mercoledì 26 ottobre 2011

Cibo - Nuove frontiere di colonizzazione delle multinazionali biotech


Syngenta, Monsanto, Bayer, Pioneer, Basf, le molte altre piccole e grandi industrie biotecnologiche in campo agroalimentare, insieme a governi ed enti che le sostengono (come alcuni settori di EFSA), da decenni cercano di colonizzare il vivente attraverso la diffusione degli OGM. Piante e animali vengono modificati per rispondere alle esigenze dell'industria, da quella alimentare a quella farmaceutica, e allo stesso tempo contaminano il pianeta non solo con il trasferimento di geni o i veleni di sintesi, ma sovrapponendo ulteriori sofisticati vincoli di controllo e dominio alla relazione tra umani e vivente. Se la civiltà tecnocapitalista ci sembra aver raggiunto l'apoteosi della predazione e della devastazione ambientale, e le trasformazioni apportate dalle suddette compagnie negli ultimi anni aver segnato il massimo livello di mercificazione della natura, nuove armi vengono affilate e spiegate per colonizzare le risorse vitali. Se diverse comunità umane, dall'India all'Argentina, hanno dovuto lottare contro la biopirateria dell'ingegneria genetica in campo agricolo, che dopo aver contaminato i campi o raggirato gli agricoltori, li ha efficacemente trasformati in schiavi dipendenti dai prorpi prodotti e sementi, la nuova frontiera non risparmierà neanche i contadini, avveduti o fortunati, precedentemente scampati al giogo delle multinazionali.
Questi mostri, nemici sovranazionali del pianeta, degli umani e di tutto il vivente, hanno deciso di brevettare anche gli ortaggi "convenzionali". Su ogni broccolo, patata, pomodoro, selezionati per "incrocio tradizionale", si prenderanno un dazio; oltre a quello consenziente erogato da tutti i coltivatori che, pur rifiutando gli OGM, foraggiano queste aziende acquistandone pesticidi ed erbicidi. Se attraverso le sementi biotech hanno colonizzato i grandi orti planetari in Africa, Asia e Sud America, ora muovono guerra al campo sotto casa. Servirà a far svegliare la spesso acritica (e sovvenzionata) classe degli agricoltori europei? Servirà a rammentare ai nemici dell'esistente il ruolo centrale della tecnologia e dell'industria, di cui ormai gli Stati non sono che appendici?


Contro ogni nocività, per la liberazione della Terra

maggiori dettagli dal sito della Fondazione Diritti Genetici - www.fondazionedirittigenetici.org

BREVETTI
Ue, non sarà revocato il brevetto sui broccoli
Annullata dall’Ufficio europeo dei brevetti l’udienza pubblica sul brevetto Monsanto, continuano le proteste delle ONG contro la brevettabilità di varietà ottenute con incroci convenzionali

25 ottobre 2011 - L’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha cancellato l’udienza pubblica prevista per il 26 Ottobre che avrebbe dovuto decidere se revocare il brevetto sui broccoli richiesto dalla multinazionale Monsanto. Si tratta del brevetto EP1069819, concesso per una varietà vegetale di broccolo ottenuta con metodi di incrocio tradizionali, limitando così la possibilità per i selezionatori di sviluppare nuove varietà e accentuando la concentrazione del mercato sementiero.
L’inattesa decisione dell’EPO fa seguito alla richiesta, da parte dell’azienda Syngenta, di annullare il ricorso presentato contro lo stesso brevetto.
Il prodotto della Monsanto è già in vendita in Gran Bretagna attraverso i supermercati della catena Marks & Spencer, contrassegnato dall’etichetta ‘naturally better’, e ad un prezzo maggiorato. Le organizzazioni della società civile contestano da tempo la Direttiva 98/44 EC sulla protezione legale delle invenzioni biotecnologiche, adottata dal Parlamento Europeo nel 1998, che finora ha portato alla creazione di circa 900 brevetti sugli animali e a 1800 sulle piante. Nel dicembre 2010 lo stesso EPO aveva dichiarato come non brevettabili i processi di incrocio tradizionali, senza però poi revocare il brevetto EP1069819, riguardante i broccoli della Monsanto, e quello EP 1211926 per il pomodoro. Entrambe le varietà sono state sviluppate con la tecnica della Selezione assistita da marcatori (MAS), i broccoli per avere particolari qualità protettive contro il cancro, mentre il pomodoro per un ridotto contenuto di acqua.
Anzi, nel Marzo 2011 ha riconosciuto come invenzione il melone sviluppato dalla Monsanto, assegnandone il relativo diritto di proprietà. In entrambi i casi non si tratta di semi geneticamente modificati ma di miglioramento con tecniche avanzate di incrocio e selezione, derivanti dalla conoscenza della genetica vegetale, quindi di un abuso del diritto di proprietà, applicato alla materia vivente, che mette al rischio la sicurezza alimentare e accentua il monopolio industriale. Per questo si rende necessaria una riforma dell’attuale normativa in materia, come sarà ribadito nel corso della manifestazione programmata per il 26 Ottobre davanti alla sede dell’EPO, a Monaco di Baviera.

maggiori dettagli dal sito della Fondazione Diritti Genetici - www.fondazionedirittigenetici.org

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