domenica 20 maggio 2012

Rivolta carceraria in Venezuela: foto e dichiarazioni varie

Ascolta con webReader
da Periodico El Libertario (tradotto da NexusCo)
L'articolo è diviso nelle seguenti parti:
-Inizio delle ostilità 
-Dalle scuole 
-Le immagini sullo scontro che si sta verificando in questo momento ne La Planta 
-E continua lo scontro...
-Dichiarazioni del vice-presidente  
-L'arrivo della Guardia Nazionale
-Mobilitazione di Tank sul posto 
-Arrestato un uomo senza documenti
-Immagini dei proiettili nelle case vicino al carcere
-La resa
-Dalla falsa conclusione bolivariana al conflitto sociale (comunicato da Anonima Solidariedad Anarquista)   


Inizio delle ostilità
Alle 08:15, è avvenuta una sparatoria pesante nel carcere de La Planta, che si trova nel quartiere Paraìso, dove nei giorni scorsi, è stato teatro di intense esplosioni, che hanno ucciso un civile che era nella sua casa. Secondo gli utenti del social network Twitter, all'interno del carcere viene mostrata anche la presenza di gas lacrimogeni, apparentemente utilizzati dalla polizia antisommossa per controllare la situazione. Chiusa l'autostrada Francisco Fajardo, in ambe le direzione. Si sono registrati altri spari al checkpoint de La Planta.


Dalle scuole
La diretttrice del U.E.I. San Antonio, Maria Andreina Pellegrino, che si trovava nel vicolo Machado di El Paraiso, ha informato la Globovision che il capo dell'educazione del Distretto della Capitale, le ha riferito, per telefono, che le lezioni sono sospese fino a nuovo avviso. Diverse scuole nell'area hanno rispettato l'ordine. La Pellegrino ha riferito che presso la scuola che dirige, si sono sentite le detonazioni provenienti da La Planta -tra le 8:00-08:30-, e che gli studenti sono stati trasferiti in aule più sicure, perché alcune classi sono vicine all'autostrada Francisco Fajardo, adiacente al checkpoint. Le lezioni degli istituti scolastici, erano già state sospeso dal Mercoledì al Venerdì della scorsa settimana, e proprio questo Lunedi, 14 Maggio, le lezioni erano riprese.

 
Le immagini sullo scontro che si sta verificando in questo momento ne La Planta


E continua lo scontro...
Un gruppo di prigionieri che si sono rifiutati di lasciare La Planta, una prigione di Caracas che il governo ha ordinato la chiusura, hanno iniziato, giovedì, una sparatoria che ha costretto le autorità a distribuire le forze di sicurezza nel proteggere l'area, dopo la morte della scorsa settimana di un uomo, come ha riportato l'AFP. "Da circa un'ora fa ci stiamo scontrando contro costoro e proteggiamo la popolazione" che vive nella zona circostante, ha informato al canale ufficiale, VTV, la ministra de Asuntos Penitenciarios, Iris Varela, escludendo un atto di forza verso la prigione. Il ministro ha spiegato che all'interno del carcere vi sono "prigionieri dei prigionieri" e che la maggioranza "è soggetto a un piccolo gruppo molto violento che non accetta alcun ragionamento", ma ha detto che il suo ufficio sta continuando il dialogo con essi.



Dichiarazioni del vice-presidente
Il vicepresidente Elias Jaua ha detto che il Capo dello Stato ha dato istruzioni per "preservare la pace, la vita di tutte quelle persone in quella zona di Caracas", dopo la sparatoria nel carcere de La Planta. "I residenti di Paraìso devono stare tranquilli, in quanto il governo ha dispiegato tutti gli organismi per mantenere la pace", ha detto. Jaua ha invitato i parenti dei detenuti a una maggiore collaborazione, affinchè abbandonino questo modo di fare criminale e di adeguarsi alla chiusura de La Planta. "La decisione del governo è irreversibile, tale carcere deve lasciare l'area urbanizzata. Non è possibile che La Planta continui a restare in El Paraiso, i detenuti devono abbandonare questo atteggiamento ", ha detto. Il vice presidente ha detto che l'operazione effettuata, è condotta dalla Guardia Nazionale per stabilire un perimetro di sicurezza nel proteggere le vite degli abitanti di El Paraìso. "Vogliamo ribadire alla comunità del paese che l'istruzione del presidente Chavez è quello di salvaguardare la vita di tutte le persone in Paraìso", ha detto.


L'arrivo della Guardia Nazionale
Dalle prime ore di Giovedi mattina scorso, vi sono state situazioni irregolari all'interno de La Planta. Forti spari ed esplosioni, continuano ad essere sentite dentro il carcere. Le esplosioni non hanno smesso da quando sono iniziati gli scontri, e l'autostrada Francisco Fajardo, e le zone adiacenti, sono ancora chiuse. Pochi minuti fà, è arrivato il generale Antonio Benavides, capo del comando regionale numero 5 della Guardia Nazionale e funzionario responsabile del dispiegamento degli organismi statali nel cercare di garantire la sicurezza dei residenti delle zone adiacenti a quello del carcere La Planta.

