domenica 11 marzo 2012

it es -Le condizioni carcerarie di Tortuga


L’interesse da parte di Culmine per le vicende del compagno Tortuga ci porta a diffondere il comunicato che segue nonostante sia stato scritto dal Pikete Jurídico; un legal team cileno, costituito da legali e studenti di diritto, che da anni segue i compagni alle prese con la repressione. Far conoscere la dura realtà carceraria che Luciano sta vivendo è, oltre che un dovere rivoluzionario, uno dei mille modi per soffiare sulla fiamma che alimenta il nostro odio verso tutte le prigioni e chi le difende. Ad ogni modo, di fronte a tale scritto non possiamo fare altro che ricordare il caro antigiuridismo anarchico al quale, altre volte, Culmine è ricorso per ribadire che nessun avvocato può stare realmente con noi anarchici dalla stessa parte della barricata. Mai possono essere messe sullo stesso piano le azioni dirette e le denunce legalitarie, queste sì tese a legittimare l’intero apparato giuridico nemico di ogni anarchico.

Che la nostra complicità possa spezzare ogni sbarra della tua cella. Forza Tortuga, non sei solo!

Culmine, marzo 2012

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originale, in spagnolo, su: vivalaanarquia

Sono 3 mesi che abbiamo colloqui con Luciano Pitronello, imputato per il frustrato tentativo di collocare un ordigno esplosivo, il 1 giugno 2011, ad una filiale del Banco Santander, in calle Vicuña Mackenna 1347, a Santiago del Cile. Luciano è stato trovato in questo luogo con molteplici e gravi lesioni su tutto il corpo, la perdita della vista in un occhio che l’ha costretto ad un intervento di trapianto della cornea, la lieve perdita dell’udito, assieme ad ustioni estese sul 33% del suo corpo, e l’amputazione di una delle sue mani. Le accuse nei suoi confronti: collocamento di ordigno esplosivo terrorista, sanzionato dalla legislazione antiterrorista e l’utilizzo di una targa falsa ad un altro veicolo.

Dopo un lieve recupero, è stato messo in carcerazione preventiva perché considerato un pericolo per la società. Per le diverse e gravi lesioni si trova recluso presso l’ospedale del carcere Santiago 1. Le condizioni carcerarie di Luciano sono caratterizzate da una costante persecuzione e dall’isolamento. Non ha diritto all’ora d’aria, per cui resta rinchiuso in cella 24 ore su 24. Non può avere accesso alla televisione, né ai giornali. E’ costretto ad utilizzare una sorta di tuta speciale che aiuta la cicatrizzazione delle ferite da ustione, e deve indossarla 24 ore al giorno; può toglierla solo per lavarsi. Anche se riesce a togliersi questa tuta, non può mettersela da solo in quanto ha bisogno dell’aiuto di qualcuno. Quest’aiuto dovrebbe venire dai paramedici, ma non accade quasi mai. Luciano deve chiedere aiuto agli altri prigionieri, se in quel momento sono in cella con lui; altrimenti è costretto a restare senza questa tuta (cosa che è accaduta almeno 5 volte).

Attualmente, Luciano non ha più questa tuta, perché i carcerieri l’hanno bruciata nella stireria del carcere, situazione che non s’è ancora risolta né è stata indennizzata. Un’altra parte della sua terapia quotidiana consiste nel trattare tutto il corpo con la rosa mosqueta, ma non sempre accade, dipende dai paramedici e comunque avviene ogni 2 o 3 giorni. Luciano usa una protesi per il braccio destro e quando si lava deve stare attento a non danneggiarne il sistema meccanico. Purtroppo, tutte le volte che ha sollecitato gli addetti di pulire la protesi, l’hanno fatto immergendola nell’acqua, rovinandone il sistema meccanico; provocando in tal maniera una maggior dipendenza di Luciano alla svogliatezza dei paramedici. In effetti, adesso la protesi ha bisogno di essere ingrassata di continuo, cosa che comunque non ne migliora molto la funzionalità. Un altro problema, rappresentato dalla permanenza di Luciano in carcere, è dato dalle docce del carcere che funzionano con un pulsante. L’erogazione dell’acqua dura solo pochi secondi, e per questo c’è bisogno di mantenere il pulsante costantemente premuto. Luciano, senza una mano e alcune dita dell’altra mano amputate, non può mai fare il tutto da solo. Tuttavia egli non usufruisce di un’assistenza continua da parte dei paramedici, ed allora è costretto ad arrangiarsi come può. Alcune sezioni dell’ospedale penitenziario hanno delle docce in migliori condizioni, quindi molto dipende in quale sezione si trova.

Ci risulta che situazioni del genere si ripetono in diverse carceri, le denunciamo per esserne al corrente e da tanto tempo. Il nostro scopo non è quello di elaborare un racconto morboso, né quello di provocare pena, ma di evidenziare che -nonostante la stampa e lo Stato dicano che i detenuti abbiano dei diritti- si tratta di una espressione vacua, utilizzata per degradarli sempre più, e per avallare l’esistenza di centri di reclusione in cui lo Stato si assicura che migliaia di persone vivano in pessime condizioni.

Non si tratta solo di sovraffollamento, come mostra la televisione quando si ricorda che i detenuti esistono. Un detenuto non è solo sottoposto ad una restrizione della sua libertà, ma viene isolato, la famiglia viene costantemente umiliata, deve subire l’irresponsabilità dell’assistenza medica, la censura, la violenza psichica e psicologica da parte dei carcerieri, e dei materiali con i quali si costruisce il Carcere. A volte sembra che i detenuti del mondo siano invisibili, è per questo che noi che siamo fuori dalle sbarre dobbiamo renderli visibili, poiché ogni volta che li ricordiamo con un’azione, una denuncia o un gesto di solidarietà, dimostriamo che non sono soli.

