martedì 28 febbraio 2012

Manganelli: "Val Susa ora attenti agli espropri"


--da stampa borghese

Il capo della polizia alla Camera: "Siamo alla vigilia delle prime azioni davvero invasive, andremo a togliere i terreni e crescerà il dissenso. Non siamo per nulla soddisfatti di come sono andate finora le cose, non ha funzionato la prevenzione"

"Finora per la Tav ci siamo confrontati con forme di dissenso generalizzato, ma siamo alla vigilia delle prime azioni davvero invasive, quelle che porteranno agli espropri. Ora andremo a togliere i terreni, che peraltro sono stati venduti a centinaia di acquirenti, aumentando i destinatari delle notifiche e del dissenso". Questa la considerazione fatta dal capo della polizia, Antonio Manganelli, che ieri all'audizione alla commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati ha parlato della gestione dell'ordine pubblico: 10.461 manifestazioni nel solo 2011, un incremento del 42 per cento rispetto al 20082009. In 187 casi, ovvero l'1,8 per cento del totale, ci sono stati "episodi di effervescenza", così li definisce Manganelli, che possono essere andati "dai dissensi espressi con fischi fino alle cariche". E gli episodi più rilevanti sono le manifestazioni contro l'Alta velocità e quella degli "Indignati" a Roma. "La valle di Susa - continua il prefetto Manganelli - è storicamente tradizionale terreno di espressioni antagoniste. Lì sono nati e vivono alcuni personaggi un tempo facenti parte di Prima linea, oggi abbiamo presenza di personaggi di spicco sia dell'anarchia radicale sia dell'autonomia operaia. Inoltre è un territorio che ha sempre respinto l'ipotesi di realizzazione di una nuova tratta ferroviaria. Queste due combinazioni sono il segnale di una possibile continua vitalità di questo dissenso rispetto a chi pretende di realizzare l'opera: in pochi anni il territorio è divenuto una sorta di espressione generale antisistema".

Manganelli ha rievocato i fatti degli ultimi mesi, inclusi gli scontri di giugnoluglio e quelli dell'8 dicembre: "Le mobilitazioni di oggi hanno avuto avvio particolare con l'inizio delle opere di cantierizzazione nella zona della Maddalena di Chiomonte. Lì la protesta ha assunto la regia dei leader del centro sociale Askatasuna di Torino e il contributo delle frange più estreme dell'anarchia insurrezionale. Askatasuna e i referenti dell'insurrezionalismo anarchico piemontese hanno finora fatto da catalizzatori di queste istanze antisistema e No Tav, non sempre in sintonia sulla linea strategica da seguire. C'è anche stata una forte azione di contrasto che sta continuando in questi giorni contro il procuratore di Torino. Questo è il prodromo delle prime azioni davvero invasive, quelle che porteranno agli espropri".

Tra le domande poste dai deputati al capo della polizia riguardo alla gestione dell'ordine pubblico c'è anche quella sulla prevenzione. "Ci siamo chiesti anche noi fin dal primo momento cosa non abbia funzionato in Valsusa perché nessuno è rimasto soddisfatto di come è andata - dice Manganelli - Evidentemente non ha funzionato la prevenzione, pur sapendo che sarebbe arrivato un certo numero di anarchici e che ci sarebbe stata una componente importante da Oltralpe. Ma non si poteva fare prevenzione se non rischiando di mettere in pericolo i cortei pacifici, perché stiamo parlando di manifestazioni di 80 mila persone in cui duemila dovevano essere gestite come si gestisce la guerriglia urbana e non l'ordine pubblico". E aggiunge: "Non c'è più chi tiene la piazza. Il Pci aveva degli omoni... - sorride - Quando il corteo era organizzato dai partiti o sindacati, che veramente gestivano la piazza, c'era la garanzia di un esito non cruento. Avevano un servizio ordine che ora non esiste più e dobbiamo fare da noi".
(23 febbraio 2012)

http://torino.repubblica.it/

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