Così viene definito il lager gradiscano da un giornalista in uno degli articoli usciti in questi giorni
in occasione della visita di alcuni politici al CIE. Del resto in
questi anni le definizioni si sono sprecate: “colabrodo”, “ingestibile”
ecc. E’ probabile che la poca cortesia dei giornalisti locali verso la
struttura sia anche dovuta al fatto che ai media viene tutt’ora impedito
di accedervi. La scusa è quella ripetuta da un anno a questa parte dal
Ministero: ci sono i lavori di ristrutturazione (quelli che non
finiscono mai). Ciò non è apprezzato dagli operatori dell’informazione
che di fanno non riescono ad entrare da vari anni nel CIE “modello”. Uno
dei tanti misteri attorno a questo lager.
http://senzafrontiere.noblogs.org/post/2012/05/03/cie-di-gradisca-un-gigante-dai-piedi-dargilla/
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