venerdì 18 maggio 2012

Le industrie....muovono le industrie

da Fear To Sleep

Il modello economico del Cile è basato nel neoliberismo che promuove gruppi economici dal profitto insaziabile a livelli di depredazione e sfruttamento causato dalle industrie estrattive ed energetiche, in particolare minerario, idroelettrica e forestale - cellulosa.
Le forme di tale modello sono l'eredità della dittatura militare e molto ben gestite dalla democrazia co-governata con le imprese dell'ultra-destra e che oggi, il governo di Sebastián Piñera, sta cercando di espandere ulteriormente, con la missione principale a favore dei datori di lavoro e a scapito della maggioranza.
LAS INDUSTRIAS… MUEVAN LAS INDUSTRIAS

INDICE
I. -  L'espansione depredatoria dell'industria mineraria in Cile
II. - L'industria forestale in Cile e le sue conseguenze
III.- I progetti idroelettrici minacciano e invadono i territori Mapuche

*************************

I. - L'espansione depredatoria dell'industria mineraria in Cile
La morte e l'inquinamento sono il risultato della principale attività economica in Cile, le Miniere, che perforano violentemente la terra, generando milioni di tonnellate di rocce distrutte e contaminando con migliaia di tonnellate di rifiuti tossici, seccando i fiumi e i campi per via dell'uso dell'acqua indiscriminata e concentrando, in potenti gruppi economici, gli utili commerciali. Tutto ciò provoca danni alla popolazione.

Dai minatori intrappolati dalla negligenza di una società, l'anno scorso, alle vittime di frane e inquinamento, si aggiunge che nella Caimanes, i suoi abitanti si sono ribellati per via di tutti i danni e impatti causati dalla Minera del Grupo Luksic, gli stessi proprietari del Banco de Chile, tra le altre grandi aziende; e c'erano persone che hanno mantenuto uno sciopero della fame prolungato, cominciata il 27 settembre 2011 contro l'estrazione, mettendo a rischio la propria vita. Oggi la miniera giudica chi si oppone ai loro compiti.

È interessante notare che i Caimanes sono una piccola popolazione del Cile. Nelle vicinanze, si trova anche la miniera di Los Pelambres. Questo miniera, a inquinamento già provocato, ha imposto un arginamento di materiali sterili: ciò significa depositare 1,7 milioni di tonnellate di materiali tossici al di sopra delle acque sotterranee, che sono l'unica fonte di acqua potabile per questa popolazione.

È importante sottolineare che, tra l'industria mineraria e la sua espansione nel nord del Cile, esiste una stretta relazione con l'espansione della Mega Centrales Hidroeléctricas, geotermias e termoelectricas che ha continuano a colpire vaste aree in Cile nel fornire energia alle imprese minerarie, e che agiscono in maniera parassita, in quanto non sono in grado di mantenere la loro autosufficienza energetica e sperano che il protezionismo statale e la collusione con gli altri gruppi economici, mantengano stabili i vari commerci depredatori.

Infine, con l'arrivo di multinazionali come la Barrick Gold, ci si rende conto che non c'è una sovranità nazionale in Cile e che conflitti come Pascua Lama o el Morro, sono dei tentativi nel mettere gli interessi dei gruppi economici al di sopra dell'inquinamento, della depredazione e dei danni che essi procurano.

II -. L'industria forestale in Cile e le sue conseguenze
Il taglio delle foreste native, la perdita delle risorse idriche, superficiali e sotterranee, sono una delle continue lamentele tra la IXa e la Xa regione (le monocolture esotiche agiscono come delle pompe per l'acqua); l'uso indiscriminato di pesticidi e dell'inquinamento degli ecosistemi; le lamentele delle comunità rurali sulle monocolture; distruzione di strade rurali e l'inquinamento dei macchinari pesanti, soprattutto al momento del raccolto; la perdita di flora e fauna (incluse le piante medicinali e quelle commestibili) per lo spostamento degli ecosistemi forestali autoctoni; le terre per l'allevamento e per coltivazioni, sostituite con l'introduzione di coltivazioni di alberi per l'industria della cellulosa e che ha portato tutto ciò alla perdita della sovranità e della sicurezza alimentare; trasgressione dei luoghi sacri; aumento della migrazione (l'offerta di lavoro diminuisce) e povertà nei luoghi in cui vi è sono queste piante per essere usate nelle industrie della cellulosa.

