martedì 24 gennaio 2012
(en/it)-Athens – Responsibility claim for raiding attack on ‘Goody’s’ (greek fastfood chain).
Translate by boubourAs/Actforfreedomnow!
On the 2nd of January one of our groups raided and broke the window of the
fastfood shop Goodys as well as the glass door of ‘Domi’ private education
institute on Solonos street. The attack was carried out because of the
hearing of the release application made by imprisoned comrade Stella
Antoniou which is scheduled to start on January 4th. It has a reflective
character and aims at the support of the struggle taking place inside the
prisons for her release. The comrade suffers from serious health problems.
In front of the given procrastination of the state we affix the intolerant
multiform solidarity.
Now in order to calm down the noise around the name of Karakatsani, we
choose to re-position ourselves publically on the matter since some
comrades choose to perpetuate it when they should have helped to
de-crystalize it in the form that it holds in the consciences of the
anarchists. The publication of our text was in no way an attempt to slur
the name of the imprisoned fighter, but an attempt to show the politically
correct. And in this SPECIFIC situation we believe that (leaving the
gossip in the cafes, and the personal matters to the people themselves)
that the struggle (maximalist or not) of the comrades, for the appointment
and realization of their just demands would have surely had better chances
if it was taken on by all of the accused. Agreeing that the chances of
success were probably small, the beforehand acknowledgment of the
ineffectuality of the attempt (by a person who as a defendant had an
opinion that counted) surely did not increase them.
Obviously the fact that we raised this matter was a conscious choice, did
not happen arbitrarily and in no way happened with the mind frame such as
“say it again and again and something will remain in the end”. We knew the
possibility of reactions breaking out, something we preferred than the
silencing of the incident which would mean a discount on our speech.
Whoever wants, after this placement, to continue to talk about mud and
sycophancy can do freely do that. They will for sure not receive another
answer from us.
Because however the matter could be recycled non-stop and it would be a
strategic mistake on our side to devote more to this, we clarify: This
specific reference to the name of the fighter was in the name of the
correct political critique of the facts, a very useful tool for the
deepening, understanding and enrichment of the revolutionary experience.
To finish, it becomes obvious that if the comrades were not possessed by
touchiness, and their reflexes were not so good on this specific matter,
we would have had time to inform them on the matter in a future
communique.
P.S. Obviously in our previous communique there was a mistake concerning
the court of the comrades of the C.C.F. since its not the parcel bomb case
on trial but the second trial of the Halandri case which tries the
comrades who were on the run during the first trial.
FREEDOM TO ANARCHIST STELLA ANTONIOU
CELL OF SOLIDARITY
“In Carcere et Vinculis”
http://actforfree.nostate.net/?p=7473
Atene – Rivendicazione dell’attacco contro Goodys
da actforfree
trad. cenere(at)inventati.org
Il 2 gennaio uno dei nostri gruppi ha attaccato e distrutto la vetrina del fastfood Goodys così come le porte dìingresso dell’istituto privato di educazione “Domi” in Solonos street. L’attacco è stato realizzato a causa dell’udienza per il rilascio della compagnia prigioniera Stella Antoniou che è prevista per il 4 gennaio. La compagna soffre di seri problemi di salute. Al posto del rinvio da parte dello stato noi attiviamo l’intollerante solidarietà multiforme.
Adesso al fine di calmare le voci intorno al nome della Karakatsani, scegliamo di esporci nuovamente pubblicamente sulla questione visto che alcuni compagni hanno scelto di perpetuarla quando avrebbero dovuto aiutare a de-cristallizzarla nella forma che è insita nelle coscienze degli anarchici. La pubblicazione del nostro testo non era per niente un tentativo di infangare il nome della combattente prigioniera, ma un tentativo di mostrare correttezza politica. E in questa SPECIFICA situazione crediamo che (lasciando i gossip ai bar, e le questioni personali alle persone stesse) che la lotta (massimalista o no) dei compagni, per l’elaborazione e la realizzazione delle proprie richieste avrebbe avuto sicuramente migliori possibilità se fosse stata condotta da tutti gli accusati. Essendo d’accordo che le probabilità di successo erano probabilmente poche, il riconoscimento anticipato dell’inutilità del tentativo (da parte di una persona che come accusata ha un’opinione che conta) di certo non le ha aumentate.
Ovviamente il fatto che abbiamo sollevato questa questione è stato un atto consapevole, non accaduto in modo arbitrario e in nessun modo nel senso di “dillo ancora e ancora e qualcosa alla fine rimarrà”. Sappiamo che le possibilità di reazione vengono fuori, qualcosa che preferiamo rispetto al silenzio sull’incidente che significherebbe una mancanza del nostro discorso. Chiunque voglia, dopo questa dichiarazione, continuare a parlare del fango e della falsità può liberamente farlo. Sicuramente non riceveranno un’altra risposta da noi.
Siccome la questione può essere riciclata no-stop e sarebbe un errore strategico da parte nostra dire ancora altro in merito, chiarifichiamo: Questo specifico riferimento al nome della combattente è stato in nome di una corretta critica politica dei fatti, uno strumento molto utile per approfondire, comprendendo e arricchendo l’esperienza rivoluzionaria. Per finire, diventa ovvio che se i compagni non fossero stati permalosi, e le loro riflessioni non fossero state cosi poco buone su questa questione specifica, noi avremmo avuto il tempo di informarli sulla faccenda in un altro comunicato.
P.S. Ovviamente nel nostro precedente comunicato c’è stato un errore riguardo al processo dei compagni della CCF, visto che non era il caso dei plichi esplosivi sotto processo ma il secondo processo del caso Halandri che giudica i compagni latitanti durante il primo processo.
LIBERTA’ PER L’ANARCHICA STELLA ANTONIOU
Cellula di Solidarietà
“In Carcere et Vinculis”
http://culmine.noblogs.org/2012/01/23/atene-rivendicazione-dellattacco-contro-goodys/#more-13527
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