mercoledì 9 maggio 2012

Roma - 14 dicembre 2010: un anelito di libertà [comunicato di due compagni indagati]

riceviamo e diffondiamo:

14 DICEMBRE 2010: UN ANELITO DI LIBERTA’
E’ passato circa un anno e mezzo dagli eventi di piazza della giornata del 14 dicembre 2010. Oggi ci troviamo a far i conti con la repressione dello Stato che ci ha rinviato a giudizio per il pericolosissimo reato (ci viene da sorridere) di: “deturpamento e imbrattamento di cose
altrui”. Ci paiono opportune quindi una serie di considerazioni.
Quella giornata ha visto protagonista una generazione che, non avendo nulla da sperare dai professionisti della politica, ha manifestato direttamente il proprio antagonismo. Una massa scesa in piazza non per contestare il governo di turno ma perché stufa della miseria prodotta da questo sistema fondato sul dio profitto.
Rabbia e dissenso si manifestarono per tutta la durata del corteo indipendentemente dalla votazione della fiducia al vecchio governo Berlusconi, che semmai, ha rappresentato un incentivo in più alla festa.
Da parte nostra siamo orgogliosi di aver partecipato ad una grande manifestazione:
-per la quantità di uomini e donne presenti, giunti in piazza in forma autorganizzata per esprimere la propria opposizione sociale, la propria rabbia, la gioia di ritrovarsi insieme nel conflitto di classe
-perché nessun sindacato o partito è riuscito ad egemonizzare e depotenziare la protesta
-per la tenacia e la forza con cui molte e molti hanno voluto restare in piazza anche quando sono stai investiti dalle cariche a Piazza del Popolo
La resistenza e la determinazione a non subire passivamente per l’ennesima volta la cieca violenza di stato sono stati un patrimonio di tutto il corteo. Se c’è un responsabile per quanto è successo, questo è unicamente il capitalismo con i suoi cani da guardia che costringono milioni di persone all’oppressione e allo sfruttamento, a condizioni di vita sempre più inumane.
Da Atene a Oakland, da Londra a El Cairo, da Santiago de Chile a Roma una nuova e pericolosa composizione di classe si fa avanti, una gioventù selvaggia si affaccia riottosamente nelle metropoli del XXI secolo. E così come successo in occasione del 15 ottobre 2011, dannati della terra di ogni età fortunatamente cominciano a rifiutare la rassegnazione e la paura quotidiana, così come lo spettacolo della politica e le proposte di gran parte di gruppi, associazioni e movimenti che da parecchio tempo soffocano le lotte utilizzandole per i loro tornaconti personali, di potere ed economici.
Fare in proprio, autonomamente, partendo da sé stessi, determinando tempi e luoghi della lotta: è quello che il dominio teme da sempre.
La necessità, dunque, è quella di un lavoro metodico e quotidiano capace di costruire percorsi di lotta che sappiano andare oltre la rivolta episodica per ritrovarci in sempre più persone sul sentiero che porta ad un mondo di liberi ed uguali.
Consapevoli che la controffensiva del capitale e dello stato sarà sempre più feroce, non abbasseremo la guardia ma anzi rilanceremo con dignità il nostro anelito di libertà.


Emiliano e Simone, maggio 2012.


http://www.informa-azione.info/roma_14_dicembre_2010_un_anelito_di_libert%C3%A0_comunicato_di_due_compagni_indagati

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