venerdì 18 marzo 2011
UPDATE ON C.C.F. TRIAL, 15/3/2011 en/it
“in the sphere of politics”, as he said, included G.Arsenis (ex-minister of education), the incendiary device explosion in September 2009 outside the apartment, where he lives with his wife Louka Katseli, testifying in the trial.
The explosion was on the 23d of September of 2009, amidst an election period, and the same day the cops raided H.Hadjimihelakis house which led to the arrests of the comrades. He said that the explosion was not big but there was thick smoke in the apartment block. He also said that the windows broke but the prosecutor reminded that the fire brigade broke them in order to let the smoke out.
“this surely is not positive for the country”
He added, though, that the state is too strong to be shaken with such acts, although they do “create an insecurity to the citizens”.
To a question by the defence lawyer if in these actions, the “alleged victim gains politically”, because of the sympathy of the citizens –especially since it happened just before an election- , the ex-minister answered “it is very likely”.
He added, though, that from the first moment, the intention he and his wife and also Pasok (ruling party now), was not to exploit the situation, but to demean it, as you can tell by their statements that period.
THE COPS GIVE BIRTH TO BAGS!
The garbage bags with the “suspicious content”, which are the basic evidence of the case, from three became four, and later were multiplied. However, the superiors of the Office of Information and research of the domestic terrorism section of the antiterrorist force, who were examined by the court on Tuesday, stated they didn’t know why the number keeps going up.
Specifically, according to what was read in the court room, the cops that found the bags in the bin testified that they transferred three bags, not especially full. The superior in the Research office, as well as the superior of the Information office of the antiterrorist also spoke of three bags. One of these bags had a logo on it saying “I don’t harm the environment”.
On September 21st 2009, the confiscation report that was written by cops of the Research office mentions that three bags are confiscated. But, on September 22nd, the document that accompanies the sending of the evidence to the criminology labs of the police describes four bags, which contain 18 extra bags and nine bags with the with the indication “I don’t harm the environment”.
The basic evidence of guilt against comrade K.Karakatsani was her print that was found on a bag with the indication “I don’t harm the environment”, which contained ingredients for an explosive device. When the comrades advocate asked the superior of the Research Office how it is possible “that the bags multiplied in the police offices” and how it is possible inside three half full bags to find “so many small bags that you could fill a small truck”, he answered he does not know why the number kept going up, however he stated with certainty that in his office “there is no way someone ‘filled in’ the bags”.
The superior of the research lab admitted that there were no reports made of evidence findings.
The superior of the Information office mentioned that during the surveillance of the house in Halandri, which was later baptized a “safehouse”, there was no document proving what time and who had shifts outside the house, while he destroyed the notes he had kept.
The testimonies of friends and fellow students of the accused, spoke of a normal student house, in which they had noticed nothing unusual.
The theatre continues on Thursday 17th March
Grecia – Aggiornamenti sul processo alla CCF – udienza del 15 marzo
* fotanarchyarchivesfromgreece.blogspot.com
trad. Cenere
“nella sfera della politica”, come lui ha detto, G. Arsenis (ex ministro dell’istruzione), l’esplosione dell’ordigno incendiario fuori l’appartamento nel 2009, dove lui vive con sua moglie Louka Katseli, testimoniando al processo.
L’esplosione avvenne il 23 settembre 2009, durante il periodo elettorale, e lo stesso giorno i poliziotti perquisirono la casa di H. Hadjimihelakis che portò all’arresto dei compagni. Lui ha detto che l’esplosione è stata grande ma c’era un fumo denso nell’appartamento. Ha detto inoltre che le finestre si erano rotte ma l’accusa ha ricordato che i vigili del fuoco le ruppero per far uscire il fumo.
“questo certamente non è positivo per il paese”
Ha aggiunto, sebbene lo stato sia troppo forte per essere scosso con azioni di questo tipo, sebbene essi “creano insicurezza per i cittadini”.
Alla domanda dell’avvocato difensivo se in queste azioni, “la presunta vittima ha ottenuto consenso politico”, a causa della simpatia dei cittadini – specialmente visto che è accaduto giusto poco prima delle lezioni, l’ex ministro ha risposto “è molto probabile”.
Ha aggiunto che comunque dal primo momento l’intenzione sua e di sua moglie e anche del Pasok (partito adesso al governo), non era di sfruttare la situazione, ma di sminuirla, come affermano le loro dichiarazioni del periodo.
I POLIZIOTTI DANNO VITA ALLE BUSTE!
Le buste di spazzature con “contenuto sospetto”, che sono le prove basilari del caso, da tre diventano quattro, e dopo si moltiplicano. Comunque, i superiori dell’Ufficio di informazione e ricerca dell’unità antiterroristica nazionale, che sono stati sentiti dalla corte martedì, hanno dichiarato che non sanno perché il numero è andato crescendo.
Nello specifico, in accordo con quanto è stato letto in aula, i poliziotti che hanno trovato le buste nel cestino hanno dichiarato che hanno preso tre buste, non particolarmente piene. Il superiore dell’Ufficio ricerca, così come il superiore dell’ufficio Informazione dell’antiterrorismo, ha anch’egli parlato di tre buste. Una di queste buste ha una scritta che dice “Io non danneggio l’ambiente”.
Il 21 settembre 2009, il verbale di sequestro scritto dai poliziotti dell’Ufficio ricerca menziona che tre sono le buste confiscate. Ma, il 22 settembre, il documento che accompagna l’invio delle prove ai laboratori forensi della polizia riporta quattro buste, che contengono 18 buste extra e nove buste con la frase “Io non danneggio l’ambiente”.
La prova basilare di colpevolezza a carica della compagna K. Karakatsani è la sua impronta trovata in una busta con la frase “Io non danneggio l’ambiente”, che conteneva materiale per un ordigno esplosivo. Quando gli avvocati dei compagni hanno chiesto al superiore dell’Ufficio ricerca come è possibile che “le buste si sono moltiplicate negli uffici di polizia” e come è possibile che dentro tre buste piene a metà abbiano trovato “così tante piccole buste da poterci riempire un piccolo camion”, lui ha risposto che non sa perché il numero sia cresciuto, comunque ha dichiarato con certezza che nel suo ufficio “non c’è assolutamente qualcuno che ha “riempito” le buste”.
Il superiore del laboratorio di ricerca ha ammesso che lì non c’erano verbali dei risultati delle prove.
Il superiore dell’ufficio Informazione ha detto che durante la sorveglianza della casa a Halandri, che fu descritta dopo come un “covo”, non c’erano documenti che provano quando e chi usciva fuori dalla casa, mentre lui ha distrutto gli appunti che aveva preso.
Le testimonianza degli amici e colleghi degli accusati, hanno parlato di una normale casa di studenti, nella quale non hanno notato nulla di insolito.
Lo spettacolo continua mercoledì 17 marzo.
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