesi.
Era il capo
della polizia quando ha incontrato nel suo ufficio a Roma l’ex questore
di Genova, Francesco Colucci, alla vigilia della deposizione di
quest’ultimo al processo Diaz: fu un incontro teso a trovare «la
consonanza per l’accertamento della verità», secondo il dottor De
Gennaro, un’induzione alla falsa testimonianza secondo i pm. Colucci è
oggi imputato per falsa testimonianza, il dottor De Gennaro è stato
assolto in primo grado, condannato in appello, poi la Cassazione ha
cancellato tutto, facendo tirare un sospiro di sollievo al diretto
interessato e alle gerarchie istituzionali e politiche.
Era il capo
della polizia e poi il capo del Dipartimento suddetto negli undici anni
che sono trascorsi, senza che nessuno abbia avuto la decenza di chiedere
scusa per le violazioni delle leggi e dei diritti umani compiute alla
Diaz, a Bolzaneto e nelle strade di Genova, violazioni che sono ormai
una verità storica.
Possiamo ben
dire che il dottor De Gennaro si è meritato il posto di sottosegretario e
Autorità delegata per la sicurezza… Ma c’è poco da scherzare, perché
questa nomina lancia un messaggio sinistro. In una democrazia
parlamentare, attenta agli equilibri fra poteri e alle funzioni di
controllo democratico sugli apparati, non dovrebbe accadere che un capo
della polizia transiti per il vertice dei servizi segreti e approdi a un
ruolo di governo nello stesso ambito, assommando funzioni tecniche e
politiche. Lo insegnano i manuali di diritto costituzionale ed è anche
un’indicazione di buon senso. E invece in Italia un percorso del genere è
sostenuto dalle maggiori forze politiche parlamentari. Lo stato di
salute della nostra democrazia, diciamolo pure, non fa che peggiorare.
Vittorio Agnoletto, Lorenzo Guadagnucci autori de “L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste del G8 2001 a Genova”(Feltrinelli 2011)
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La resistibile ascesa del dottor De Gennaro
Già capo della
polizia, poi del Dipartimento che coordina i servizi segreti, è stato
nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Nel 2001 era il
responsabile dell'ordine pubblico quando al G8 di Genova fu compiuta,
secondo Amnesty International, "una violazione dei diritti umani di
proporzioni mai viste in Europa nella storia recente". Un piccolo
promemoria sulle ispezioni ignorate, le promozioni dei dirigenti
imputati, i processi affrontati.
Il dottor
Gianni De Gennaro è stato nominato sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, nonché capo dell'Autorità delegata per la sicurezza della
Repubblica. Un doppio ruolo inedito, rilevantissimo.
Del resto il
dottor De Gennaro era il capo della polizia quando a Genova, nel 2001,
fu compiuta "una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste
in Europa nella storia più recente" (parole di Amnesty International). A
lui fu inviata, dal dottor Pippo Micalizio, inviato a Genova per
un'ispezione interna sul blitz alla scuola Diaz, un rapporto che
consigliava di prendere provvedimenti disciplinari per i dirigenti più
importanti che parteciparono all'operazione; provvedimenti che non
furono presi.
Era il capo
della polizia quando venivano rinviati a giudizio quegli stessi
dirigenti, poi assolti in primo grado, e nel frattempo passati a ruoli
gerarchicamente ancora più importanti. Era invece capo del Dipartimento
che coordina i servizi segreti quando quei dirigenti sono stati
condannati in appello, senza dimettersi né essere sospesi.
Era il capo
della polizia quando ha incontrato nel suo ufficio a Roma l'ex questore
di Genova, Francesco Colucci, alla vigilia della deposizione di
quest'ultimo al processo Diaz: fu un incontro teso a trovare "la
consonanza per l'accertamento della verità", secondo il dottor De
Gennaro, un'induzione alla falsa testimonianza secondo i pm. Colucci è
oggi imputato per falsa testimonianza, il dottor De Gennaro è stato
assolto in primo grado, condannato in appello, assolto in Cassazione.
Era il capo
della polizia e poi il capo del Dipartimento suddetto negli undici anni
che sono trascorsi, senza che nessuno abbia avuto la decenza di chiedere
scusa per le violazioni delle leggi e dei diritti umani compiute alla
Diaz, a Bolzaneto e nelle strade di Genova, violazioni che sono ormai
una verità storica.
Possiamo ben dire che il dottor De Gennaro si è meritato il posto di sottosegretario e Autorità delegata per la sicurezza.
Lorenzo Guadagnucci da Distratti dalla Libertà
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Chi è Gianni De Gennaro? Dal G8 alla Diaz, dai rifiuti a Napoli ai servizi segreti
La nomina di
Gianni De Gennaro a Sottosegretario con delega alle attività di
intelligence è un chiaro segnale politico, comunque la si voglia
mettere. Politico nel senso più profondo del termine. Politico nel senso
che De Gennaro è una figura trasversale, essendo stato sostenuto (ed
essendo sostenuto ancora oggi) da svariate parti politiche. Politico nel
senso di dichiarazione di intenti, soprattutto in un periodo in cui i
toni della stampa si alzano e ritorna in azione, secondo media e
investigatori, la Federazione Anarchica Informale (sigla molto sospetta,
descritta per la prima volta dai Servizi Segreti nel secondo semestre
del 2004, che suona esattamente come la FAI - Federazione Anarchica
Italiana, che rifiuta qualsiasi forma di violenza nelle proprie azioni).
