martedì 24 gennaio 2012

Contributo di Billy per l'iniziativa contro il WEF


Contributo iniziativa 20 - 29 gennaio 2012
hhttp://www.informa-azione.info/svizzera_marco_silvia_e_billy_in_sciopero_della_fame_contro_il_wef

Il carcere ci toglie fisicamente dalle lotte, ci isola dagli affetti e dalle complicità di tutti i giorni nei nostri percorsi di lotta; negandoci desideri. Non riesce però, i desideri, a toglierceli dalla testa ne la lotta dallo spirito. Anzi, la rabbia e l'odio per queste mura e per i nostri carcerieri la radica ulteriormente nel nostro animo, nella nostra carne.
Il pensiero diventa ancor più impellente che fuori: cosa posso fare? Così quando affiorano occasioni per inserirsi, da dentro, in mobilitazioni all'esterno, diventa vissuto da qui qualcosa di ben più che simbolico. Un momento che afferro e faccio mio nell'intimo, là dove mai bisogna permettere ad una guardia, ad uno sbirro, ad una qualsiasi persona che pretende di prevaricarci, di metterci mano ne occhio. Là dove, dentro di noi nulla è simbolico ma tutto è tensione.

Al forum economico mondiale di Davos quest'anno, tra i vari temi intorno a cui leaders di tutte le salse del dominio (politici e imprenditori, dei media e spirituali) si confronteranno per “tracciare” nuovi modelli per permettere loro di arricchirsi ed ancorare ancor più i loro privilegi; spicca quello relativo “ai nuovi modelli sociali tecnologici” e più precisamente alla “prossima ondata di innovazione tecnologica, in particolare nelle scienze della vita, nelle nanotecnologie, nell'intelligenza artificiale”(*).
I tempi di crisi, si sa, sono periodi molto propizi all'èlite che detiene il potere per forzare varchi fino a prima inagibili verso cui insinuare cambiamenti che permettono al sistema di consolidare ancor più il suo potere sulla vita di tutti e tutte. Le crisi, di fatto sono esattamente ciò di cui il sistema necessita per rinnovare se stesso ed il mondo intorno ad esso. Di questi tempi un problema che ci fanno percepire con sfiancante continuità, non sta tanto nel cambiamento climatico (che taluni inganno e per le grandi compagnie, nonostante si siano date tutte una veste più verde, del pianeta interessa relativamente poco se non come strumento che garantisce i loro businnes); quanto più in una necessità di trovare modi innovativi per perpetuare questa società di merda eliminando, o ritardando, i sui aspetti negativi più visibili, come appunto lo squilibrio ecologico con le sue conseguenze in cambiamento del clima, o il proliferare di malattie che costellano la nostra salute.
Per loro è giunto quindi il momento di dare una svolta, di mettere in atto un rinnovamento tale da garantire la perpetuazione dell'attuale sistema di sfruttamento oltre gli squilibri e le nefandezze accumulatesi in tutti questi anni, sopratutto a partire dal dopo 2° guerra.
Non di risolverli, poiché per risolvere davvero gli squilibri prodotti ci sarebbe da chiamare in causa il sistema stesso nel suo fondamentale funzionamento, ma più semplicemente e furbescamente, saltandoli a piè pari, trasferendo la produzione di nocività a nuovi livelli più complicati e sommersi, meno ricollegabili direttamente al sistema da cui dipendiamo e alle sue dinamiche fondamentali per la produzione.
Le nanotecnologie e le biotecnologie in questo senso hanno molto di promettente e lo hanno per ogni aspetto o settore produttivo del sistema tecnoindustriale in cui viviamo.
Ne parleranno a Davos perché al forum economico “grandi” industriali ed imprenditori mondiali possono incontrare “grandi” scienziati e pionieri del hi-tech da cui lasciarsi ispirare per poi scambiare un drink con qualche “grande” finanziatore per convincerlo a metterci investimenti e successivamente chiacchierare con qualche autorità governativa (o non governativa, il ruolo spesso si confonde) per illustrarli la bontà degli sviluppi e delle ricerche a venire.
È un momento privilegiato quello di Davos dove poter ispirare i padroni di questo mondo ed i loro complici (scienziati e media) verso nuove strategie condivise (tra loro) per l'arricchimento, le difesa dei loro privilegi e del loro dominio, confermando naturalmente la tendenza degli ultimi anni ad un senso di responsabilità (tutta di facciata) sociale ed ambientale.
A proposito delle nanotecnologie infatti, una questione chiave durante le sessioni riguarderà proprio come poter “capire ogni possibile pericolo prima che imprevedibili conseguenze impattino negativamente sul supporto pubblico alla ricerca nanoscientifica”* .
Chiaro no? Il problema loro non è la nocività che racchiudono, ma che le persone continuino a bersi la loro promozione come miracolo della scienza e non gli passi per la testa di rifiutarle come è capitato ( e continua a capitare) con le biotecnologie in campo alimentare, poiché il loro sviluppo potrà essere determinante per il rinnovamento in atto del sistema in una veste più accettabile e, quindi, più dominante, grazie a questa crisi.

Come partecipazione da dentro alle lotte fuori durante l settimana del WEF, dal 20 al 29 gennaio, rifiuterò il vitto del carcere ed il lavoro qui obbligatorio. Questo rifiuto lo intendo anche come risposta all'isolamento in sezione psichiatrica in cui è costretta Silvia nel carcere femminile di Hindelbank, alla decisione del carcere di concedere le visite ad amici ed amiche, compagni e compagne solo dietro vetro separatorio e a sostegno della liberazione di Marco Camenish nella decisione per il rilascio condizionale che arriverà nei prossimi mesi (maggio 2012).

Approfitto per rilanciare abbracci complici e solidali a/ai/alle compagni/e detenuti/e in Grecia, in Cile (forza Tortuga!!), in Messico, in Russia, in Bielorussia, in Germania, in Spagna, in Usa, in Uk e ovunque nel mondo; alle/ai compagne/i di fuori luogo a Bologna sotto processo ai fiorentini e agli antifascisti di cuneo ai/alle ribelli/e arrestati/e o denunciati/e in val Susa e a tutti tutte coloro in lotta dentro e fuori a delle infami mura.


Da un lager per la risocializzazione: Regensdorf, 15/01/2012
“Billy”

(*) www.weforum.org

http://www.informa-azione.info/contributo_di_billy_per_l039iniziativa_contro_il_wef

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