riceviamo e diffondiamo:
14 DICEMBRE 2010: UN ANELITO DI LIBERTA’
E’
passato circa un anno e mezzo dagli eventi di piazza della giornata del
14 dicembre 2010. Oggi ci troviamo a far i conti con la repressione
dello Stato che ci ha rinviato a giudizio per il pericolosissimo reato
(ci viene da sorridere) di: “deturpamento e imbrattamento di cose
altrui”. Ci paiono opportune quindi una serie di considerazioni.
Quella
giornata ha visto protagonista una generazione che, non avendo nulla da
sperare dai professionisti della politica, ha manifestato direttamente
il proprio antagonismo. Una massa scesa in piazza non per contestare il
governo di turno ma perché stufa della miseria prodotta da questo
sistema fondato sul dio profitto.
Rabbia e dissenso si manifestarono
per tutta la durata del corteo indipendentemente dalla votazione della
fiducia al vecchio governo Berlusconi, che semmai, ha rappresentato un
incentivo in più alla festa.
Da parte nostra siamo orgogliosi di aver partecipato ad una grande manifestazione:
-per
la quantità di uomini e donne presenti, giunti in piazza in forma
autorganizzata per esprimere la propria opposizione sociale, la propria
rabbia, la gioia di ritrovarsi insieme nel conflitto di classe
-perché nessun sindacato o partito è riuscito ad egemonizzare e depotenziare la protesta
-per
la tenacia e la forza con cui molte e molti hanno voluto restare in
piazza anche quando sono stai investiti dalle cariche a Piazza del
Popolo
La resistenza e la determinazione a non subire passivamente
per l’ennesima volta la cieca violenza di stato sono stati un patrimonio
di tutto il corteo. Se c’è un responsabile per quanto è successo,
questo è unicamente il capitalismo con i suoi cani da guardia che
costringono milioni di persone all’oppressione e allo sfruttamento, a
condizioni di vita sempre più inumane.
Da Atene a Oakland, da Londra a
El Cairo, da Santiago de Chile a Roma una nuova e pericolosa
composizione di classe si fa avanti, una gioventù selvaggia si affaccia
riottosamente nelle metropoli del XXI secolo. E così come successo in
occasione del 15 ottobre 2011, dannati della terra di ogni età
fortunatamente cominciano a rifiutare la rassegnazione e la paura
quotidiana, così come lo spettacolo della politica e le proposte di gran
parte di gruppi, associazioni e movimenti che da parecchio tempo
soffocano le lotte utilizzandole per i loro tornaconti personali, di
potere ed economici.
Fare in proprio, autonomamente, partendo da sé
stessi, determinando tempi e luoghi della lotta: è quello che il dominio
teme da sempre.
La necessità, dunque, è quella di un lavoro metodico
e quotidiano capace di costruire percorsi di lotta che sappiano andare
oltre la rivolta episodica per ritrovarci in sempre più persone sul
sentiero che porta ad un mondo di liberi ed uguali.
Consapevoli che
la controffensiva del capitale e dello stato sarà sempre più feroce, non
abbasseremo la guardia ma anzi rilanceremo con dignità il nostro
anelito di libertà.
Emiliano e Simone, maggio 2012.
http://www.informa-azione.info/roma_14_dicembre_2010_un_anelito_di_libert%C3%A0_comunicato_di_due_compagni_indagati
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