venerdì 18 marzo 2011

Sole e Baleno 1998-2011



Comunicato degli Anarchici di Canavese, Valle d’Aosta e ribelli di ogni dove.

Era nata come una camminata per ricordarli su queste montagne. Sentieri impervi, due canti e un bicchiere di vino in una stalla senza vetri alla finestra. Passo dopo passo, tra un cammino nei dintorni della Maddalena e un’escursione sui monti liguri, abbiamo intrecciato percorsi e discussioni. Percorsi che sono proseguiti attraverso iniziative antiautoritarie e mobilitazioni contro le nocività, sotto le mura di un carcere per sostenere i prigionieri o davanti al fuoco di un bidone in Valsusa per opporsi al treno superveloce. Senza dimenticare che l’alta velocità non è la sola nocività che circola nelle vallate: oltre ai fascisti, alle forze dell’ordine e ai pesticidi, ci sono anche i treni di scorie radioattive, uno ogni due mesi attraverso centri abitati, da Saluggia a La Hague in Francia, i cui orari e spostamenti sono protetti da segreto militare. Contro uno di questi treni della morte, insieme ad altre realtà, abbiamo provato ad opporci il 7 febbraio scorso a Condove, riportando alla luce il tragico e oscuro problema del nucleare e delle sue conseguenze. Nonostante lo spiegamento delle forze dell’ordine siamo riusciti a bloccare il treno per circa quattro ore. Un piccolo esempio di come ci si può organizzare e agire adesso, anche in pochi, per essere più efficaci e numerosi in futuro.

Gli incidenti ai reattori che in questi giorni stanno mettendo a dura prova le sorti del territorio giapponese, delle sue genti e del pianeta stesso, non possono che essere tragicamente rivelatori. Mentre scriviamo continuano a giungere notizie sempre più inquietanti, stiamo sfiorando la catastrofe mondiale. I governi, spinti dalla sete di potere, non hanno esitato nello sfidare le forze della Natura, esponendo le popolazioni alla peggiore delle condanne. Le centrali nucleari sono una spada di Damocle sul futuro della Terra e delle specie che la abitano. Se esistevano dubbi e perplessità riguardo la sensibilità dell’opinione pubblica e al momento storico che attraversiamo, è giunto il momento di sbarazzarsene, scendendo in strada, allargando una protesta che non può non essere condivisa. Il progetto nucleare deve essere bloccato. Una volta per tutte. Iniziamo a mobilitarci per impedire il rilancio del nucleare in Italia. Creiamo reti solidali con gli antinuclearisti dei paesi vicini per scongiurare la minaccia nucleare ovunque.

Anche in vista della prossima manifestazione contro i signori dell’atomo, il 23 aprile a Caorso, ci è sembrato opportuno caratterizzare l’iniziativa di quest’anno organizzando un dibattito sulle prospettive per un rilancio delle lotte contro il nucleare, sperando di poter incontrare intese e obiettivi comuni, facendo tesoro delle esperienze passate e confrontando quelle attuali, valutando eventuali proposte da mettere in campo a livello locale o per iniziative più allargate. L’irreversibile tragedia del progetto nucleare e dei carichi di scorie che si porta appresso non può aspettare. Occorre mobilitarsi subito, valutando strategie, elaborando proposte concrete e tangibili in cui ogni sensibilità possa trovare spazio per esprimere il proprio dissenso nelle forme che ritiene più adeguate. Il germoglio di una lotta diffusa contro i mostri del progresso sta nascendo. Sta ad ognuno di noi curare il terreno in cui cresce, irrigarlo e concimarlo con idee e energia, entusiasmo e costanza, affinché metta radici solide e sane. Anche se radioattive.

Dai centri di documentazione nei piccoli borghi di montagna agli spazi liberati delle città, seguendo i sentieri dei partigiani e dei montanari nomadi, continuiamo a camminare. Passi lenti e a volte incerti, ma su tragitti ben marcati, convinti che non esistano scorciatoie meno faticose. Lontani dai meschini calcoli della politica, alla ricerca di compagni e compagne di viaggio che rifiutano compromessi con partiti e istituzioni, che disdegnano deleghe e complicità con il capitale e le sue logiche di guerra, sfruttamento e morte. Coscienti che il cammino è irto di insidie e pericoli, ma ricco di orizzonti e soddisfazioni. Soprattutto se condiviso con persone che attraverso la lotta distillano il senso della propria esistenza, sperimentando forme di vita slegate da salari e padroni, costruendo relazioni forti, reciproche e profonde. Che continuino a generare gli stimoli, la forza e la determinazione per credere ancora di poter cambiare il mondo.

Come inguaribili sognatori.

Come lo erano Sole e Baleno, sacrificati sull’altare della “Giustizia” agli albori delle lotte valsusine, quando una possibile e diffusa opposizione al TAV sembrava un’utopia da romantici libertari.

Un ricordo a chi non è più con noi e un saluto ribelle a chi è costretto nelle galere. Stretti intorno a Billy, Costa e Silvia, attualmente detenuti nelle prigioni svizzere per aver tentato di sabotare un laboratorio in cui si sperimentano sofisticati sistemi per dominare e sfruttare l’esistente attraverso nuove tecnologie. E il nostro pensiero non può che correre a Marco Camenisch, detenuto dal 1991, tra le sue accuse quella di aver sabotato i progetti della industria nucleare svizzera. A loro e a tutti i partigiani della guerra sociale va la nostra solidarietà.

Anarchici di Canavese, Valle d’Aosta e ribelli di ogni dove.

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