martedì 28 febbraio 2012

29 febbraio: Rinvio a giudizio per gli anarchici Bologna it


29 FEBBRAIO: RINVIO A GIUDIZIO PER GLI ANARCHICI

Organizzata dalla procura di Bologna, sostenuta dal Ministero dell’Interno, sollecitata dall’Eni, avanzata dal pm Morena Plazzi e supportata dal lavoro della DIGOS l’inchiesta sugli anarchici arriva oggi al rinvio a giudizio.
Il 6 aprile su tutto il territorio nazionale scatta una vasta operazione repressiva volta a colpire gli anarchici e i loro compagni. 60 le perquisizioni, 5 gli arresti, 1 fermo (compagno liberato allo scadere delle 48 ore), 7 le altre misure cautelari (obbligo o divieto di dimora), lo spazio anarchico di documentazione “Fuoriluogo” messo sotto sequestro probatorio. L’accusa per 27 persone è quella di appartenere ad una associazione a delinquere aggravata dalla finalità eversiva dell’ordine democratico.
I compagni arrestati hanno affrontato sei mesi tra carcere e domiciliari e un paio di mesi di firme o di divieto di dimora a Bologna per chi non ha fatto i domiciliari in questa città. Rimane sequestrato il centro di documentazione. In tutti questi mesi ci siamo vissuti un crescendo della situazione repressiva: si contano ad oggi circa una ventina di fogli di via, una decina di avvisi orali e due tentativi di sorveglianze speciali andati male.
E così per l’inchiesta della Plazzi uno spazio di documentazione che settimanalmente organizza proiezioni, dibattiti, presentazioni di libri diventa un pericoloso covo blindato in cui tramare nell’ombra. Tanto nell’ombra che uno dei più ricorrenti “reati” di cui molti imputati sono accusati è l’affissione di manifesti che pubblicizzano iniziative che si svolgono nel covo segreto.
Secondo il pm una piazza che si autodetermina, in successione a un’iniziativa, è il risultato di un sicuro piano eversivo e non sono momenti contingenti.
Vengono individuati ruoli e costituite gerarchie, come capi, sottoposti e affiliati vari, che non appartengono di certo a chi considera l’informalità e l’orizzontalità dei rapporti la base su cui costruire percorsi antiautoritari.
Se da una parte la concretezza delle lotte si va via via intensificandosi, dall’altra appare sempre più evidente il programma dello stato: reprimere. Il sistema è in collasso è ciò che ha da offrire è la fame. Chiunque abbandoni il meccanismo di delega e manifesti la sua rabbia in prima persona verrà colpito dallo stato. A tal riguardo lo stato si è già espresso, il nuovo governo dei tecnici non consente proteste. Ed ecco che scattano gli arresti per gli scioperi dei tir, i pescatori davanti a Montecitorio vengono manganellati, la lotta territoriale più forte in Italia, la NOTAV, attaccata con 26 arresti.
Nel giorno in cui veniamo giudicati all’interno di un’aula di tribunale rilanciamo la lotta in strada davanti a una struttura concreta di imposizione da parte dello stato, il carcere minorile di Bologna. Recentemente si sono accesi i fari sulla struttura di via del Pratello e davanti alle violenze avvenute nel silenzio e nell’indifferenza della gente, persino il nuovo ministro della giustizia ha dovuto esporsi. Ha infatti aperto un’inchiesta la Procura. Sono tre le persone accusate di aver coperto quanto accaduto e sono i vertici della giustizia minorile a Bologna. A essere stati rimossi dai loro incarichi sono stati il direttore del carcere del Pratello, Lorenzo Roccaro, il direttore del centro giustizia minorile di Bologna, Giuseppe Centomani, e il comandante della polizia penitenziaria Aurelio Morgillo. La causa: omissione di rapporto in relazione a una violenza. Ciò che emerge dai racconti dei detenuti sono punizioni violente, uso costante di manette, brutalità fisica e straordinario uso della cella di isolamento.

RILANCIAMO LA LOTTA. IN SOLIDARIETA’ COI DETENUTI DEL CARCERE MINORILE
CHE I MURI CROLLINO E LA LIBERTA’ EVADA.
PRESIDIO CON AMPLIFICAZIONE ORE 18 VIA DEL PRATELLO 34 - BOLOGNA



http://www.informa-azione.info/bo_29_febbraio_rinvio_a_giudizio_per_gli_anarchici

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