sabato 26 novembre 2011

Sante Pollastro incontra Renzo Novatore, il poeta assaltatore (parte 1)


da "il diavolo custode" di Luigi Balocchi

-Sono Novatore. Renzo Novatore...
Non un colpo di pistola sparato a pelo, non la corsa, il parapiglia, la tempesta, un quarantotto. Niente e nulla messo in pari. Un'onda di elettrica prestanza pervase il cuore del nostro. Dunque li, innanzi il fiato, v'era il velocipiede del pensiero libertario. Bene aveva dunque inteso, l'importanza di quell'arrivo nella Novi sovversiva, quanto basta per pretendere l'incontro notturno in osteria. Quell'uomo sui trent'anni, occhi grandi già sfregiati dall'inquieta bellezza che t'impone il randagismo, era dunque il Novatore.
Nato in quell'Arcola, ampia terra di rivolte, bestiali amori.
-E io sono...
-Sante. Sante Pollastri di Novi...- incise svelto il Novatore.
-Ma Pollastro lo preferisco...
-Comunque sei tu. Questa conta...
-Credo di si...
Trinca forte il Novatore. Beve il rosso dei suoi giorni maledetti. Il poeta futurista futurista, stirneriano dalle braghe ricolme d'esplosivi...
Perchè mai, dal Golfo dei poeti ai marmi rossoneri di Carrara, il Novatore si era rifugiato a Novi ?
Certe vite son giocate come i dadi. E' fatale, di sghimbescio. Lo sa il Sante. Nella carne carne se la sente gorgogliare, 'sta verità. Cosi tace, non domanda; ch'è già meglio per rispetto d'una scelta intemerata. Novatore non ha bisogno d'imbastire spiegazioni. Nel concreto del momento, gli è toccato darsela a gambe colla bomba e il pistolone predisposti alla cintura, inseguito dalla grave accusa d'aver assaltato la regia polveriera di La Spezia, fatto, questo, in aggiunta alla seminagione di denunzie e condanne, oltremodo imperdonabile. Nonostante la riviera levantina abbondasse di complici amicizie, certo meglio risultava il passaggio tra i monti genovesi alla volta di Novi, la sovversiva. Poi chissà....
Renzo Novatore non è il Sante. Ha trascorso gli anni verdemarci in lunghe, devastanti solitudini, tra i fogli disperati dell'utopia libertaria. Parla nel tipico nitore degli estremi della Liguria che già invogliano ai toscani.
- E' la fine...- ammette pallido di malasorte, il poeta assaltatore. Una ruga di disgrazia gli si torce sulla fronte. - Qualsiasi speranza politica l'è ormai compromessa. Sono fuggito. Ho dovuto infine farlo...
Fuggito si. Dopo aver spedito a gambe all'aria un plotone di regi carabinieri giunti ad arrestarlo per l'assalto alla polveriera. Era solo, quel giorno dannato, il Novatore. Solo nella casa sui picchi della val di Magra, ma in bella compagnia di due pistole e quattro bombe Sipe. Non è stato poi difficile, dall'alto del tetto, bersagliare alla furiosa la camionetta militare sopraggiunta con intenti micidiali, sette grandi di piombo sparati alla svelta, due bombe tra la ruota e lo sportello più che sufficienti a imprimere una svolta decisiva.
Poi, la fuga. Tra i monti briganteschi...
- Ma non ho ucciso nessuno. Loro si. Sono sicuro...l'avrebbero certo fatto...per questo ho sparato...per vivere...
E lo sguardo, lancinante, gli era intorno pari a un lupo che si inquieta.
-... la nostra fiamma sarà estinta, questa l'è ormai certo. Ma prima d'allora... Ho sentito molto parlare di te. Sante Pollastro. Sei un anarchico del fatto. Dove altri solo parole buttate al vento...


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