venerdì 11 novembre 2011
Uccidere bambini africani come passatempo e il coinvolgimento italiano( e Vaticano) su altri "fronti".
Quest'estate sul profilo facebook di un tipaccio che si firma "Eugene
Terrorblanch" era comparsa una sua foto shock dove ritrae un giovane bianco accovacciato che impugna orgoglioso un fucile e preme il ginocchio sulla sua preda di caccia: un bimbo nero.
Molto probabilmente, si spera, si tratta di un fotomontaggio ma purtroppo non è roba fantasiosa la storia della caccia all'uomo come divertimento.
In Africa fino a qualche decennio fa, i "gloriosi" latifondisti o colonizzatori occidentali si dilettavano come passatempo, probabilmente stufati di divertirsi a cacciare gli animali, ad u lasciar scappare gli schiavi africani per poi utlizzarli come tiro a bersaglio.
Già immagino il padre di famiglia, proprietario terriero, divertirsi a sparare su di loro; magari con accanto il proprio figliolo e moglie.
Sicuramente era un gran divertimento per loro. Chissà, forse tra una risata e l'altra si sentivano pure con la coscienza a posto visto che gli autoctoni erano considerati di razza inferiore e da addomesticare come animali.
Nulla di nuovo sotto il sole cocente dell'Africa da sempre tenuta a bada. Si, ci manca pure l'Africa a diventare un continente autonomo e magari portatore di un diverso modello di sviluppo. E infatti la Libia, che comunque la si pensi era uno Stato sovrano e sicuramente non colonizzato, ora è stata fatta ritornare alle origini di come quando fu sotto l'egida dell'Italia prima, Statunitense e Inglese poi.
Ma questa foto deplorevole mi da la possibilità di ritornare a parlare di un fatto tenuto nascosto, mai coinvolto in nessuna indagine giudiziaria e mai raccontato, tranne un trafiletto all'epoca del Manifesto.
E’ una storia che coinvolge ricchi imprenditori e nobili annoiati, quella noia che solo la ricchezza può dare, quel denaro che porta a marcire l’animo delle persone, a volte è alienante e porta alla distruzione altrui. Qualche anno fa questo scandalo coinvolse alcuni imprenditori di Bologna, la città rossa, ora di un rosso sbiadito. Una città tranquilla e vivibile, in cui ogni tanto accadevano eventi inspiegabili, che andavano da assassinii senza un movente preciso, fino alle stragi compiute dai poteri occulti dello Stato, anche queste senza che mai un colpevole fosse stato identificato.
Ma i delitti, questa volta, venivano compiuti fuori, all’estero . Un hobby, come dicevo, molto particolare, un servizio che una società camuffata da agenzia di viaggi offriva ai suoi "amabili" clienti. I clienti non potevano che essere dei merdosi ricchi imprenditori e avvocati. Queste persone, annoiate dalla facilità con cui i fagiani si lasciavano spappolare, venivano portate in Croazia, terra di caccia, e precisamente in un territorio controllato dalle milizie del movimento nazionale cattolico croato Ustascia(pochi sanno, ma finanziati dallo IOR), e lì si dilettavano a fare il tiro a segno sugli abitanti di villaggi serbi e bosniaco-musulmani.
Cecchini del fine settimana insomma . Questo è lo schifoso hobby di cui volevo parlare, questa è la battuta di caccia (all’uomo) che praticavano questi "rispettabili cittadini e laboriosi imprenditori".
Ma molto probabilmente sono persone anche difficili da inquisire perchè hanno "operato" in territorio di guerra e lì è tutto lecito. Oppure più semplicemente ci sono di mezzo uomini potenti dove la Magistratura magari non può indagare.
--VIDEO
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ooLMVCUH61s
http://incarcerato.blogspot.com/
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