martedì 27 dicembre 2011

Stanno uccidendo Xosè Tarrio 9 luglio 2004


Stanno uccidendo Xosè Tarrio
9 luglio 2004

Lo scorso lunedì 28 giugno Xosè fu ricoverato nell'ospedale Juan Canalejo de Coruna, perché aveva il braccio sinistro quasi senza forza e gli costava molto sforzo muoverlo, le analisi mediche individuarono una paralisi cerebrale dovuta a un'embolia o una trombosi (i dottori hanno bisogno di fare ulteriori analisi per sapere più esattamente cosa gli sta succedendo). La malattia non ha colpito per nulla la testa, però, oltre al braccio - che è praticamente inutilizzabile - ha la gamba sinistra debilitata (può comunque alzarsi e camminare, ma con molto sforzo poiché ha perso forza e tatto). La faccia è un po' contorta e ha perso tatto al lato sinistro, provocandogli problemi per mangiare. I medici non hanno detto nulla sull'evoluzione della malattia, però sembra che sia stabile e che con gli esercizi di riabilitazione potrà recuperare parte della mobilità persa, senza dubbio in carcere e senza le dovute attenzioni mediche,la sua malattia si aggraverà, mettendo la sua vita in pericolo. Xosè è stato ricoverato dal 28/6 al 4/7, sebbene dovrebbe continuare ad essere ricoverato, poiché i medici hanno bisogno di fargli ulteriori analisi, Tarrio si è visto obbligato a chiedere le dimissioni volontarie per colpa di un poliziotto che lo piantonava, un'autentica carogna, che puzzando di alcool, ha trascorso tutto il tempo provocando, soprattutto in presenza di sua madre per obbligarla a saltare le visite, rendendo così la situazione ancora più difficile di quello che già era. A causa di tale situazione, la madre di Xosè ha sofferto una crisi d'ansia, per la quale le è stato consigliato il ricovero, ma lei ha risposto di no per non rinunciare a vedere suo figlio. In questo momento, la cosa più importante è che Xosè torni in ospedale, poiché se dovesse avere una crisi in carcere, nessuno può curarlo e ciò potrebbe costargli la vita. Se Xosè chiede di uscire e il carcere risponde negativamente alla sua richiesta, avremo da centrare su questo punto la protesta. Anche se dovesse chiedere la scarcerazione in base all'art. 60 (malattia incurabile), ma non sarà facile perché i giudici sono poco propensi a concederla. L'avvocato non può presentare la richiesta fino a che non sia in possesso di una relazione medica più completa e ciò, rimanendo in carcere, è impossibile. Un altro punto importante è protestare per il trattamento denigrante che ha ricevuto da quando entrò in carcere, per la prima volta, dopo 19 anni e specialmente per il trattamento che hanno ricevuto Xosè e sua madre da parte degli sbirri durante il ricovero in ospedale, il primo giorno non lasciarono neppure che la madre potesse vedere Xosè se non dopo 14 ore. Certamente, è possibile che la paralisi si debba attribuire al colpo di un carceriere infertogli 10 anni fa nel carcere di Dueso. Non abbiamo chiaro quale sia la migliore forma da portare avanti per una campagna di appoggio, ma come già sapete, ogni persona o collettivo può realizzare la campagna come più ritiene opportuno. Grazie per l'appoggio che sempre avete dimostrato al nostro compagno. Adesso Xosè si trova in carcere e gli potete scrivere a:

José Tarrío González
C.P. de Teixeiro Ctra. de Paradela s/n
15310 Teixeiro (Coruña)

Per l'apoggio economico:

La Caixa 2100 - 2725 - 20 - 0100182086, a nombre de B. Cebrián.

Comité de Apoio a Xosé Tarrío

A Corunha www.tarrio.tk

Apdo. Correos 104715080 Coruña

Fonte: tradotto da palabras de guerra

http://www.ecn.org/filiarmonici/tarrio-040628.html

Nessun commento:

Posta un commento