Seguendo questo modello, l'industria distruttiva della cellulosa si sta espandendo, ed è di proprietà degli stessi gruppi economici come Angelini, Nueva Aldea, Celco, Licancel, Constitución, Arauco, Valdivia, Grupo Matte, Laja, Santa Fe, Pacífico-Mininco; sono un esempio di queste conseguenze, i cui effetti si cominciano a vedere.

L'espansione dell'industria nelle terre dei contadini e delle comunità.
Considerando che il patrimonio forestale delle grandi compagnie si sta praticamente esaurendo nelle regioni VII e X, essi si espandono, in modo da incorporare i terreni dei contadini e dei Mapuche e trasformarli in foreste usate per l'industria della cellulosa; e per questo scopo, vi è stata la proroga del Decreto Legge 701. In questo senso lo Stato ha dato il consenso a essi, rendendosi complice di questo gruppo economico.

Il Decreto-legge considera certe modifiche che potenziano l'erogazione di incentivi per questa attività, incentivo del 90% per i piccoli proprietari nel corso dei primi 15 ettari, 75% per i medi proprietari e il 50% per i grandi proprietari, come riportato da CONAF.
Questa estensione è stata sostenuta da diverse fazioni politiche dell'Alleanza per il Cile e dalla Coalizione, ed è stato considerato un beneficio importante e di opportunità, secondo le osservazioni di diversi legislatori, in quanto ne beneficeranno prevalentemente proprietari di piccole e medie.

È interessante notare che il decreto 701, è stato installato nel 1974 durante la dittatura militare: era volto a fornire dei benefici fiscali alle casse dei principali gruppi economici del paese (Matte e Angelini).

La Corma (Corporacion de la Madera) organo di coordinamento del settore forestale cileno, ha riconosciuto che gli investimenti dipenderanno dai tassi di imboschimento. Jorge Seroni, di ExpoCorma, ha richiamato, nel 2005, il fatto che il forte aumento nel valore della terra negli ultimi 20 anni, è poco redditizio per le aziende forestali che acquistano terreni forestali per il rimboschimento, cominciato, da quelli già avviati, da più di due decenni. Inoltre ha aggiunto, sopra la proiezione delle cartiere, che se si costruiscono, saranno una per ogni 150 ettari di "foreste".

Questa versione imprenditrice segnala che "lo Stato deve ora creare strategie e strumenti per gli attuali proprietari di queste terre che possono entrare nel settore forestale, con un orizzonte dai 15 ai 25 anni. Ci sono circa 4 milioni di ettari tra la VII, VIII e IX regione:  superficie che può essere usata per l'imboschimento." Al momento, come politica di Stato si pretende di destinare più di 3.000 ettari per l'imboschimento, a partire da oggi fino al 2025.

Conflitto forestale con i Mapuche
È interessante notare che uno dei motivi principali del conflitto tra queste industrie e la comunità Mapuche è per il possesso della terra. Una parte importante del territorio che viene rivendicato, è detenuto dalla Società, con tutto che vi sono i reclami ancestrali o di denuncia di usurpazione contemporanea.

Inoltre, l'espansione di questo tipo di foreste nel territorio ancestrale dei mapuche, è un affronto alla loro Diritto Proprio, alla Visione del mondo e Cultura Mapuche. L'assalto dell'industria è diventato un simbolo di neo colonialismo e di inquinamento sociale.

Inoltre, decine di persone mapuche sono state, e/o sono tuttora, perseguite dai tribunali civili e dai procuratori militari per la partecipazione a manifestazioni, nelle aree urbane e rurali, nel conflitto con le aziende forestali. Oltre a questo, si aggiungono anche ordini di detenzione e prigionieri tra l'VIII e la X regione. Decine di ministri speciali e numerosi procuratori militari hanno incaricato di investigare su questi "atti di violenza" -dalla fine del 1997-, in quanto parte dei conflitti territoriali. Decine di dirigenti Mapuche e membri della comunità stanno sperimentando, in diversi casi, le leggi dello Stato, quale la legge 12.927 sulla sicurezza di Stato e la legge 18.314 o Antiterrorista, creata dalla dittatura militare e che sono state applicate attivamente nei governi passati e presenti come forma di controllo sociale delle proteste dei Mapuche. In questa applicazione, si aggiungono anche numerose persone mapuche che devono affrontare il sistema di procedura penale, entrato in vigore nel 2000.

