martedì 13 marzo 2012

es it - Los indígenas contra un Correa caudillista y autoritario.


Fuente: hoy.com.ec
http://www.hoy.com.ec/noticias-ecuador/conaie-convoca-a-marcha-de-protesta-contra-correa-el-8-de-marzo-535836.html


El que en Europa presentan como líder de la nueva izquierda latinoamericana, Rafael Correa, acaba de perder uno de sus apoyos sociales, el de los pueblos y comunidades indígenas. Ellos lo alzaron al poder cuando Correa era la promesa para el avance de los derechos de los pueblos y de la sociedad.

La mayor de las organizaciones de los indígenas en Ecuador, la Confederación de las Nacionalidades Indígenas del Ecuador, acaba de declararse en lucha contra ese líder de hojalata que comienza a parecerse cada vez más en sus modales a la endémica tradición caudillista y autoritaria de la región y a defraudar las expectativas de verdadero cambio que lo elevaron sobre los contendientes.

Los indígenas le acusan de haber violado de constitución nacional, de gobernar para el paradigma neoliberal y contra el pueblo y han convocado una gran marcha por la vida y la dignidad de los pueblos , que comenzará en la privincia de Zamora y llegará a Quito hacia el 22 de marzo.

Correa ha convocado a su facción a manifestarse en su favor para defendes su “democracia revolucionaria”, pero es muy dudoso que una manifestación convocada desde el poder sea algo más o mejor que pura propaganda.

Tal vez una democracia revolucionaria no debería permitirse índices de pobreza extrema y exclusión de más de un tercio de la población del país, ni que ésta exclusión esté tan sospechosamente mal repartida. Tampoco parece oportuno que los índices de atención social, sanitaria o de justicia social sean tan pésimos a la par que sube el gasto militar y la desigualdad regional y de clases sociales. Tampoco vemos lo revolucionario de imponer una minería intensiva que deprede la naturalza y que desvincule a la gente con la madre tierra a cambio de un poco de lucro para los de siempre, o que se cercenen derechos y libertades básicos ante cualquier atisbo de crítica al líder carismático.

Los proyectos racionalistas y modernizadores del caudillismo americano siempre han sido muy negativos para las sociedades y Correa, que se postulo en franca oposición a ellos, debería saber sacar consecuencias.

A la protesta indígena se han unido otros colectivos sociales de amplia repercusión, como sindicatos de maestros, grupos de izquierda y sociales y otros, pero Correa ha tenido la brillante idea de tacharlos a todos de derechosos.

Nosotros esperamos que el pueblo empoderado y movilizado consiga en Ecuador y en otros sitios romper con siglos de marginación y promover más justicia social y más dignidad para todos. Por eso nos alegra conocer su estrategia de desobediencia noviolenta para conquistar sus derechos pisoteados.

http://utopiacontagiosa.wordpress.com/2012/03/12/los-indigenas-contra-un-correa-caudillista-y-autoritario/


Gli indigeni contro un Correa caudillista e autoritario

Quello che in Europa è presentato come il nuovo leader della sinistra latino-americana, Rafael Correa, ha recentemente perso uno dei suoi supporti sociali, quali il popolo e le comunità indigene. Lo elessero a presidente, quando Correa era la promessa nel far avanzare i diritti del popolo e della società.
La maggior parte delle organizzazioni indigene in Ecuador, la Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador, ha appena dichiarato che la lotta contro il presidente comincia ad apparire, sempre più nei suoi costumi, come la sempreverde tradizione autoritaria endemica della regione e delude, quindi, le aspettative di cambiamento reale che lo fecero eleggere a presidente.

Gli indigeni lo accusano di violare la Costituzione nazionale, di governare tramite il paradigma neoliberista e de consecutio contro il popolo: hanno chiesto una marcia per la vita e la dignità dei popoli, a partire dalla privincia di Zamora e di raggiungere Quito il 22 marzo.

Correa ha invitato il suo partito ad apparire a suo nome per difendere la sua "democrazia rivoluzionaria", ma è dubbia che una dimostrazione del potere possa fare qualcosa di più o meglio di una pura e spicciola propaganda.

Una democrazia rivoluzionaria non dovrebbe permettere i casi di estrema povertà e l'esclusione di più di un terzo della popolazione dal voto o dalla vita pubblica del paese, e che tale esclusione è così sospettosamente mal distribuita. Non sembra neppure opportuno ricordare che i tassi di assistenza sociale, della salute o della giustizia sociale sono in caduta libera e allo stesso tempo, la spesa militare è in aumento, causando l'aumento di disuguaglianze regionali e classi sociali. Né si vede cos'abbia di rivoluzionario questo governo se non quello di imporre una predazione intensiva con le miniere, staccando le persone alla loro terra madre per un pò di profitto, limitando i diritti e le libertà fondamentali prima che sorga qualsiasi accenno di critica al leader carismatico.

I progetti razionalisti e modernizzatori del caudillo americano sono sempre stati molto negativo per le società e Correa, che correva in diretta opposizione a loro, dovrebbe essere in grado di trarre le conseguenze.

I gruppi indigeni di protesta si sono uniti con altri collettivi sociali di vasto impatto sociale, come ad esempio i sindacati degli insegnanti, i gruppi di sinistra e sociale e altri, ma Correa ha avuto la brillante idea di levargli i loro diritti.

Speriamo che la gente si mobiliti contro il potere in Ecuador e di altri Stati, per rompere così secoli di emarginazione e promuovere una maggiore giustizia sociale e dignità per tutti. Perciò siamo lieti di conoscere altre strategie di disobbedienza non violenta per vincere e ottenere i propri diritti calpestati. (tradotto da NexusCo)

http://ienaridensnexus.blogspot.com/2012/03/gli-indigeni-contro-un-correa.html

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