sabato 1 ottobre 2011

Bologna – UN ANARCHICO IN SORVEGLIANZA SPECIALE? TUTTI IN LIBERTA’ VIGILATA!


Martedì 11 ottobre il tribunale di Bologna giudicherà se applicare o meno la sorveglianza speciale a Martino, uno dei 5 compagni arrestati lo scorso 6 aprile a Bologna e tuttora sottoposto a misura cautelare. Evidentemente 7 arresti, altre 7 misure cautelari, tra obblighi e divieti di dimora, il sequestro dello spazio di documentazione “Fuoriluogo”, i fogli di via, gli avvisi orali e le intimidazioni, alla questura ed ai poteri che difende non bastano. Eccoci allora a quello che utilizzando lo stesso linguaggio di chi reprime potremmo definire “un salto di qualità” nel tentativo di liberarsi una volta per tutte di quegli anarchici e di quei sovversivi che a Bologna danno così fastidio a politici e poliziotti: la repressione preventiva.

Così dopo aver formulato un’associazione a delinquere, che tolta l’enfasi giornalistica e attenendosi alle carte, concretamente, si fonda solo sull’organizzazione di cortei, presidi , volantinaggi e, addirittura, presentazioni di libri “violenti”, lorsignori possono chiedere l’applicazione della sorveglianza speciale per uno di quelli che loro stessi hanno dipinto come un promotore-capo-anarchico di un’associazione a delinquere con finalità d’eversione dell’ordine democratico.
“Una menzogna ripetuta all’infinto diventa la verità” diceva appunto Gobbels ministro della propaganda del Terzo Reich. In buona sostanza gli inquirenti nel reprimere possono sostenere tutto ed il contrario di tutto, sono sempre loro a cantarsela, a suonarsela e poi a battersi le mani.
Per carità niente di nuovo anzi, a dirla tutta si tratta di qualcosa di piuttosto datato visto che la sorveglianza speciale è una vecchia legge del ventennio: allora si chiamava “ammonizione”. Molto utile ieri a zittire le voci fastidiose di chi anche solo criticava il regime di Mussolini e molto utile anche oggi contro chi continua a non rassegnarsi alla miseria imposta dal regime democratico. Compagni colpiti e tentativi di farlo negli ultimi anni ci sono già stati a Bologna, a Rovereto, a Teramo, a Torino, a Milano, a Genova e a Pisa.

Ma in pratica in cosa consiste?

La sorveglianza Speciale o articolo 1 prevede che un individuo la cui condotta risulti “pericolosa per la sicurezza e la moralità pubbliche” può essere sottoposto, per un periodo che va da un minimo di un anno ed arriva fino al massimo di cinque anni, alle seguenti misure: ritiro della patente, divieto di espatrio, obbligo di dimora nel comune di residenza, divieto di uscire di casa prima dell’alba e di rientrare dopo il tramonto, divieto di frequentare locali e assembramenti pubblici, obbligo giornaliero di firma presso carabinieri o polizia. E’ emblematico notare come i termini “condotta” “moralità” e “sicurezza” non abbiano alcun riferimento a qualsivoglia criterio di oggettività ma danno al contrario carta bianca al più totale arbitrio alle forze di polizia, anche le singole restrizioni che appioppano possono variare di volta in volta.

In un clima di grave crisi economica e ambientale a chi comanda non resta che correre ai ripari e accanirsi, in funzione preventiva, contro i propri nemici dichiarati nel vano tentativo di scongiurare insorgenze e conflitti non mediabili.
Colpendo Martino gli sbirri vogliono dare un segnale a tutti, mirano a spaventare e facendo terra bruciata per sfaldare i legami solidali e quindi bloccare le lotte. Perciò questo attacco repressivo ci riguarda tutti. L’avversione, l’ostilità, l’azione diretta e le rivolte non sono monopolio di quei pochi e agguerriti sovversivi che le hanno sempre difese e praticate ma patrimonio di tutti gli sfruttati (pensiamo al 14 dicembre, alla Grecia e a Londra solo per citare alcuni esempi). Sta a chi ha scelto questo lato della barricata il perseverare, consci che, tanto più oggi, indietreggiare di fronte ai colpi del nemico significa rassegnarsi alla sua avanzata.
INSUSCETTIBILI DI RAVVEDIMENTO PER L’INSURREZIONE

http://italy.indymedia.org/node/1027

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