Mobilitazione di Tank sul posto


Arrestato un uomo senza documenti
I funzionari della Guardia Nazionale hanno arrestato un uomo che era senza documenti e si trovava vicino a La Planta, e del quale si presume che fosse un detenuto, come riportato dal canale di Stato VTV. L'uomo è stato catturato nei pressi del fiume Guaire.
Immagini dei proiettili nelle case vicino al carcere


La resa

Nella notte di questo Giovedi, i detenuti che hanno condotto la rivolta a causa della chiusura del carcere de La Planta, si sono consegnati alle autorità, anche se ancora discutono con i funzionari del governo. Si è appreso che un gruppo di circa 100 detenuti saranno trasferiti nel carcere di Rodeo I. Successivamente, la Ministra de Asuntos Penitenciarios, Iris Varela, ha detto che il trasferimento dei detenuti sarà un processo graduale. "Spero che questo conflitto venga risolto oggi (Giovedi)."
Ha ribadito che sta rispettando tutte le garanzie per la popolazione carceraria delle carceri, pur indicando che in ogni unità di trasferimento, viaggia un procuratore pubblico. Ella ha indicato che, a partire da questo Venerdì, i detenuti appena trasferiti, potranno ricevere visite. Ha riconosciuto che durante il giorno, c'era stata una grande violenza all'interno delle strutture. "Ci sono state esplosioni multiple, si presume che erano granate. Speriamo che non avranno ucciso delle persone."
Ha detto che non vuole ritardare ulteriormente l'evacuazione dei locali. Spera che l'evacuazione del carcere non si estenda oltre le 24 ore. Varela ha detto che queste azioni sono strettamente collegate al quadro costituzionale, mentre ha detto che la chiusura dell'autostrada Francisco Fajardo finirà al momento opportuno.



Dalla falsa conclusione bolivariana al conflitto sociale (comunicato da Anonima Solidariedad Anarquista)


Questo Giovedi 16 maggio, abbiamo assistito alla rottura ufficiale di un mito che i fan e i sostenitori di Hugo Chávez hanno cercato di vendere sul mercato mondiale della sinistra, ovvero come simbolo della pace sociale. Le carceri in Venezuela, e nel resto del pianeta, sono affollate di gente degli strati più bassi della complessa struttura sociale che coesiste in questo territorio. La Casa de Preeducación y Trabajo Artesanal del Paraíso, nota come "La Planta" non fa eccezione. Situato in una delle strade più importanti di questa orribile città, la "Planta" è un mostro di cemento che si alza e ricorda a tutti i residenti l'incerto destino di coloro che decidono di andare contro il contratto sociale; le sue pareti forate sono la testimonianza di innumerevoli prigionieri, dalla polizia, come yuppie vincolati al "terrorismo finanziario", cubani anti-castristi, criminali comuni e anche qualche incappucciato degli anni '90. Nei suoi corridoi maleodoranti, tutto è successo ed è stato vissuto da costoro. Questo deposito umano, ha portato ad una forma di organizzazione gerarchica, in cui questi criminali non solo sfruttano i prigionieri, ma sono riusciti a gestire la coesistenza tra essi; che siano fornitori, signori feudali e agenti, essi celebrano la festa dello sfruttamento. E' per questo che la prigione è diventata un grande business sotto il capitalismo, dove tutto ha un prezzo e valore, dove i detenuti de La Planta, senza rendersene conto, vivono nel posto più costoso della città, oltre che il più quotato nel mercato immobiliare. Questa attività ha catturato l'attenzione delle autorità, sempre pronte a giocare con il commercio lucroso, ma si sono bruciate le mani: l'organizzazione dei prigionieri ha messo fine alla loro gestione, così come il loro egocentrismo bolivariano usato come fattore di stabilità. Ecco perché il nuovissimo Ministerio para Asuntos Penitenciarios, ha deciso di mettere le mani al punto. Con un tentativo di riprendere il controllo de La Planta da parte del Ministero, i prigionieri hanno risposto con il fuoco. Non solo si sono trincerati in una chiara dimostrazione di sfida alle autorità, ma si sono spinti oltre e hanno scatenato una guerra a bassa intensità contro l'apparato repressivo della Quinta Repubblica. Anche se noi, giusto per chiarire, siamo contro l'abuso utilizzato dai pranes (jefes del penal) e dall'utilizzo abusivo e capitalista delle sue pratiche, ci rendiamo anche conto che sono un sottoprodotto del sistema e di un utilizzo dei proventi petroliferi. La nostra solidarietà è alle famiglie e agli amici che soffrono fuori del carcere e contro il carcere, in quanto punizione contro l'individuo in questa società iniqua. Senza dubbio alcuno, con i successi dei "Plantan", è venuta alla luce la finzione della presunta "pace sociale" che vanta il partito al governo e suggerisce che in tempi di falsa uguaglianza sociale, si respira ancora il germe della solidarietà della guerra sociale delle famiglie dei prigionieri in carcere.
Una morte in prigione è un crimine di stato. 
ASA
(Anónima Solidaridad Anarquista)

http://ienaridensnexus.blogspot.com/2012/05/rivolta-carceraria-in-venezuela-foto-e.html

Nessun commento:

Posta un commento