sabato 29 ottobre 2011
Desideri di dominio
Tratto da Reflexiones desde Anarres e tradotto da NexusCo
http://reflexionesdesdeanarres.blogspot.com/2011/09/anhelos-de-dominio.html
Rudolf Rocker afferma che la volontà di potenza è stata una delle forze motrici più importanti della storia, decisiva nella formazione della vita economica e sociale. Dobbiamo concordare con l'autore, quando, senza negare l'importanza delle condizioni economiche per lo sviluppo sociale, dice che vi sono stati molti esempi storici in cui le aspirazioni di dominio religiose e politiche, che hanno un ruolo importante, paralizzino questo sviluppo per lungo tempo o addirittura lo spingono verso la più totale regressione. Tuttavia l'analisi della storia riconosce "positivamente" i vari risultati ottenuti dalla classe dominante. Rocker stesso afferma chè l'analisi della storia non sia una cosa fatta in maniera ingenua o riduzionistica, in quanto l'analisi diventa una vera e propria caricatura e diminuisce notevolmente il campo della ricerca (qui si sta aprendo la strada per la sua tesi che la società si evolve inversamente allo stato-nazione). Mi piace molto l'analisi dell'anarchico Rocker, in quanto ha una visione più ampia e non cade -come detto- in alcun tipo di riduzionismo e determinismo, e quando dice che la classe sociale come la borghesia, a volte, ha fatto cose encomiabili e che vanno contro i loro interessi (pace, il conflitto con la Chiesa ...). Per dimostrare la sua teoria, e niente di più attuale, Rocker ha detto che le continue (e devastanti) crisi che soffre il capitalismo, non necessariamente porta a una condizione o evoluzione verso la produzione socialista. Le condizioni economiche, da sole, non cambiano la struttura sociale e vi è bisogno di condizioni psicologiche e spirituali che favoriscono il desiderio di trasformazione.
Rocker denunciava in "Nazionalismo e cultura", l'atteggiamento dei partiti socialisti e dei sindacati ai partiti socialisti ispirati, i quali erano subordinati al capitale e agli interessi nazionali, anche aprendo le porte al fascismo. Ora insistiamo su questa analisi: il socialismo come movimento non è stato storicamente all'altezza della situazione, ed i loro rappresentanti hanno cercato solo di sprecare il vostro tempo in riforme sempre più deboli e molto spesso in conflitto. Da più di mezzo secolo che Rocker conserva questo discorso, e incluso la considerazione che la necessità stessa delle cose prema talvolta al cambiare, tutto indicato nel futuro dal papello che i produttori sarebbero subordinati (sia al capitale, sia allo Stato o entrambi). La denuncia è una forma di considerare il progresso come basato in necessità economica, ossia in una forma inevitabile degli eventi. Quante volte questo concetto prema al conformismo e alla debolezza di spirito, e in tal maniera si giustifica un particolare stato di cose: e in tutto ciò, non importa quanto sia aberrante. Di fronte a una visione dell'economia puramente deterministica, dobbiamo sottolineare l'importanza del pensiero e dell'agire umano, al fine di renderli capaci per la loro influenza sullo sviluppo sociale. Anche se molte volte hanno agito in modo equivoco, e si sono spinti in conflitti più devastanti, il ricorso costante degli esseri umani nell'etica e nella giustizia ha anche aiutato a muovere il mondo.
In questo senso, c'è un altro fattore inquietante, che parte abitualmente da certi individui e di alcune minoranze nella società: la volontà o il desiderio di dominio.
Il male non è necessariamente in quelle persone, ma nella politica del dominio stesso: non importa chi muove e nemmeno qual'è la finalità perseguita. E' per questo che la politica di dominio risulta in tutti i modi immaginabili e favorevoli ai loro scopi, spesso ripugnanti, nel raggiungere il successo e giustificati nella cosiddetta ragion di Stato. Non importa la dimensione del crimine che si svolge, se effettuata dagli aspiranti sovrani: il successo può essere presentato come un atto meritorio nel servizio dello Stato. Rocker raccoglie così la tradizione di Bakunin, e segnala lo Stato come la provvidenza terrena, al di là del bene e del male. Come si vede Dio, si può vedere lo Stato come un Assoluto, non soggetto ai principi della morale umana. Pertanto, gli interessi economici non sono l'unico fattore che spinge il conflitto, e che si deve tener conto dell'interesse politico; e Rocker ha denunciato allora che tali fattori sono stati confusi nel capitalismo moderno. E' un'analisi abbracciata da Erich Fromm: il desiderio di molti malaticci capitalisti nel sottomettere milioni di essere umani e, non tanto, guadagnando materiale in esclusiva.
Lo possiamo vedere come una visione morbosa, che non ammette uguaglianza di diritti, e genera una coscienza distorta e un evidente corruzione morale. Il contatto con una realtà concreta può generare una determinata coscienza, come era nel caso delle relazioni economiche nel passato, nel quale, almeno, il piccolo imprenditore teneva una certa relazione con i lavoratori.
Non è il caso dei moderni signori della politica e dell'alta finanza, i quali gestiscono le persone come oggetti di sfruttamento collettivo. La volontà di potenza, tenuti da minoranze e giustificati nell'assolutismo, hanno fatto e stanno facendo molti danni. La possibilità di una nuova struttura sociale deve tener conto di questo fattore, e anche insieme agli interessi economici.
http://ienaridensnexus.blogspot.com/
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