NELLE CARCERI LA TORTURA E’ QUOTIDIANA,

CON IL TUO SILENZIO SEI COMPLICE!
A DIFFONDERE LA SOLIDARIETA’!

Pikete Jurídico
piketepenal(at)gmail(dot)com

http://piketejuridico.blogspot.com/

http://culmine.noblogs.org/2012/03/10/le-condizioni-carcerarie-di-tortuga/#more-14560



Chile: Las condiciones carcelarias del Tortuga

Desde hace 3 meses visitamos a Luciano Pitronello, imputado por la frustrada colocación de artefacto explosivo realizado el 1 de Junio del año 2011 a una sucursal del Banco Santander, ubicada en Vicuña Mackenna 1347. Luciano fue encontrado en este lugar con multiples lesiones de gravedad en su cuerpo, la perdida de visión en uno de sus ojos, por lo que fue sometidos a una operación de trasplante de corneas y la perdida leve de su audición, junto con el 33% de su cuerpo quemado, y producto de las quemaduras se tuvo que amputar una de sus manos. Fue formalizado por dos delitos: Colocación de artefacto explosivo terrorista, sancionado en el artículo 2 Nº 4 en relación al artículo 1 de la “Ley Sobre Conductas Terroristas (18.314) y utilización a sabiendas de placa patente falsa o que correspondan a otro vehículo, sancionado en el artículo 192 letra e) de la “Ley de Tránsito” (18.290).

Tras una leve recuperación fue dejado en prisión preventiva por considerarse un peligro para la sociedad. Por sus múltiples lesiones, se encuentra en el Hospital de la Carcel Santiago 1: las condiciones carcelarias de Luciano son de un permanente hostigamiento e incomunicación. Su régimen consiste en 24 horas de encierro en una pieza con 3 camillas, además, no tiene acceso a televisión ni periodicos, debe usar un traje que le ayuda a la cicatrización de las quemaduras las 24 horas del día, sólo debe sacárselo para bañarse, si bien, puede sacarse el traje solo, requiere ayuda para ponerselo. Esta función, que debiera ser realizada por los paramedicos, es incumplida; por esto, Luciano debe pedir ayuda a los presos cuando le toca una habitación con compañia . Otras, simplemente debe estar sin su traje (como ha ocurrido, al menos, en 5 ocasiones).

Actualmente, Luciano está sin el traje, porque gendarmería lo quemó al meterlo en la secadora del penal, situación que aún no es resuelta ni indeminizada. Otra parte de su tratamiento consiste, en que todos los días se le humecte con rosa mosqueta el cuerpo entero. Lo que en realidad ocurre cada 2 o 3 días, a voluntad de los paramédicos. Luciano utiliza una protesis en el brazo derecho, la que debe lavarse con cuidado para no dañar el sistema mecanico que ésta tiene. Sin embargo, las veces que ha solicitado que le laven la protesis, lo han hecho metiendola completamente al agua, arruinando su sistema mecánico; provocando con ésto una mayor dependencia de Luciano a la mala voluntad de los paramédicos, ya que ahora requiere ser engrasada constantemente, situación que tampoco es resuelta oportunamente. Otro problema de que Luciano permanezca en la cárcel, es que la ducha del penal funciona con un interruptor que al presionarlo expulsa agua por un intervalo de pocos segundos, por lo que es necesario que sea constantemente presionado. Como luciano no tiene una de sus manos y de la otra fueron amputados algunos de sus dedos, no le permite poder realizar esta actividad solo, sin embargo como no existe asistencia continua de los paramédicos, solo le queda ingeniarselas para poder ducharse, algunas de las habitaciones del Hospital Carcel Stgo1 tiene duchas en mejores condiciones, por tanto depende de que habitación este Luciano.

Si bien sabemos que estas condiciones se repiten en varios casos dentro de los penales, denunciamos esta situación porque la hemos palpado por bastante tiempo directamente. Nuestra idea no es realizar un relato morboso, ni provocar pena, sino evidenciar que aunque la prensa y el Estado digan que los presxs tienen derechos, eso es sólo una expresión vacía, que utilizan para degradarlos más y más, y para validar la existencia de centros de reclusión en los cuales el Estado se asegura que miles de personas vivan en pésimas condiciones.

No es solo hacinamiento, como nos muestra la televisión cuando se acuerdan que los presxs existen. A un presx no sólo se le restringe su libertad: son el aislamiento, la humillación constante a su familia, la irresponsabilidad en la asistencia médica, la incomunicación, la violencia física y sicológica de parte de Gendarmería, los materiales con el que se construye la Cárcel. A veces pareciera que presxs del mundo son invisibles, es por esto que quienes estamos afuera de las rejas debemos visibilizarlos, pues cada vez que los recordamos con una acción, una denuncia o un gesto de solidaridad demostramos que no están solxs.

¡EN LAS CARCELES LA TORTURA ES COTIDIANA,
CON TU SILENCIO ERES CÓMPLICE!
¡A EXPANDIR LA SOLIDARIDAD!

Pikete Jurídico
piketepenal(at)gmail(dot)com

http://piketejuridico.blogspot.com/


http://vivalaanarquia.espivblogs.net/?p=11672#more-11672

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