Nel 2002, dopo l'assassinio del giovane mapuche Alex Lemún, ucciso da un poliziotto in un'area che la comunità reclamava dall'impresa forestale Mininco, era cominciato un paziente piano -con la collaborazione di enti pubblici e privati- nell'attaccare queste proteste e, di conseguenza, smobilitarle.

L'effetto di questa repressione, è stata che le zone rurali dei Mapuche in Ercilla, Traiguén, Lumaco, Chol Chol, Imperial, Collipulli, Purén, Tirúa, Lebu, Cañete, hanno affrontato numerose incursioni e operazioni di polizia, con gravi conseguenze per la vita sociale, culturali e psicologiche, ripetute fino ad oggi.

L'ultimo è stato il sollevamento dei mezzi di comunicazione del governo cileno nel contesto degli incendi boschivi e di chi, irresponsabilmente, rilascia sciatte dichiarazioni pubbliche, come quelle del Presidente della Repubblica del Cile, Sebastián Piñera, il suo ministro degli interni, Rodrigo Hinzpeter, e delle autorità regionali designati, che affermavano che gli incendi boschivi che interessano diversi territori Mapuche nel Cile meridionale, aveva un'origine causale, "terrorista", e che hanno accuato le organizzazioni mapuche di tali atti, annunciando l'attuazione della Legge Anti-Terrorismo solo nella regione di Araucania, quando la maggior parte dei principali incendi sono stati nella regione di Bio Bio Altos, nascondendo che, a causa della piaga che avevano diverse piantagioni, si era usato il fuoco.

I principali gruppi economici forestali
MATTE

Il Grupo Matte, della famiglia Matte (Eliodoro, Bernard e Patricia), nel 2010 ha avuto una fortuna d di 8.100 milioni di dollari, e oggi ha una fortuna di oltre 10.400 milioni di dollari. Le sue principali attività economiche si basano sull'espansione delle foreste e sull'industria della cellulosa (carta). Alcune delle aziende sono: Empresas CMPC (55,4% della proprietà): azienda forestale integrata, con prodotti di legname, polpa, carta e altri prodotti industriali e di consumo massivo. L'Empresas CMPC ha una capitalizzazione di mercato di oltre US $ 7.200 milioni. Insieme con la cellulosa, che è delle sua attività principali, è gestita dalla Forestal Mininco. Per l'energia vi è la Colbún (49% della proprietà), che è una delle più grandi società di produzione di energia in Cile, con una capacità installata di 2.521 MW, e una capitalizzazione di mercato di circa US $ 2.600 milioni. La Banca Comercial (Banco BICE): banca commerciale corporativa con un patrimonio di circa US $ 2.700 milioni, che ha attività anche nel leasing, factoring, mutui e commercio estero. Sono invischiati anche nel settore delle assicurazioni vita, sicurezza privata e investimenti immobiliari.

ANGELINI
L'Angelini trae la sua fonte di accumulazione di ricchezza da Anacleto Angelini, ora deceduto, che nel 1990 entrò nella classifica dei più ricchi del mondo secondo la rivista Forbes. Nel 2006, Forbes l'ha classificato nel 181° posto nella classifica mondiale e 10° in tutta l'America Latina, mente nel 2007 è stato classificato, nella classifica mondiale, al 119° posto, il che lo rende il più grande milionario del Cile e del Sud America. La sua fortuna è stimata in 6.000 milioni di dollari; tuttavia, non è chiaro esattamente la sua fortuna, né quella che viene trattata, e che sarà distribuito tra la vedova e il nipote, Roberto Angelini, che gestisce il business.

Attualmente il gruppo Angelini è uno dei maggiori produttori mondiali di farina di pesce, controllando anche il terreno dei combustibili e delle foreste. La sua più grande risorsa, Empresas COPEC, è oggi, una società diversificata, con una partecipazione importante nel settore forestale, attraverso il suo controllo nella filiale della Celulosa Arauco, è anche la più grande società cilena capitalizzata sul mercato. Antar Cile è un'altra impresa filiale della COPEC, dove l'attuale presidente Piñera è suo azionista (idem nel COPEC).
(tradotto da NexusCo)
 
http://ienaridensnexus.blogspot.com/2012/05/le-industriemuovono-le-industrie.html

Nessun commento:

Posta un commento