Impossibile non vedere un legame fra le due cose.
Gioisce, per la
nomina, Massimo D’Alema, che dirige ancora oggi il Copasir (che sarebbe
il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organo del
Parlamento con funzioni di controllo dei servizi segreti):
«Ho preso atto
della positiva decisione del presidente del consiglio di nominare il
prefetto Gianni De Gennaro Autorità delegata per la sicurezza della
Repubblica e della sua sostituzione, nel ruolo di direttore generale del
Dis, con l’ambasciatore Giampiero Massolo, la cui designazione mi è
stata preventivamente comunicata ai sensi della legge 124 del 2007».
Gioisce anche
Gianfranco Fini, che ha «personalmente espresso viva soddisfazione al
prefetto Gianni De Gennaro per la sua nomina a sottosegretario di Stato
della Presidenza del Consiglio». Apprezzano Schifani, Casini, Rutelli.
Si lamenta un po’ l’Idv, ma per l’accumulo di cariche. Protesta una
parte della sinistra (quella a sinistra) e qualcuno sul web.
Già, perché per
molti il nome di Gianni De Gennaro resterà indissolubilmente legato al
G8 di Genova e ai fatti della scuola Diaz.Questo, anche se la verità
giudiziaria si è espressa in maniera discorde dal pensiero comune.
Nel 2001, De Gennaro era capo della Polizia (era stato nominato il 26 aprile del 2000).
Ad aprile del
2008 venne rinviato a giudizio per istigazione alla falsa testimonianza
nelle indagini inerenti al G8 e alla Diaz. L’8 ottobre 2009 viene
assolto nella sentenza di primo grado. Sentenza poi ribaltata in
appello, con condanna a un anno e quattro mesi di reclusione (era il 17
giugno 2010). Ma poi arrivò il terzo grado di giudizio: il 23 novembre
2011 De Gennaro venne assolto in Cassazione: la sentenza fu pronunciata
con il sostituto procuratore generale, Francesco Mauro Iacoviello, che
(pur in rappresentanza dell’accusa) aveva chiesto di annullare senza
rinvio la condanna in appello. Così andò. Per la cronaca, Iacoviello è
lo stesso dell’annullamento del processo a Dell’Utri.
Il nome di
Gianni De Gennaro è legato anche all’emergenza rifiuti a Napoli: con
ordinanza n. 3639 dell’11 gennaio 2008, il Presidente del Consiglio
Romano Prodi nominò (nuovo) commissario per l’emergenza rifiuti l’ex
capo della Polizia di Stato Gianni De Gennaro. Obiettivo? Risolvere
tutto in quattro mesi. Ovviamente non si risolse molto e la situazione
degenerò con gravi problemi per l’ordine pubblico. Poi arrivò Guido
Bertolaso, ma questa è un’altra storia.
Nel frattempo,
De Gennaro è diventato direttore del Dipartimento delle informazioni per
la sicurezza (i Dis. Ovvero, i servizi segreti), con nomina del
Copasir. Una carriera ascendente (e trasversalmente politica) culminata
con la nomina di ieri.
Alberto Puliafito da Polisblog
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Siete Stato Voi
Se c'erano
dubbi sul fatto che il governo dei tecnici parlasse correttamente il
linguaggio di stato, ecco l'ultimo atto (in ordine cronologico) di
un'affermazione che dalle politiche a senso unico, all'austerity per
Costituzione, ne conferma l'appartenenza.
Gianni De
Gennaro, ex capo della Polizia e capo gabinetto del Viminale, è stato
nominato sottosegretario di Stato, con delega ai servizi dal Premier
Monti in seguito alla consultazione di Giorgio Napolitano e una visita
precedente al Copasir presieduto da Massimo D'Alema.
I quotidiani
nel compilare il curriculum di De Gennaro, uomo di stato e soprattutto
di fiducia dello stato..., non hanno potuto fare a meno di citare le sue
responsabilità sul G8 di Genova e la sua accusa in merito alla Diaz
(assoluzione-condanna-assoluzione) di istigazione a falsa testimonianza
per coprire la macelleria messicana della Diaz, della quale senza alcuna
ombra di dubbio anche il super poliziotto, in qualche modo ha
partecipato.
De Gennaro è un
fedele dell'ordine statuale, da capo della Polizia a super prefetto non
ha mai badato alla parte politica che governava durante le sue
promozioni. E' sempre stato apprezzato da tutti gli schieramenti e oggi è
l'ultimo di una lunga fila di uomini in divisa o meno, premiati a
seguito dei processi genovesi.
Lo stato non
solo si assolve, ma si premia e non dimentica mai i suoi uomini
migliori, quelli fedeli, quelli che "bipartisan" ne difendono
l'esistenza e i privilegi.
E' singolare
come nel periodo di uscita del Film Diaz, che ha rinfrescato a tutti la
memoria sul 2001, anche il Governo e il Presidente della Repubblica non
si sono dimenticati di quell'uomo, che nell'ombra a volte, e altre sotto
i riflettori, non hai tradito il giuramento di fedeltà al potere che
bene o male mantiene tutti, dal Colle a Palazzo Chigi.
Lo vediamo in
questi giorni dove c'è un fermento sociale embrionale, come le forze di
polizia siano la mano lunga del governo dell'austerity, mettendo a
tacere chi osa remare contro nelle piazze.
Sorpresi? Neanche un po'! Il "banco" va sempre salvaguardato...e chi meglio di una guardia fedele può farlo?
+'militant da InfoAut
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