giovedì 16 febbraio 2012

Rovereto - Siamo accusati di Resistenza: ebbene sì!


Testo di un volantino distribuito in questi giorni a Rovereto:

[vedi anche prossime iniziative solidali e antifasciste - dibattito | corteo]

http://www.informa-azione.info/rovereto_colonialismo_italiano_in_jugoslavia_e_foibe
http://www.informa-azione.info/rovereto_corteo_antifascista_in_solidariet%C3%A0_con_compagni_accusati_di_quotresistenzaquot

SIAMO ACCUSATI DI RESISTENZA: EBBENE Sİ!

Il 13 febbraio 2010 una quarantina di nemici del fascismo scesero in piazza a Rovereto per impedire lo svolgimento di un corteo di Fiamma Tricolore dedicato alla commemorazione dei “martiri” delle foibe.
Quel giorno il silenzio democratico fu spezzato dalla voce di chi disse che il fascismo non doveva passare, e agì di conseguenza. La manifestazione fascista ebbe luogo solo grazie all’ intervento della Celere di Laives, Padova e Mestre, che caricò chi manifestava la propria rabbia contro i nipoti di Mussolini, con dodici compagni finiti all'ospedale. I compagni furono portati al commissariato di Rovereto per le identificazioni, e tre di essi furono immediatamente arrestati. In seguito saranno condannati per resistenza a pene dagli 8 ai 14 mesi. Il 15 febbraio prossimo a Trento si svolgerà il processo di appello. Vari storici come Pupo, Spazzali,Oliva e Pansa da anni cercano di riscrivere la storia sulle foibe (e non solo), facendo opera di revisionismo storico in chiave nazionalista e fascista. In parlamento la mistificazione sulle foibe viene portata avanti da partiti di destra come da quelli di sinistra, mentre l’esplicita riabilitazione del fascismo viene delegata a personaggi come il senatore trentino Cristiano De Eccher (un presente nel PDL, un passato da picchiatore e stragista), che il 29 marzo 2011 presentò un Disegno di Legge per abrogare la norma costituzionale che vieta l'apologia di fascismo e la ricostruzione di partiti e movimenti che si rifanno a tale ideologia. Con la legge del 30 marzo 2004 (instaurazione della “Giornata del Ricordo”) è emerso una volta di più che democrazia e fascismo sono le due facce della stessa medaglia. Già nell’immediato dopoguerra i padroni di sempre per recuperare il potere politico che si stava sgretolando grazie alla lotta di classe partigiana dovettero mettere a tacere la resistenza: 10000 partigiani furono imprigionati nel dopoguerra, mentre l'amnistia Togliatti liberò i fascisti. Il momento in cui ci troviamo deve far riflettere tutti su chi sono e cosa fanno i fascisti oggi. I fatti di Firenze e Torino (due senegalesi uccisi e tre feriti da un militante di CasaPound, un pogrom contro un campo nomadi) sono emblematici come azioni reazionarie. I governanti (per governanti non intendiamo solo il governo tecnico di Monti ma anche tutta quella sinistra che fa finta di essere dalla parte degli sfruttati ed intanto collabora alla gestione del potere) alimentano la guerra tra poveri nel tentativo di scongiurare il rischio che gli sfruttati dirigano la propria rabbia contro chi ormai ha da offrire solo “lacrime e sangue”. Una vecchia canzone di lotta al fascismo invitava ad individuare quali sono le radici delle malepiante da estirpare. Nell'ultimo anno in varie parti del mondo la gente ha tentato più volte tramite rivolte ed insurrezioni di riprendersi quello che da sempre le spetta, cioè la libertà da chi sfrutta. I padroni ancora oggi utilizzano strumenti come il fascismo per far sì che i loro privilegi rimangano intatti. La crisi di cui ogni giorno siamo “informati” infonde la paura e l'ostilità tra gli sfruttati: chi occupa una casa, chi è senza documenti, chi si riprende ciò che gli spetta viene additato come una persona da cacciare o rinchiudere.
Gli Arditi del Popolo negli anni 20 e poi i partigiani ci hanno dato un insegnamento che da allora riecheggia: il modo migliore per opporsi alle forze reazionarie e a chi ci opprime è l'agire in prima persona e l'autorganizzazione, è rifiutare di mettere le nostre sorti nelle mani di sindacati e politicanti.
Il ricordo della resistenza non può rimanere nei libri di storia. Quei sentimenti, quei desideri e quindi quelle pratiche debbano manifestarsi anche oggi contro chi da sempre alimenta la guerra fra poveri in difesa dei potenti, e contro il misero esistente che ci impongono. Quel giorno di febbraio abbiamo deciso di riprendere questi suggerimenti. Dopo due anni da quei fatti rivendichiamo le nostre azioni, perché i motivi che ci hanno spinto a scendere in piazza rimangono inalterati: i fascisti uccidono, inneggiano all'odio razziale, continuano a svolgere la loro funzione di servi dello Stato e del capitale.

SOLIDARIETÁ CON IVAN, JEPPO E POZA!
PER L'AZIONE DIRETTA CONTRO IL FASCISMO E CHI LO SOSTIENE!




nemici e nemiche del fascismo



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