Indagati 7 anarchici greci
fonte: La Procura di Bologna ha chiuso l’indagine sul pacco bomba spedito dalla Grecia a Silvio Berlusconi che costrinse un cargo della Tnt a un atterraggio di emergenza, il 2 novembre 2010, all’aeroporto Marconi. Tra i sette destinatari dell’avviso di fine indagine ci sono quattro anarchici i cui nomi sono citati nella rivendicazione per l’attentato a Roberto Adinolfi.
I sette anarchici greci – tutti detenuti nel loro paese – sono accusati a Bologna, sulle base dell’inchiesta delle autorità greche, di attentato con finalità terroristiche e detenzione di materiale esplodente, aggravata da finalità eversive. Gli indagati sono Georgios Nikolopoulos, di 26 anni; Christos Tsakalos, di 33; Panagiotis Argyrou, di 24; Gerasimos Tsakalos, di 26; Giorgio Karaghiannidi, di 32; Charilaou Chatzimichelaki, di 24; Alexandrou Mitrousia di 23. I nomi dei primi quattro compaiono nella rivendicazione arrivata ieri al Corriere della Sera.
I sette sono considerati dalle autorità greche membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che appartiene alla galassia della Federazione Anarchica Informale. La Ccf/Fai in Grecia ha rivendicato la campagna di pacchi bomba spedita alla fine del 2010 ad alcuni leader europei, tra cui Sarkozy, Merkel e appunto Berlusconi.
L’indagine bolognese, affidata alla Digos e coordinata dal Pm Enrico Cieri, si è basata molto sui risultati delle indagini greche che hanno portato in carcere i sette. Accertamenti sono stati svolti per rogatoria e altri direttamente ad Atene dagli inquirenti bolognesi che hanno portato ai colleghi greci i risultati delle perizie svolte sul pacco bomba del cargo.
I sette anarchici greci sono accusati di aver fabbricato e spedito il pacco bomba destinato a Berlusconi. Il plico fu imbarcato su un cargo della Tnt in volo da Atene a Liegi. Fu proprio il nome del premier italiano come destinatario a far scattare l’allarme. Il cargo, che transitava sui cieli italiani, venne fatto atterrare a Bologna alle 22.
L’ordigno era alloggiato dentro un testo di diritto scritto in greco e scavato per contenere polvere pirica e innesco e aveva un sistema di attivazione a trappola, costituito da un circuito elettrico realizzato con una lampadina alogena, alimentata da otto batterie da 1,5 volt, una molletta da bucato che fungeva da interruttore di fuoco, e appunto polvere pirica come materiale esplodente.
http://culmine.noblogs.org/2012/05/12/bologna-un-legame-tra-il-pacco-bomba-a-berlusconi-e-lattentato-a-genova/#more-15214
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